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Dal borgo alla città, le tante anime del Varesotto

Cinque comunità diverse. Dai tre piccoli centri della Valbossa a Cassano Magnago passando per Saronno

Dal colle al lago, dalla pioggia al sole: la settimana appena passata è un po’ l’Araba Fenice del #141tour: il giro nei comuni "minori" è terminato, ma il nostro viaggio nel Varesotto è tuttavia rinato raccontando i centri più grandi. È stata una sei giorni piuttosto piena perché – giustamente – le aspettative dei lettori nei paesi sono andate via via aumentando, dalla prima tappa ad oggi, e lo sforzo per seguire ogni realtà è stato massimo. Se abbiamo dimenticato qualcosa, sarà per la prossima volta. Ma andiamo per gradi.

V COME: "VALE LA PENA DI ANDARE IN VALBOSSA" – Un amico milanese per la prima volta dalle nostre parti, accompagnato alla fine della strada provinciale che costeggia il lato occidentale del lago di Varese, disse: "bello questo posto, ma i paesi dove sono?". Qui nella Valbossa, visitata al principio di questa settimana, con piu’ di un interlocurtore si è percepito il refrain già incontrato in altri centri che si sviluppano attorno ad un asse viario importante. E, come già accaduto, basta mettere la freccia a sinistra per scoprire un modo nascosto: dagli incantevoli approdi a lago – vedi Azzate con la darsena, ma anche il Buguggino e la zona del Gaggio non scherzano affatto, anzi – oppure il colle, dove le sorprese vanno lette con numeri che elevano i luoghi a potenze inaspettate. I centri storici di questi paesi sono animatissimi, in proporzione con gli abitanti, di un vero e proprio torrente di partecipazione: sagre in cantiere, feste in preparazione, progetti per il prossimo, cultura, e tanta. Fermatevi con l’auto per quattro passi a piedi: attraversare una strada di questi tre centri – appunto Galliate, Azzate e Buguggiate – vuol dire spesso incappare in chiese sconsacrate di enorme pregio, muri innalzati chissà quando con pietre romane, o varcare soglie di una dimensione dove la storia la si respira solo aprendo gli occhi. Questi centri alle porte del capoluogo valgono non solo una visita ma, per chi è alle prese con un pensiero di trasloco, anche un ragionamento di residenza per via del fortissimo connubio fra comunità e natura, fra partecipazione e discrezione.
Parlando di luoghi, questi tre centri sono i gradini verso l’Eden fatto di scorci impareggiabili su cui non vi è nulla da aggiungere: in tutti e tre i centri della Valbossa non è possibile stilare una graduatoria di quale sia il panorama migliore: non ce ne vogliano i residenti, che giustamente avranno diritto a lamentarsi, ma abbiamo visto – e documentato – paesaggi irripetibili e difficilmente descrivibili con le lettere dell’alfabeto.
Abbiamo incontrato, parlando di economia, interessantissime realtà industriali che hanno a che fare con la tecnologia e il futuro, ma anche con l’ambiete e il passato. Rincresce, anche nei centri maggiori il notare come molte attività non abbian resistito alla crisi: tanti i cartelli "affittasi" e "vendesi" addirittura lungo le strade principali.
Arrivando a Saronno si è aperto il 141tour nelle grandi città. Due giorni in quella che una volta era una grande realtà industriale e che oggi cerca ancora una propria identità, all’incrocio di quattro provincie (Varese, Monza Brianza, Milano e Como). Se una volta era l’industria a farla da padrona, oggi sono le grandi aree dismesse della città (oltre 500mila metri quadri) che possono essere il tesoro del rilancio. 
Cassano Magnago ha chiuso la settimana. Un paesone o una città? Al di là delle definizioni è davvero difficile dirlo perché la comunità ha diverse identità con una crescita che in trent’anni ha portato il territorio a cambiare fisionomia.
 
I NUMERI
La sorpresa è stata Azzate che sale sul podio, per ora al terzo posto, ma che potrebbe addirittura scalzare Ispra e Luino. Abbiamo incontrato oltre trecento persone e il tempo passato sui diversi live blog è stato quasi di quattrocentomila minuti.

LE PERSONE – A Saronno sono tante le realtà che cercando un loro identità. Nella periferia, a dire la verità, sono pochi i luoghi di aggregazione: la Cassina Ferrara con il suo centro sociale porta avanti quella tradizione di comunità dal comune indipendente annesso a Saronno a fine ‘800; il quartire Santuario, tra il teatro e la storia è un secondo cuore pulsante, in costante fermento; la vera sorprea è stata la Regina Pacis, dove la parrocchia fa da punto di riferimento per tutta la comunità. Nel centro storico invece è il commercio a farla da padrone, con una grande area pedonale con tanti negozi che richiamano sempre persone anche da fuori città. Ed è questo su cui puntano le persone, dalla presenza della Radiorizzonti di Angelo Volpi, fino ai singoli negozianti, alcuni presenti anche da cento anni come il cappellaio Giambattista Bellini.  

L’ECONOMIA
A Saronno l’economia sta cambiando. Le grandi aree dismesse ne sono una prova: oggi abbandonate non si sa ancora cosa ne sarà. Resistono marchi storici come la Paolo Lazzaroni & Figli, che detiene la ricetta degli storici amaretti. Ma anche un più classico scatolificio come la Cooperativa lavoro e solidarietà che ha mescolato sociale e produzione dando lavoro a oltre 40 disabili. Ma delle grandi industrie del passato, non c’è più alcuna traccia. 

 I LUOGHI – 
Il lago fa parte della vita dei piccoli centri come Azzate e Buguggiate, ma la loro vita ormai si svolge più nei loro centri storici. Corti e castelli, ville e scenari mozzafiato contraddistinguono questi borghi.
A Saronno l’arte è presente fin da quando si entra in città, quando ci si imbatte nel bel Santuario della Beata Vergine dei Miracoli, con affreschi del ‘500. Da non perdere anche l’istituto Padre Monti, meta meno conosciuta, ma che è spesso anche aperta al pubblico, dalla liberia alle numerose reliquie del Beato. I musei meritano una nota a parte: da quello dedicato alle Industrie e Lavoro del saronnese, fino alle ceramiche del ‘700 della collezione Gianetti. Senza dimenticare un centro storico suggestivo, una zona pedonale allargata unica in provincia, dove è sicuramente piacevole una passeggiata. Con un unico neo: l’edificio settecentesco di Palazzo Visconti, oggi abbandonato e ancora senza un futuro. 
A Cassano sono i parchi e le oasi a colpire. Luoghi che non ti aspetti e che meritano una visita. Certamente uno dei più bei viali delle Rimembranze.

Galliate Lombardo

Azzate

Buguggiate

Saronno

Cassano Magnago

Per conoscere tutto del #141tour



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Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 20 Ottobre 2013
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