Alla scoperta di Jason Clark: “Posso colpire in attacco, ma tutto nasce in difesa”
La guardia americana, ai box per un infortunio muscolare, è l'unico biancorosso che non ha mai giocato in Italia. «Ma il basket è lo stesso sport in tutto il mondo. Amo i videogiochi e la buona tavola, cerco di togliermi pressione prima delle partite»
È l’unico giocatore tutto da scoprire per i tifosi della Pallacanestro Varese e nel suo caso il precampionato non ha aiutato. Jason Clark è il solo componente della Openjobmetis senza esperienza italiana alle spalle e prima di iniziare il ciclo di amichevoli è stato vittima di un infortunio muscolare che lo terrà fuori all’incirca fino a metà ottobre: su di lui quindi la curiosità è più alta ed è per questo che la presentazione ufficiale è stata ricca di domande. L’incontro si è svolto a Origgio nella sede di “Nutrition & Santé”, azienda di cui fa parte il marchio “Isostad” che da questa stagione tornerà a essere sponsor della società biancorossa, riallacciando un rapporto già attivo in passato. A introdurre Clark è stato proprio il direttore marketing Maurizio Roberti, romano di origine ma «tifoso di Varese da quando ero bambino, dagli spareggi con il Simmenthal. Mio fratello – ricorda – tifava Milano e io “presi” la Ignis togliendomi parecchie soddisfazioni nei suoi confronti».
CHI È
Guardia di 1,88, “prodotto della celebre università di Georgetown, Clark proviene dal campionato tedesco visto che nell’ultima stagione ha giocato a Francoforte. Nato in Virginia 29 anni fa, il neo-biancorosso ha alle spalle una solida esperienza europea in particolare tra Belgio (fu MVP del campionato nel 2017 con Anversa), Turchia e Germania, tornei di buon livello. «Lo abbiamo preso perché lo riteniamo complementare a Josh Mayo» ha spiegato il gm Andrea Conti: in passato infatti Clark ha anche giocato in regia e può dare un’alternativa al play titolare o comunque può permettere ad Attilio Caja di avere maggiore versatilità nei propri assetti.
Clark a bordo campo nell’amichevole di PaviaCOSA HA DETTO
SULLE PRIME SETTIMANE A VARESE – «Sono qui da un po’ di tempo e quindi ho avuto l’opportunità di conoscere la società e i compagni, anche perché sono sempre stato in gruppo nonostante l’infortunio che mi ha colpito. Ho sensazioni positive sull’organizzazione societaria ma anche sulle caratteristiche dei miei nuovi compagni».
SISTEMA BASATO SULLA DIFESA – «Anche senza giocare ho assistito alle partite della squadra e ho visto un sistema basato sulla difesa che è ciò che serve per mettere in difficoltà gli avversari. Questa è una cosa che richiede molta attenzione da parte nostra in fase di allenamento. In attacco abbiamo giocatori specializzati per quello che vuole il nostro allenatore: insomma, ci vuole tanto lavoro collettivo ma è un sistema che può funzionare».
IO E JOSH – «Con Josh Mayo ci conosciamo abbastanza bene, sia perché abbiamo giocato contro in Germania nello scorso campionato, sia perché anche negli anni precedenti ci siamo incrociati in diverse occasioni di precampionato. Da quando siamo a Varese ci siamo parlati e confrontati: siamo due giocatori che vogliono vincere, dobbiamo anche dare l’esempio ai compagni, dimostrare sul campo la nostra voglia di fare bene».
SU CLARK IN CAMPO – «Dal punto di vista difensivo ho braccia lunghe, so portare pressione sulla palla, cerco di “sporcare” i passaggi e provare a rubare palla, cosa che ha sottolineato anche il nostro allenatore nei nostri confronti. In attacco posso fare diverse cose: andare in penetrazione, tirare da fuori o creare spazio per i compagni ma questo è un aspetto successivo all’impatto difensivo che è la prima cosa da fare. Da lì parte tutto, se la difesa funziona, l’attacco vien da sé».
Foto di gruppo con i dipendenti di IsostadSUL BASKET D’EUROPA – «Di base la pallacanestro è lo stesso gioco in tutto il mondo, uno sport in cui se si mette la propria energia al 100% i risultati arrivano. Chiaramente in ogni circostanza serve un periodo di adattamento: questo vale sia per valutare il livello della competizione che si trova in ogni campionato, sia anche per capire le richieste dell’allenatore di turno, sia per le caratteristiche dei nuovi compagni. Bisogna conoscerli, capire le loro qualità e le loro richieste».
VIDEOGIOCHI, E BUONA CUCINA – «Prima delle partite cerco di rilassarmi il più possibile, di togliere la pressione: evito di pensare troppo al match e mi affido a musica, film e riposo. Per quanto riguarda il tempo libero mi piacciono i videogame: faccio parte di un gruppo di giocatori che si affrontano online. E poi mi piace molto la televisione, posso guardare dieci episodi consecutivi senza accorgermi del tempo che passa, se una serie tv mi piace. Infine, mi appassiona la buona cucina, sono un falso magro: mi piace provare il cibo, conoscere quello del posto, girare per ristoranti».
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Tepic – Jakovics e Gandini – Vene – Peak – Clark
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