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Ecco come cambia il “cuore” delle nostre città

Tra vecchio e nuovo come sta cambiando il centro delle nostre aree urbane: abbiamo provato a capire cosa sta succedendo, facendo un giro nei "salotti buoni" delle città, nel pieno dello shopping natalizio

Valenzasca che chiude dopo quasi un secolo di attività, Pirola che si sposta, grandi marchi internazionali che sostituiscono storiche famiglie cittadine nelle vie del centro. Come è cambiato il centro delle nostre città? Abbiamo fatto un giro per capire come si è modificato l’aspetto delle vie storiche di Varese, Busto Arsizio, Gallarate e Saronno. Questo è il risultato: se avete segnalazioni o altre storie da raccontare, contattate la redazione scrivendo a redazione@varesenews.it

VARESE (s.r.) – Tra i portici di Corso MatteottiCorso Matteotti, il cuore di Varese, è cambiato moltissimo in questi ultimi anni. Da "salotto buono" della città, frequentato non solo dai varesini ma anche dai milanesi in vacanza, a centro commerciale per i negozi in franchising. 
Due degli esempi più recenti ed eclatanti sono legati alla salumeria gastronomia Valenzasca, in corso Matteotti dagli anni ’20 e chiusa pochi giorni fa, prima di Natale e  alla nuova gioielleria Stroili, aperta pochi giorni fa sulle ceneri di quella che era la storica gioielleria Buzzetti. 
A resistere, tra i negozi più antichi, sono in una manciata: dal bar Zamberletti al pastificio Cantù, dal fioraio Corvi al negozio di intimo Gualco, dalla Gastronomia del Corso (che dal dopoguerra all’82 si chiamava Battaini) al droghiere Bianchi, dalla pasticceria Ghezzi (nata nel 1919) al fruttivendolo Lancini, che è del 1958. In mezzo, tanti marchi nuovi – e nuovi arredamenti – prendono il posto delle antiche vetrine. «Una signora di Milano che veniva spesso a fare gli acquisti per le feste, ma era da qualche anno che non passava, è rimasta scioccata dai cambiamenti» ci ha detto uno dei commercianti "sopravvissuti". Il mondo è cambiato. Ma in meglio o in peggio?

BUSTO ARSIZIO (m.c.) – «Ricordo ancora quando via Milano era un lungo serpentone di auto». Dino Ceccuzzi, proprietario della storica gioielleria in centro sorride pensando a come è cambiato il centro cittadino da quando, nel 1956, ha aperto il suo negozio in piazza San Giovanni. Il centro della città, infatti, ha vissuto molte trasformazioni nel tempo e anche i negozi sono molto cambiati con il passare degli anni. Negozi “storici”, in città, sono rimasti in pochi.
Uno di questi è senza dubbio la pasticceria Campi, un polo attrattivo per molti bustocchi e non solo. Specialmente in questo periodo natalizio c’è molto da fare e la proprietaria, pensando al passato, ricorda «come un tempo le persone ordinassero con molto preavviso mentre oggi quasi tutti all’ultimo». E anche le richieste della clientela sono molto cambiate. «Un tempo ci chiedevano pacchi natalizi da anche 300 euro mentre oggi sono quasi tutti di entità ben minori».
Chi ha vissuto un grande cambio di epoca è senza dubbio il gioielliere Dino Ceccuzzi. «Quando ho aperto non esistevano marche, non c’era internet e chi faceva il mio lavoro era un elemento fondamentale per indirizzare i clienti». Oggi, invece, «le persone vengono con le idee già chiare in testa»
 
GALLARATE (r.m.) – Negozi storici, nuovi spazi, grandi marche in franchising convivono anche nel centro storico pedonale di Gallarate. Sotto i portici medievali della piazza, per esempio resistono poche botteghe d’altri tempi, come ad esempio "Ditta Cristina", cappelleria e pelletteria presente da oltre cent’anni, dal 1910. Accanto, il parrucchiere aperto nel 1944, con arredamento più recente ma retrò («io sono subentrato nel 1968» dice il simpatico barbiere di origini napoletane). Molti nuovi spazi commerciali – e tra questi quelli dei franchising – sono stati ricavati dai recuperi di vecchi palazzi che in molti casi erano semivuoti. Oggi si sono installati nuove attività: per esempio è nata la Libreria Biblos, che si propone anche come spazio culturale con tante presentazioni di libri, riportando i libri al centro della piazza (le altre due librerie, Mondadori e Rinascita, stanno comunque all’estremità dell’area pedonale). Corso Italia ha mantenuto tanti negozi storici, dal bar pasticceria Bianchi – che ha dato origine agli altri locali presenti in Gallarate – nel palazzo Anni Trenta alla gioielleria Zaro, di una storica famiglia gallaratese e arnatese (spesso le vetrine ospitano piccole "mostre", come quella sul 150° dell’Unità d’Italia). Alcuni si sono rinnovati anche nell’attività nel tempo, come quella della famiglia Bernacchi (che aveva una pescheria storica), che ha dato vita ad una simpatica gelateria. Tra la piazza, via Mercanti e via Pretura ci sono anche la storica farmacia Prandi (anch’essa offre piccole esposizioni artistiche in vetrina), il gioielliere Moglia, il negozio di tappeti Crosta, aperto da un secolo in un ambiente affascinante con colonne interne in pietra. A volte negozi storici, non per forza antichissimi, convivono fianco a fianco con le marche globalizzare: sotto i portici dei palazzi del dopoguerra il nuovo franchising Primadonna affianca il negozio Calzature Macchi («Siamo qui da 50 anni»). Caso curioso si vede in via don Minzoni, dove tanti edifici sono stati rinnovati in anni recenti, con l’ingresso di nuovi negozi: il franchising di "Pappa e Ciccia" ha preso il posto della libreria Emporio del Libro in uno storico palazzo settecentesco e così, in una manciata di metri, si trovano tre diversi negozi per bambini, con Jerod (presente a Gallarate già da qualche anno) e Cycleband. Caso a parte, anche i negozi di alimentari e le gastronomie, come Innocenti e Zamberletti, ma anche il panificio Salmini. In Piazza Garibaldi, proprio ai margini del centro, ci sono i due negozi della famiglia Carù, la ridondante libreria e il fornitissimo negozio di dischi, punto di riferimento in particolare per gli amanti della musica a stelle e strisce, dal blues al rock.
 
SARONNO (m.s.) – Il centro dei negozi antichi. Sono molti gli esercizi commerciali nati nella prima metà del ‘900, o addirittura a inizio del secolo scorso, che ancora oggi sono “in mano” agli eredi. Il più vecchio è sicuramente il cappellaio “Bellini”, negozio nato nel 1910 e oggi portato avanti dal nipote Gianbattista, tra cappelli, sciarpe, guanti e bretelle.
Sempre nel centro storico, nella piazzetta dei portici, c’è l’ottica Brughera, nata nel 1947 da Roberto Carlo Brughera, poi portata avanti dal figlio Enrico e oggi dal nipote, che ha lo stesso nome del nonno fondatore.
Curiosa la storia del negozio di borse “La triestina”, fondato nel 1922 dalla signora Boso, di origine trentina. Ma tutti in paese la chiamavano appunto “la triestina”, per una confusione sul “ponte” aereo che univa Trento e Trieste. Oggi il negozio si estende su diverse vetrine, con borse di tutte le marche e fatture, ed è portato avanti dai nipoti, che di nome fanno ancora Boso.
In piazza della Ciocchina si fronteggiano invece due antichi negozi. Il “Millepiedi”, nato nel 1934 come negozio per finiture per cavalli e trasformatosi nel tempo in “tutto per la scarpa, ma non la scarpa”. A guidarlo è Irma Banfi, che ha sposato il figlio di uno dei fondatori. Proprio di fronte c’è appunto il negozio di elettrodomestici Emma Alfredo, sorto nel 1937 come negozio di macchine da cucire, oggi vende anche televisori, frigoriferi e altro. Alla guida ancora la figlia dei fondatori, conosciuta semplicemente come Emma.

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 22 Dicembre 2011
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