Avere il sindaco a cena, parlare del paese e fargli lavare i piatti? È possibile a Ceriano Laghetto, paese di 6mila abitanti al confine con Saronno, dove il primo cittadino Dante Cattaneo ha avviato l’iniziativa “Mettiamoci la faccia – Ospita il sindaco”. Per un mese, dal 15 agosto al 15 settembre, sarà possibile invitare il sindaco a pranzo o a cena, parlare con lui delle questioni amministrative della città, e poi lo stesso Cattaneo si offre di lavare i piatti.

«L’operazione “Mettiamoci la faccia” è nata la scorsa estate con l’iniziativa "sindaco in tour", con l’organizzazione di diversi incontri pubblici nelle strade, nei vicoli e nei quartieri del paese, tutti su richiesta dei cittadini, per discutere delle problematiche delle varie zone – racconta lo stesso primo cittadino -. Quest’anno volevo continuare quel percorso iniziato senza però essere ripetitivo e quindi è nato "ospita il sindaco"».
Dante Cattaneo ha 31 anni ed è alla guida di Ceriano Laghetto dal giugno del 2009 per la lista della Lega Nord. Ceriano è inprovincia di Monza Brianza, ma confina diretamente con Saronno, con tutte le problematiche di un territorio molto affollato e al centro delle provincie di Milano, Varese, Como e Monza Brianza.

I primi pranzi col sindaco si sono già svolti, il primissimo il 16 agosto: «Abbiamo spaziato da argomenti locali come il parco Groane, la centrale turbogas e le manutenzioni, fino ad arrivare a temi di carattere generale e nazionale – racconta Cattaneo -. L’accoglienza è stata ottima e il pranzo delizioso: tagliolini al ragù, pollo con patate al forno e melanzane ripiene. I piatti non me li han fatti lavare perché c’era lavastoviglie».
L’iniziativa ha riscosso un grande successo: «Ho una dozzina di appuntamenti fino ad oggi – prosegue il primo cittadino -. Oltre alle famiglie anche dei piccoli gruppi si stanno organizzando, così posso incontrare più persone. L’idea di fondo e’ proprio quella di rendersi disponibile al massimo, soprattutto in un periodo dove molti sono in vacanza, ma in cui sempre più persone sono costrette a stare a casa».