Otto amici conquistano l’Europa con un gioco in scatola
Un gruppo di 50enni da 10 anni si ritrova per divertirsi e inventa Aquileia, gioco da tavolo che vince il premio Archimede. L’editore tedesco lo distribuisce in quasi tutto il continente: “Più aggregazione rispetto al gioco sul telefonino”
Ci sono i soldi di mezzo, ma la vera vittoria è il prestigio della famiglia. È lo scopo del gioco da tavolo Aquileia, creato da otto cinquantenni di Saronno e recentemente pubblicato dalla casa di produzione tedesca Zoch e dall’olandese 999 game. Il gruppo di amici, che ha iniziato dieci anni fa a provare questo singolare gioco in scatola fatto in casa, si chiama “Cielo d’oro” e in tutti questi anni hanno testato le regole e gli scopi tra amici e parenti, a ogni ritrovo. Fino ad arrivare a vincere l’ambito premio Archimede, promosso da diverse case produttrici di giochi in scatola.
Ora Aquileia è sugli scafali dei negozi di tutta Europa: «È ambientato nella città romana che dà il nome al gioco – spiega Giorgio Villa, uno degli ideatori -. C’è un livello per ragazzi e uno per adulti».
Come si gioca?
«I partecipanti, da tre a sei, sono dei patrizi romani che con diverse attività, andando al mercato o organizzando uno spettacolo nell’arena, devono guadagnare dei punti. Esistono anche i combattimenti che si risolvono ai dadi. Ci sono i soldi, ma sono solo un mezzo per arrivare alla vittoria, al prestigio della famiglia. È un gioco molto dinamico dalla durata dai 60 ai 90 minuti».
Otto amici sono tanti per inventare un gioco…
«Ci conosciamo da decenni anni, da quando andavamo a scuola. Oggi facciamo lavori diversi, io ho una società di consulenza, un altro è responsabile dei servizi sociali in comune, un altro è chirurgo, un altro è psichiatra, uno fisioterapista e un altro ancora è appena andato in pensione. Ci unisce un’amicizia formidabile».
Come è nata l’idea di Aquileia?
«L’idea di inventare giochi è nata dieci anni fa, quando avevamo bimbi piccoli. Invece di comprare giochi abbiamo deciso di inventarli. Ci siamo informati e abbiamo scoperto il mercato tedesco e del nord Europa. In maniera ambiziosa abbiamo pensato di arrivare a creare un gioco in scatola. Da allora abbiamo passato intere serate a provare».
E poi cosa è successo?
«Dopo anni di tentativi abbiamo partecipato al concorso di giochi Archimede, organizzato ogni due anni a Venezia. Nel 2009 abbiamo vinto il concorso con il prototipo di Aquileia. Partecipavano150 inventori di tutto il mondo. I giudici erano i maggiori editori del mondo. Immediatamente dopo è arrivata la proposta di contratto, con distribuzione in Olanda, Germania, Danimarca, est Europa. In Italia è commercializzato da Giochi Riuniti proprio in questi giorni, con scatole disponibili anche per Natale. E poi chiunque scriva a giorgiovilla@gmail.com può avere info su dove andare a prenderlo».
In un periodo in cui si gioca tanto coi telefonini, c’è ancora spazio per i giochi in scatola?
«Secondo noi sì. Quella del gioco da tavolo è una passione che si sta sviluppando, che sta tornando anche in Italia. Diciamo che il grosso merito del gioco in scatola è che aggrega. Anche i nostri figli, che hanno visto con molto scetticismo questa nostra passione, ora hanno coinvolto anche i loro amici, si sono ricreduti. Ora si ritrovano insieme a giocare, magari con una birra, certo, ma sono insieme e discutono».
Vi trovate ancora a giocare tra amici o state sperimentando altro?
«Noi giochiamo tanto: con i giochi creati da altri possiamo seguire il mercato, ma pensiamo anche a proposte nuove. Già adesso abbiamo in valutazione un altro gioco, ambientato a Venezia, e stiamo aspettando delle risposte. Contemporaneamente stiamo lavorando su un’altra invenzione, che è in fase sperimentale. La nostra ambizione è sconfinata. Dopo questa prima soddisfazione, vogliamo tentare di consolidare la nostra proposta sul mercato. Entrare è stato difficile, ma i primi riscontri sembrano parlare bene di Aquileia. Speriamo sia un buon biglietto da visita per altro».
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