Quantcast

In piazza per dire “no” al nucleare

Anche a Saronno sabato prossimo un gruppo di cittadini sarà in piazza con un gazebo per “fermare la politica nucleare del governo Berlusconi”

L’8 novembre del 1987, ad un anno e mezzo dall’incidente di Chernobyl, di gran lunga il più grave insieme a Three Mile Island, dei 150 incidenti avvenuti sino ad oggi in impianti nucleari, quasi 21 milioni di italiani si dichiararono favorevoli a fermare lo sviluppo del nucleare in Italia (5 milioni si  dichiararono contrari).
Nei 25 anni successivi la scelta di utilizzare il nucleare come fonte per produrre energia elettrica si è progressivamente arenata, nel mondo ad oggi con 440 reattori più o meno funzionanti, rappresenta meno del 16 % della produzione elettrica e il 5% dei consumi energetici totali.
Dal punto di vista tecnologico il nucleare è una opzione obsoleta, costosa, pericolosa perseguita da alcuni paesi dell’Asia e medio oriente per il possibile utilizzo secondario ai fini militari e da altri paesi in Europa ed America prevalentemente per la pressione della fortissima lobby del settore che la sostiene, ma non ci investe neppure un dollaro.
Decine di nazioni al mondo non hanno mai scelto questa tecnologia, altre ne stanno uscendo con pesanti costi per le dismissioni e la sistemazione irrisolta delle scorie.
I pochi reattori della cosi detta “terza generazione” stentano a decollare e quello finlandese, il più noto, sta miseramente arenandosi, con costi, tempi di costruzione, ritardi e difficoltà tecnologiche che continuano ad aumentare. In Germania il deposito delle scorie apprestato ad Asse in bassa Sassonia due decenni fa, per durare centinaia d’anni, è stato invaso dall’acqua e verrà svuotato nei prossimi 10 anni, con costi incalcolabili, mentre in USA il governo Obama sta per dichiarare irrisolvibile il problema, rinunciando alla costruzione di un sito nel deserto e rimandando la soluzione del problema alle prossime generazioni.
La produzione elettrica di Rinnovabili (eolico, solare fotovoltaico, idroelettrico) ha eguagliato nel mondo quella di origine nucleare ed oggi i costi del solare fotovoltaico stanno superando in convenienza quello del nucleare.
In questo scenario l’Italia è l’unico paese al mondo il cui governo si appresta a far decollare un programma nucleare che prevede la costruzione di impianti nucleari per 6400 MW (4 centrali) che dovrebbero costituire, entro 10 anni circa, meno del 10 % dei 70000 MW elettrici, più o meno ritenuti necessari a quell’epoca.
E’ NECESSARIO CHE QUESTO PROGETTO VENGA FERMATO, al di là della sua reale fattibilità, affosserebbe le potenzialità delle Rinnovabili, ritardandone lo sviluppo e insieme drenerebbe risorse utili al paese per altre scelte più convenienti, meno costose, più urgenti; sia nel settore energetico, sia nella disponibilità di risorse per affrontare la crisi economica, che si sta abbattendo sul paese.
Per questo saremo sabato 6 novembre in piazza libertà a Saronno così come tanti altri Italiani  saranno il6 e 7 novembre nelle piazze per ribadire il No al Nucleare ed interrompere questo percorso e iniziare a costruire una nuova Italia.

Redazione Saronnonews
saronnonews@gmail.com
Noi della redazione di Saronnonews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.
Pubblicato il 04 Novembre 2010
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore