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In 120 per il primo incontro dell’Università delle migrazioni

La soddisfazione delle 23 associazioni che hanno organizzato il ciclo di incontri dedicato alla questione sia a livello globale che locale. Prossimo incontro il 22 marzo

Al campo dei migranti a Como

La soddisfazione delle 23 associazioni che hanno organizzato il ciclo di incontri dedicato alla questione sia a livello globale che locale:

Oltre 120 “studenti” (giovani, insegnanti, volontari, operatori sociali, semplici cittadini) hanno partecipato, venerdì scorso, al primo dei cinque incontri dell’università delle migrazioni.

“Una presenza che va oltre ogni aspettativa”, secondo gli organizzatori – ventitré associazioni di Saronno e del Saronnese. “E’ la conferma di un clima di forte attenzione nei confronti del tema della migrazione. 250 persone alla serata con don Colmegna e più di 1500 partecipanti in 15 giorni – in gran parte studenti – alla mostra interculturale ‘Le mille e una rotta’ all’Istituto Padre Monti confermano questo atteggiamento positivo delle persone del nostro territorio, che hanno voglia di conoscere e approfondire, andando oltre i luoghi comuni”.

La lezione verteva sul tema delle “migrazioni forzate nell’area del Mediterraneo” ed è stata tenuta con grande chiarezza e dovizia di dati da Luca Ciabarri, ricercatore in antropologia culturale all’Università degli Studi di Milano. Si tratta del primo di sei relatori che – in cinque incontri totali, uno al mese – fanno parte di un’équipe di formatori per gli operatori sociali impegnati nei servizi del Sistema nazionale di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) e nei Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS), che ospitano ad oggi i 176000 richiedenti protezione internazionale presenti in tutto il Paese.

“Sono stati smentiti alcune dicerie che circolano su questo tema”, affermano gli organizzatori. Primo di tutti, quello della presunta invasione del nostro Paese da parte dei profughi . “Il 90% delle migrazioni forzate, che riguardano 60 milioni di persone nel mondo, restano comunque nel Sud del mondo, ben lontane dai nostri confini” – ha affermato Ciabarri, dati alla mano. Si tratta di capire se il 10% che arriva in occidente possa diventare un 11% o un 9% a seconda degli anni”.

E ancora: “Non è vero che esiste una generica situazione indistinta, di ‘guerre, fame e povertà’ da cui le persone inevitabilmente fuggono”, ha proseguito il relatore. “L’impennata di presenze in Italia negli ultimi tre anni – dato stabile, peraltro – è dovuta esclusivamente a due fattori di instabilità, legati entrambi all’area del Mediterraneo: la guerra in Siria e la situazione libica, non ancora stabilizzata”. Insomma, senza queste due situazioni, che vedono tra le loro cause le iniziative belliche dei Paesi occidentali e non solo, il numero degli arrivi nel nostro paese sarebbe ancora quello molto limitato del decennio precedente.

E infine, la questione delle presunte “frontiere colabrodo” del Sud Europa: Ciabarri afferma che “la politica che puntava, negli Anni Duemila, a spostare le frontiere (e i luoghi di detenzione per migranti, ampiamente al di sotto degli standard minimi per il rispetto dei diritti umani) fuori dal territorio europeo, attraverso gli ‘accordi bilaterali’ (famoso quello italo-libico), è stato messo in crisi proprio dalla deflagrazione di questi conflitti, che hanno riportato indietro le lancette e destabilizzato la situazione. I numeri degli arrivi restano comunque assolutamente gestibili, sia a livello di Italia che di Europa”.

Non è mancato un cenno finale alle politiche di restrizione della concessione del diritto di asilo: secondo Ciabarri “nel caso di afflussi massicci (come quello siriano) sarebbe utile favorire una permanenza regolare sul suolo europeo attraverso la concessione di permessi di soggiorno per motivi umanitari, previsti sia dalla normativa italiana che da quella europea, evitando la precarizzazione delle vite dei richiedenti asilo, che acuiscono la percezione – che non è la realtà – di un fenomeno fuori controllo”.

E’ possibile richiedere copia via e-mail della documentazione mandando un whatsapp al 3358480240 indicando il proprio indirizzo e-mail: per chi fosse interessato al file audio della serata, bisogna contattare l’indirizzo e-mail: staff@radiorizzonti.it.

L’Università delle Migrazioni torna all’Auditorium Aldo Moro alle 21 di mercoledì 22 marzo, con la lezione su “Barriere europee, barriere italiane” di Barbara Pinelli, antropologa dell’Università di Milano Bicocca.

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 28 Febbraio 2017
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