Tempo di scrutini e di voti: la riflessione della professoressa Mariassunta Miglino, assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione del Comune di Saronno

I bambini hanno il diritto ad essere amati dal momento in cui vengono al mondo, aldilà delle loro capacità e dei loro risultati scolastici. Molti genitori, soprattutto ricevendo la pagella, esprimono delusione, rabbia ma anche disistima nei confronti dei loro figli con gesti, parole e sguardi.
Molti genitori nutrono elevate aspettative per i loro figli e li spingono a traguardi sempre più ambiziosi. Se da un lato i bambini vanno spronati a fare di più e meglio, dall’altro é davvero fuorviante far passare la scuola come una rigida competizione. I bambini hanno sensibilità diverse e soprattutto hanno bisogno di sentirsi sempre amati e apprezzati per ogni loro progresso e nonostante ogni loro caduta.

Ai bambini “Abarth” viene negato il diritto fondamentale che ogni essere umano acquisisce nel momento in cui viene al mondo: il diritto all’amore e all’accettazione incondizionati da parte dei genitori.
Non ho mai insegnato nelle scuole primarie ma ho potuto assistere, nei miei anni da mamma, a tanti casi in cui ai bambini, già all’uscita dalla scuola, venivano immediatamente controllati e a volte anche confrontati quaderni e voti.

Ai bambini Abarth viene chiesto di primeggiare nello studio per essere ancor più amati e accettati. I genitori commettono l’errore madornale di affidare al rendimento scolastico la valutazione complessiva del loro figlio. Si tratta di un pensiero basato su una condizione: se si va bene a scuola vuol dire che si è bravi e questo giudizio non ha bisogno di altre conferme. Si corre allora il rischio di pensare di contare solo se sono ottimi quei voti in pagella.
Ma a volte il giovane Abarth si blocca, il suo motore truccato si guasta e gli effetti possono essere dirompenti. Tende allora a odiarsi, a disprezzarsi, ritiene di avere fallito. Arriva a dubitare dell’affetto dei suoi genitori e crede di non meritarlo..
Molti dei percorsi che portano un adolescente a farsi del male nei tanti modi possibili iniziano da una perfezione richiesta, imposta o forzata. Molti dei nostri adolescenti soffrono di questa “malattia”.

A volte, anche difronte a un voto pienamente positivo ma non eccellente, i miei alunni piangono. Provano quasi un dolore fisico al pensiero di non essere stati all’altezza dei desideri e delle aspettative dei loro genitori, immaginando anche le parole di disistima che verranno loro rivolte…
Tutti noi educatori, genitori e allenatori abbiamo un ruolo e una responsabilità: il voto e la competizione possono far male.
E allora proviamo a ripartire dando il giusto valore al voto che, secondo me, alle elementari non dovrebbe esserci..
Proviamo a cambiare anche le parole che rivolgiamo ai nostri ragazzi, cerchiamo di trovare quelle adeguate, sia positive sia funzionali.
Forse anche cambiando il modo o il tono in cui le diciamo, cambierà anche la risposta ad esse. Se aiutano, stimolano e fanno bene, sono quelle adeguate.

“La scienza moderna non ha ancora prodotto una medicina rassicurante così efficace come lo sono alcune parole affettuose”.
-Sigmund Freud-

Buoni scrutini a tutti!