I rifugiati dalla Libia che si trovano a Saronno puliscono la città da mesi. Ufficialmente non possono lavorare, ma il comune, tramite uno speciale progetto di accoglienza, ha trovato il modo di impegnare loro la giornata. Ormai è più di un anno che si trovano in città, dopo l’emergenza della scorsa estate: sono 13 persone (9 uomini e 3 donne) a cui si è aggiunta una bambina nata il giorno di Santo Stefano, il 26 dicembre.

Le donne sono ospitate a casa di una immigrata nigeriana, mentre i 9 uomini sono ospitati in un alloggio comunale. Lo stato riconosce fino al 31 dicembre la copertura finanziaria per il sostentamento di tutti: «Negli altri comuni questa copertura è utilizzata per le spese di alberghi o comunità – spiega il vicesindaco Valeria Valioni -. Noi abbiamo scelto di fare diversamente: li abbiamo ospitati in un alloggio comunale e la copertura che arriva dal Ministero serve per coprire in parte le spese e in parte il progetto di pulizia della città».

In pratica i nove uomini si occupano di pulire il centro, gestiti dalla cooperativa Ozanam. «Non avendo le spese di affitto dell’alloggio possiamo garantire quel minimo di salario che permette loro di lavorare alla pulizia del centro. Sarebbe incivile tenerli paralizzati nell’inerzia. Per noi è stata anche un’operazione di integrazione sociale: imparano l’italiano, fanno il loro lavoro, parlano con i cittadini, si muovono agilmente in città. Personalmente ho provo un certo dispiacere a pensare a coloro che non otterranno asilo politico: cosa succederà dopo aver passato un anno e mezzo in questo limbo? Quando avverrà dovremo dire loro di andare via da questo alloggio. Ma purtroppo non abbiamo margini per agire diversamente».