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“Servizio idrico integrato, si allarga il fronte contro la Spa”

Nuovi sviluppi nella vicenda per la costituente società per il servizio idrico basato sui confini provinciali. Il resoconto del Comitato Acqua Bene Comune

Tutti i rappresentanti della maggioranza saronnese, sindaci e assessori presenti da tutta la provincia (da Cislago a Porto Ceresio, passando per Gallarate), assenti giustificati importanti (da Malnate a Ternate, da Cardano al Campo a Lavena Ponte Tresa), attivisti del Comitato per l’Acqua Bene Comune della Provincia di Varese e degli organizzatori del Comitato del Saronnese. Questo il composito parterre della “serata di studio” su “La ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato dopo i referendum”, svoltasi martedì presso la Sala del Camino di Villa Gianetti, a Saronno.

Ad intrattenere la platea un docente tutto saronnese, Marco Bersani, oggi trapiantato a Roma. Che, nella sua veste di esponente di spicco del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, ha presentato il documento omonimo.

Aprono i lavori gli organizzatori, ripercorrendo l’iter, non proprio lineare, che dovrebbe portare entro l’anno ad affidare a una SpA a  totale capitale pubblico la gestione del SII in tutta la provincia. Tutto nei prossimi tre mesi e senza coinvolgimento dei 141 sindaci. Anzi, con il presidente Galli che convoca ad incontri preliminari solo Saronno, Gallarate, Busto e Varese. Con “squilli di rivolta” dei comuni “minori”, che si sentono tagliati fuori dalle scelte.

 

E qui arriva il primo scoop, confermato martedì da un delegato saronnese:  il Comune di Varese non farà parte della società. Non può, essendo Aspem posseduta al 90% dal socio privato A2a. La seconda notizia è che Saronno, storicamente contraria all’ipotesi varesina, non ci starebbe ad essere “stampella” dell’azzardata ipotesi di Galli: da martedì ha raccolto, insieme agli altri comuni presenti, anche gli elementi tecnico-giuridici per perorare la sua causa, favorevole alla costituzione di un’azienda speciale, forma gestionale democratica e partecipativa.

Cioè in linea con il dettato del referendum del 2011, votato dal 60% dei cittadini  anche in provincia di Varese, ma che il presidente Galli ignora, prevedendo una Società per Azioni “che – Codice Civile alla mano – nasce per fare profitti: e il secondo quesito referendario prevede che sull’acqua non se ne facciano, come ha ribadito più volte (l’ultima nel luglio scorso) la Corte Costituzionale”. In sentenze che, si scopre, sono spesso ignorate dagli stessi segretari comunali.

 

“Invieremo oggi stesso”, dichiarano dal Comitato Provinciale per l’Acqua Bene Comune “copia del documento sulla ripubblicizzazione a tutti i sindaci della provincia, che non hanno potuto partecipare alla serata. E soprattutto a chi magari non ha voluto, non conoscendo della possibilità di un’alternativa gestionale rispettosa del voto degli italiani, che mai la Provincia ha prospettato tra le scelte praticabili dagli enti, che rischiano un inutile e dannoso esproprio di beni comuni, come l’acqua”. E che non soggiace al famigerato “patto di stabilità”, così temuto dagli amministratori.

Prossimi appuntamenti: la riunione del Comitato Provinciale indetta per mercoledì 3 ottobre alle 21,15 presso la sede di Legambiente , in via Cardinale Simone 18 a Busto Arsizio. E si profila all’orizzonte una contestazione creativa della prossima riunione “ristretta” dei 4 maggiori sindaci , che l’Ufficio d’Ambito ha convocato il prossimo 4 ottobre a Villa Recalcati. Quando potrebbero arrivare a Galli degli stop importanti al suo progetto di gestione dell’acqua in forma privatistica in quella provincia di Varese da cui comuni importanti come Busto e Saronno potrebbero avere già deciso di defilarsi, passando sotto Milano.

 

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 28 Settembre 2012
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