Arriva dalla sede Enpa Onlus Sezione di Saronno un comunicato stampa dove l’Ente chiama in causa l’ASL Provinciale in merito al ‘fermo’ imposto al Progetto GESTIONE DELLE COLONIE DI GATTI IN LIBERTA’ da oltre 5 mesi. Il tutto senza un apparente motivo se non quello di un Nuovo Piano di Organizzazione Aziendale (delibera n 857 del 28 Dicembre 2008) cui è seguita una deliberazione di concorso pubblico n.166 del 4 Marzo 2009 – come dichiarato in una comunicazione ufficiale dell’ASL giunta alla sede locale dell’Enpa. A tutt’oggi nulla si è mosso. E’ bene ricordare che il progetto in questione fu promosso a partire dal 2006 proprio dall’ASL Provinciale trovando l’adesione di numerose associazioni di protezione degli animali presenti sul il territorio della Provincia, tra cui Enpa Onlus Saronno.

 

Ecco quanto emerge dal Comunicato Stampa della Sezione mandato all’indirizzo della Direzione ASL Varesina:

“Lo stop forzato alle attività di censimento e di sterilizzazione comporta la perdita di efficacia di una campagna che ha avuto il sostegno delle associazioni e che per prima in Lombardia, ha affrontato il problema delle colonie feline in modo strutturato. In buona sostanza ci ritroviamo a distanza di tre anni d’intenso lavoro a rischiare di buttare tutto in nulla. E’ questo uno dei periodi dell’anno più difficili e preoccupanti con un numero crescente di gatte gravide e di cuccioli che andranno – laddove non si sia già intervenuti – a incrementare il numero di soggetti presenti sul territorio, con difficoltà oggettive di convivenza tra umani e felini.

 

Solo nel 2008, con il progetto colonie ASL a pieno regime, abbiamo gestito il transito di 148 gatti tra adulti e cuccioli in condizioni di emergenza, non considerando le situazioni per le quali è stato impossibile intervenire. Di questi 148 soggetti, parte rientravano nei programmi ASL e Liberi Professionisti convenzionati (circa 87 interventi complessivi) mentre gli altri sono stati gestiti in autonomia dalla sezione. Riteniamo che vanificare gli sforzi sinora profusi da parte di tutti gli attori coinvolti rappresenti la sconfitta di un ‘lavoro condiviso’ che reputiamo tra i migliori attuati. Oltre a un investimento, a questo punto, parificabile con un ‘vuoto a perdere’.

 

Questi tre anni hanno rappresentato una palestra utilissima per entrambe le controparti. In primis il mettere in moto una macchina organizzativa che ha consentito di standardizzare le procedure permettendo, da una parte, il monitoraggio territoriale delle presenza feline; dall’altra la possibilità d’intervenire in situazioni critiche e di pericolo per gli animali con l’obiettivo duplice di tutelarli (associazioni) e di verificarne lo stato sanitario (ASL sul piano epidemiologico e di tutela della salute pubblica). Non sono mancate criticità ma va riconosciuto merito a chi ha promosso e sostenuto questo progetto, vedendo nelle associazioni non soggetti di scontro, ma risorse con cui collaborare. Un cambio di prospettiva significativo e che non tutti – associazioni incluse – hanno compreso appieno. A questo punto vorremmo sapere se quanto fatto fino ad oggi sia da considerarsi un lavoro destinato al fallimento.Ci auguriamo vivamente di no! “