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Il futuro del teatro Pasta, i commenti

Si è svolto sabato mattina il consiglio comunale aperto sul futuro del teatro richiesto dalla minoranza: "Il comune ha fatto catenaccio"

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Si è svolto sabato mattina il consiglio comunale aperto sul futuro del teatro Giuditta Pasta. L’incontro, aperto alla cittadinanza, era stato richiesto dal consiglieri di minoranza di Tu@Saronno e Partito Democratico dopo le dimissioni del precedente consiglio di amministrazione, presentate per protesta dopo i tagli dei contributi annuali da parte dell’amministrazione comunale.

Di seguito tutti i commenti giunti su quanto accaduto durante l’iniziativa:

Franco Casali, consigliere comunale Tu@Saronno
È senz’altro possibile e doveroso cercare di ridurre i costi, ma occorre farne prima un’analisi precisa per capire dove si può e come si deve tagliare. Facciamo con l’occasione presente che è importante che nel ridefinire la convenzione con il Comune per i cosiddetti “costi sociali” non si carichino alla sola attività “commerciale” i costi generali e variabili (personale, pulizia, illuminazione, riscaldamento, ecc.), ma si adotti un criterio equo che parametri tali costi all’utilizzo effettivo della sala, sia per la parte commerciale, che per quella sociale. Ancora, é opportuno che ci sia un confronto nelle commissioni Cultura e/o Bilancio sulla problematica convenzione ed altre ascrivibili all’ambito della politica, mentre la programmazione teatrale deve restare competenza della Fondazione.
Dopo il fallimento della seduta pubblica delle commissioni Ambiente e Urbanistica del dicembre 2015 in Villa Gianetti a tema “ex-Cantoni” in cui i presidenti leghisti (Borghi per l’Urbanistica, Pescatori per l’Ambiente) avevano invitato il pubblico a lasciare l’aula per incomprensibili motivi di riservatezza, Lega e alleati hanno ripetuto l’exploit, peggiorando se possibile le modalità di rapportarsi con i cittadini. Un Consiglio Comunale aperto deve essere un momento di democrazia e di confronto in cui il pubblico è protagonista, questa era il desiderio di Partito Democratico e Tu@Saronno che l’avevano richiesto. Così purtroppo non è stato per volontà di questa amministrazione: un’altra occasione persa, un’opportunità sostanzialmente buttata.

 

Patrizia Omati, membro del precedente CdA del Teatro
In molti hanno posto l’attenzione su una gestione del tempo che non ha favorito l’espressione dei cittadini, critica a cui si è risposto ribadendo l’importanza dell’informazione quale premessa per una corretta comprensione dei temi da dibattere . Quanto affermato e’ senz’altro giusto e corretto ma credo non sia necessario essere esperti di comunicazione per comprendere i profondi rischi di informazioni monche, non contestualizzate , incomplete , ritagliate da più ampi dibattiti e confronti.Si è limitato un confronto in nome di un valore informativo che ,di fatto, nella vera ottica che dovrebbe ricoprire è venuto meno.

Francesco Licata, consigliere comunale Partito Democratico
Doveva essere un consiglio comunale aperto, dove fossero i cittadini a parlare, ed invece la possibilità di intervenire, per loro, è giunta dopo un’ora e 42 minuti quando molti, tra il nutrito pubblico, se ne erano andati pesantemente infastiditi dal comportamento dell’amministrazione. In questo lasso di tempo, infatti la Giunta ha presentato ,leggendoli in maniera asettica, dei documenti contenenti per lo più affermazioni estrapolate da un contesto, spesso piegate al filo logico che gli stessi volevano trasferire.
Il risultato è stato un pessimo perché se la funzione di un consigio comunale aperto è quello di interloquire con i cittadini molti di questi hanno lasciato, esausti, la sala.
Più che dovere di informazione sul pregresso parrebbe che l’amministrazione leghista abbia utilizzato la famosa e vecchissima tecnica del “catenaccio”, utilizzata nel calcio per non giocare la partita chiudendosi in difesa.
Alcuni interventi dei presenti, i pochi rimasti, sono stati di buona qualità e rammarica costatare come nelle sue dichiarazioni, anche in quelle finali, il Sindaco continui accusare di strumentalità le forze di opposizione. Esprimere il proprio parere, avere dei dubbi e delle preoccupazioni non vuol dire essere strumentali e questo lo dovrebbe capire ma probabilmente il dissenso non è ben tollerato in casa leghista. Dubbi e preoccupazioni che ovviamente rimangono perchè non possono essere considerate sufficienti le rassicurazioni del tipo “non voglio chiudere il Teatro” soprattutto quando le misure adottate affinchè ciò si realizzi non sembrano essere sufficienti a tale scopo.
Il capitolo è tutt’altro che concluso, anzi ora si apre una attenta fase di verifica di quanto dichiarato nella speranza che il “catenaccio” visto oggi non si debba vedere anche sulle porte del nostro teatro ‪‎GiudittaPasta‬.

Sinistra ecologia e libertà Saronno
Convocare un consiglio “comunale aperto” sul futuro del Teatro Giuditta Pasta e poi leggere, per circa un’ora, il protocollo d’intesa tra Comune e Fondazione, per intero, che senso ha ?
Riproporre per un’altra ora tutto il carteggio avvenuto tra il CdA della fondazione dimissionario e il Sindaco, per un’altra ora, che senso ha?
Richiedere un consiglio Comunale aperto, da parte del PD e di Tu@Saronno, e poi non intervenire per nulla nel merito delle questioni cruciali per il futuro del Teatro che senso ha?
Insomma la Giunta ha sommerso il numeroso pubblico presente per circa due ore di dati, dettagli molto tecnici sul passato, narcotizzando i più e irritando una parte che ha abbandonato l’aula.
Un’ umiliazione per la democrazia partecipata ed una occasione perduta.
Soprattutto una modalità per nascondere le incertezze e le reticenze di questa amministrazione che naviga in evidenti contraddizioni.
Quel che si è capito è che il sindaco a parole sostiene di non voler chiudere il Teatro Giuditta Pasta, né di voler rinunciare alla qualità dell’offerta culturale finora espressa ma non sa come fare.
Anzi le poche indicazioni emerse vanno proprio in altra direzione.
La riduzione in bilancio preventivo del contributo da 260.000 euro a 210.000 mette già in crisi la gestione futura del teatro, in quanto non coprirebbe nemmeno i costi fissi di gestione.
Lo stesso l’idea espressa più volte dal sindaco.. ” il teatro deve stare in piedi con le sue gambe solo staccando biglietti” porterebbe il teatro ad una progressiva chiusura. Nessuna struttura teatrale di questo tipo e di questa rilevanza può infatti vivere semplicemente con gli introiti della stagione teatrale stessa.
L’Amministrazione continua ad eludere il problema di fondo: quale strategia gestionale e quale sviluppo dell’attività del Teatro.
Perché un dato è certo: solo l’ampliamento delle attività e dell’utilizzo del teatro stesso possono ridurne l’incidenza dei costi fissi di gestione.
Se è vero che il sovvenzionamento di 260.000 euro è alto da sopportare per un comune di 39.000 abitanti non lo è per il comprensorio di almeno cinque comuni (circa 110.000 abitanti) che realmente usufruiscono dell’Offerta del Teatro Pasta, soprattutto di quella rivolta ai giovani e alle scuole.
Allora la questione centrale è togliere il Comune di Saronno dalla scomoda posizione di socio unico della Fondazione, coinvolgendo gli altri Enti locali e i Privati.
Di questo avremmo voluto parlare nel consiglio comunale aperto e questo chiediamo a questa amministrazione, se realmente non si vuole chiudere il teatro o ridurlo a un teatro da “strapaese”.
Chiediamo di usare il teatro, insieme alle scuole, al commercio e ai servizi, come uno degli strumenti per ridare centralità a Saronno nel suo più ampio comprensorio, di renderla una cittadina aperta e vitale, nell’interesse di tutti i saronnesi.
La cultura non è un orpello marginale nella costruzione di una società sicura e democratica.

Augusto Airoldi, Partito Democratico, ex presidente del consiglio comunale
Dopo un”ora dall’inizio del CC sul futuro del Teatro Pasta, l’Amministrazione leghista continua ad assonnare i molti cittadini presenti raccontando il passato prossimo e pure quello remoto. Del futuro nessuna traccia. Che il futuro non ci sia?

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 24 Maggio 2016
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