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Aree dismesse, un danno da due milioni di euro

L’arresto di Nicola Di Luccio fa tornare al centro dell’attenzione i 500mila mq di terreni dismessi. Nel progetto c’era anche la realizzazione del “central park” della città: "Danno economico e ambientale"

Aree dismesse SaronnoOltre due milioni di euro. E questo in sostanza il danno causato dal fallimento dell’immobiliare dell’ex politico Nicola Di luccio alla città di Saronno. Dopo l’operazione della Guardia di Finanza, che ha portato all’arresto dello stesso Di Luccio e della compagna, il comune di Saronno ha tracciato martedì mattina un bilancio della perdita per la città, rispetto all’operazione mancata in una grande parte delle aree dismesse.
Ricostruendo i fatti, l’immobiliare di Di Luccio stava cercando di realizzare il progetto redatto dall’architetto Mario Botta e denominato “I sette giardini di Saronno”. Si prevedevano sette palazzine residenziali, di cui erano già iniziate le costruzioni. Poi lo stop dei lavori, che hanno lasciato nell’area delle grosse strutture in cemento armato. Il Comune ha fatto i conti: 900mila euro circa di oneri di urbanizzazione, a cui si aggiungono circa 1,4 milioni di opere che dovevano essere realizzate a scomputo di oneri. Tra queste opere il grande parco pubblico da 18mila metri quadri, definito dall’amministrazione comunale “il central park” della città.
Non tutte le somme sono ancora state recuperate dal comune, ma molte sono coperte da fideiussione.

«La precedente amministrazione ha concesso ai costruttori una proroga al pagamento degli oneri – ha spiegato il sindaco Luciano Porro -. Un’operazione che giudicherei piuttosto avventataAssessore Campilongo, sindaco Porro e avvocato Maccoppi perchè quando qualcuno costruisce una villetta gli si chiede subito gli oneri. A questi signori è stata concessa una dilazione, garantita comunque dalle fideiussioni, bisogna dirlo. Ora alcuni soldi sono stati recuperati, altri siamo considerati creditori di fronte al curatore fallimentare. Mentre il terreno del parco è di proprietà del comune».

Nel dettaglio, i dati sono stati presentati dal sindaco Luciano Porro, con l’assessore Giuseppe Campilongo e con l’avvocato Maccoppi: «176mila euro già incassati nel 2009. Dei 301mila euro di oneri urbanizzazione primaria e secondaria di tre palazzine residenziali, siamo riusciti a ottenere un decreto ingiuntivo, li abbiamo già avuti ma è in corso la causa perché l’immobiliare sostiene che non sono state realizzate le opere. Noi resisteremo perché la manomissione del suolo c’è stata. Inoltre sono già maturate le sanzioni per mancato pagamento per 120mila euro, più gli interessi di 16mila. Forse si vedranno alla fine della fallimento»
Il danno più grave è però per il parco pubblico: «Circa 1,4 milioni di euro per una bella fetta di parco, circa 50 per cento di tutta l’area che sarebbe dovuta essere realizzata – aggiunge Porro -. Questo mette in difficoltà l’amministrazione comunale, è una tragedia, uno scempio ambientale. Il giudizio politico su tutta l’operazione rimane fortemente negativo. Ora l’area e di proprietà del comune. Manca solo che sia completata la bonifica che comunque è tutta garantita da fideiussione».

«La realizzazione del parco è una priorità – hanno aggiunto l’assessore Campilongo e il sindaco -, a questo punto cercheremo di perdere il minor tempo possibile per portare avanti la realizzazione dell’area verde. Aspettiamo si pronunci magistratura, ma crediamo si debba tentare un’operazione di forza per restituire il parco alla città. In questo momento è difficile investirci milioni di euro, ma cercheremo delle soluzioni».
Ora tutte le aree dismesse della città, circa 500mila metri quadri, non sembrano vedere una facile sistemazione. Il progetto più avanti era quello di Di Luccio. «Sono in corso incontri con gli operatori delle altre aree – ha aggiunto Campilongo -. Considerando che la sistemazione possa essere vista all’interno di una revisione generale delle aree, per vedere se si riesce a migliorare la destinazione ed evitare il fenomeno della città dormitorio, non puntando solo sulla residenza e venendo incontro sia alle esigenze degli operatori privati, sia alle esigenze della città, a cui necessitano anche servizi».

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 14 Dicembre 2010
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