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Per l’Insubria’s Biopark di Gerenzano, ancora nessuna risposta dalla Provincia: l’appello del presidente

A sottolineare la situazione di stallo è Salvatore Leggio, presidente della struttura: «Non chiediamo assistenzialismo, ma un riconoscimento formale che ci permetta di pianificare il futuro con maggiore stabilità»

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Nonostante la richiesta formale di una convenzione protocollata il 6 febbraio scorso, l’Insubria Biopark di Gerenzano non ha ancora ricevuto alcuna risposta in merito dalla Provincia di Varese.

«Nessuna controproposta, nessun diniego, nessuna comunicazione ufficiale»: a sottolineare questa situazione di stallo è Salvatore Leggio, presidente della struttura, che ribadisce l’urgenza di un sostegno istituzionale per garantire la continuità del laboratorio di ricerca.

«Abbiamo protocollato la richiesta, ma a distanza di due mesi non abbiamo ricevuto nemmeno una risposta formale» sottolinea Leggio. L’Insubria Biopark, centro di ricerca biotecnologica di rilevanza nazionale, aveva già lanciato l’appello alla Provincia di Varese, evidenziando le difficoltà finanziarie e la necessità di un sostegno stabile per poter continuare la propria attività. E l’assenza di riscontri solleva in chi governa la struttura interrogativi sulla volontà dell’amministrazione provinciale di impegnarsi per il futuro del laboratorio.

Mentre l’amministrazione provinciale resta in silenzio però, alcuni rappresentanti del consiglio regionale e provinciale hanno recentemente visitato il Biopark, dimostrando interesse per la sua sorte con un sopralluogo alla struttura per conoscere da vicino le difficoltà e le potenzialità del centro. «È curioso – commenta Leggio – che esponenti dell’amministrazione si interessino alla situazione, compreso il vicepresidente della Provincia di Varese, ma dalla Provincia continui a non avere una risposta ufficiale».

Già lo scorso febbraio il Biopark aveva sollevato il problema della sostenibilità economica, spiegando come la struttura fosse in grado di reggersi sulle proprie gambe, ma con grandi difficoltà. «Non chiediamo assistenzialismo, ma un riconoscimento formale che ci permetta di pianificare il futuro con maggiore stabilità» aveva dichiarato Leggio in quell’occasione. Per il Biopark è una questione di tempo: senza certezze il rischio di vedere compromessa la propria attività è sempre più concreto.

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it
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Pubblicato il 08 Aprile 2025
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