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Stretta sugli ambulanti al mercatino: spariscono asiatici e africani

Con l'approvazione del nuovo regolamento comunale non vi hanno potuto accedere numerosi ambulanti stranieri. La Lega: "Abbiamo solo applicato la normativa, non è razzismo"

Il mercato del riuso

Si apre la polemica sul mercatino mensile di Saronno. L’appuntamento che si è svolto domenica è stato il primo che si è svolto con il nuovo regolamento voluto dall’amministrazione comunale della Lega Nord. Situazione che ha generato diversi malcontenti, perché le bancarelle sono passate da circa 90 a 50 e tra gli esclusi, a causa del nuovo regolamento vi erano anche storici ambulanti di origine straniera.

A spiega la situazione la lista civica Tu@Saronno che ha votato favorevolmente il nuovo regolamento e che sottolinea: «La proposta di ridurre il numero degli stalli e la loro dimensione per cercare di selezionare gli espositori di maggiore qualità e incentivarli a esporre solo la merce che vendono di più – che non è detto sia la migliore – è quindi un tentativo di migliorare la qualità del mercato, ma non ne costituisce una precisa connotazione né da una certezza di risultati. Questo premesso, è chiaro che, se il criterio è la “qualità” della merce, la selezione degli espositori non può essere che lasciata a criteri soggettivi. E difatti nel regolamento non si fa alcun cenno a tali criteri, mentre (art. 8) si specifica in che modo venga stabilita l’assegnazione dei posteggi secondo dati oggettivi come la data di protocollo della richiesta e l’anzianità nella presenza. Come commissario di Tu@Saronno per il commercio ho ritenuto opportuno dare parere favorevole a questo tentativo dell’Amministrazione considerata anche la possibilità, condivisa da tutti, di emendare il regolamento in futuro per apportare delle migliorie alla luce delle prime edizioni».

«Sono però sorti molti dubbi tra i saronnesi su come siano stati in effetti applicati i criteri di selezione degli espositori – prosegue la lista civica -. In molti hanno notato che a sparire sono stati soprattutto quelli stranieri, asiatici e africani, mentre sono rimaste diverse bancarelle con merce di qualità scadente gestite da italiani. Ovviamente, una selezione basata sull’etnia sarebbe per noi inaccettabile. A questo punto crediamo che sia opportuno, anche per dare la giusta importanza al nuovo corso che si è deciso d’intraprendere, che l’Assessore Francesco Banfi faccia chiarezza sui criteri di selezione e renda pubblico l’elenco degli esclusi, perlomeno per tipologia merceologica. Questo riporterebbe la discussione in merito al mercatino lontano dal binario molto molto pericoloso sul quale si stanno incanalando i social, ovvero quello della discriminazione razziale».

Sulla situazione interviene anche la Lega Nord, per voce del consigliere Claudio Sala: «Chissà come mai, ogni qualvolta si penalizza uno straniero, si cerca sempre di gridare allo scandalo. Allora facciamo sapere ai senegalesi che si sono lamentati, che questa volta il regolamento approvato in consiglio comunale non ha colpito solo loro, ma anche gli italiani. Perché è doveroso dire, che il nuovo documento, non ammette gli spuntisti, ovvero gli ambulanti che fanno richiesta di occupare una piazzola all’ultimo minuto, quando questa rimane vuota per assenza del titolare. Inoltre se la merce che si intende esporre non soddisfa i requisiti del regolamento, l’espositore, indipendentemente, che sia bianco o nero, non sarà ammesso al mercatino».

«Precisiamo che l’amministrazione non ha cacciato nessuno dai mercatini, ha semplicemente applicato un regolamento approvato in consiglio comunale e condiviso da maggioranza e associazioni di categoria – prosegue Sala -. Personalmente ritengo le dichiarazioni dei senegalesi molto gravi, perché la nostra amministrazione non fa distinzioni di nessun genere, applica semplicemente le regole come accade in tutti i paesi civili, e aggiungo che se si fossero informati meglio, tra gli espositori iscritti al mercatino di fine mese, vi è anche un loro connazionale, assente al primo appuntamento perché all’estero sino a Febbraio. È ora di finirla con la storia del razzismo e del vittimismo, ricordiamo che ogni anno lo stato italiano tra nuove tasse e regolamenti colpisce e perseguita milioni di imprenditori, ma in questo caso tutto è normale, forse perché la maggior parte di loro non sono di colore».

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 03 Febbraio 2016
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