C’è chi ha obbedito agli ordini di partito come Attilio Fontana, sindaco di Varese che non ha scioperato, e chi ha disobbedito come il sindaco leghista di Viggiù Sandy Cane. C’è chi si è ingessato una gamba come il sindaco di Malnate Samuele Astuti, chi ha organizzato un’assemblea pubblica nell’atrio del comune come il sindaco di Saronno Luciano Porro e chi semplicemente ha scioperato simbolicamente come i sindaci di Castellanza Fabrizio Farisoglio e Luino, Andrea Pellicini. In provincia di Varese hanno scioperato molti sindaci dei centri minori come il primo cittadino di Daverio Alberto Tognola che ha chiuso simbolicamente l’ufficio anagrafe per far capire che non ci sono più soldi nemmeno per i servizi essenziali. Il sindaco di Induno Olona Maria Angela Bianchi ha messo una scrivania nel cortile e ha tappezzato di cartelli la recinzione della casa municipale.

Nel resto d’Italia sono stati migliaia i colleghi che hanno “abbassato le serrande”. Fassino, sindaco di Torino, ha riferito di aver illustrato i contenuti della protesta anche al prefetto di Torino in qualità di rappresentante del Governo sul territorio.  Il sindaco di Genova, Marta Vincenzi, ha restituito al Prefetto, quindi al ministero dell’Interno, le deleghe all’anagrafe e allo stato civile, servizi eseguiti per conto dello Stato. A Venezia il borgomastro Giorgio Orsoni ha spiegato la protesta ai cittadini con un volantino mentre a Potenza è stato affisso uno striscione con scritto “Comune chiuso per manovra”. Anche le Regioni hanno protestato riconsegnando le deleghe sul trasporto pubblico locale al ministro per i rapporti con le autonomie Raffaele Fitto.