«Il nostro errore è stato quello di pensare troppo di essere una grande famiglia». Antonio Tallisi racconta con amarezza e delusione la situazione che stanno vivendo i dipendenti del Salumificio Ceriani di Uboldo, da sette mesi senza stipendio. Tallisi, 56 anni, lavora nel Salumificio da 41 anni come “disossatore”, ha iniziato che aveva 15 anni e adesso si trova con gli altri lavoratori in presidio davanti ai cancelli dell’azienda di vai Fermi.

«Io vado in pensione il mese prossimo, ma sono qui a lottare sia per i miei compagni sia per il mio Tfr – racconta l’operario -. Ho passato la mia vita tra queste mura, sono trascorsi decenni in cui mi sono sposato, e durante i quali ho avuto due figli. Ho condiviso tutto con chi ha lavorato con me. Vivere questa situazione oggi mi fa stare male».

Su cosa possa essere successo, Antonio va oltre alle motivazioni economiche che possano aver portato la proprietà a non pagare gli stipendi: «Io come tanti altri ho dato tanto a questa azienda, l’abbiamo fatta crescere, ci siamo sempre sentiti a casa, è stato come creare un’altra famiglia. Era bellissimo, soprattutto negli anni ’80 e ‘90, ma forse è stato proprio questo il nostro errore: ci siamo fidati troppo e non ci siamo mai affidati a qualcuno all’esterno. Abbiamo sempre creduto a quello che ci dicevano e oggi ci sentiamo presi in giro».

Tallisi non usa messi termini per definire la sua amarezza: «Io qui dentro ci ho passato una vita, la mia vita, e non immaginavo potesse finire così».