Emozioni a Busto Arsizio, dove il ricordo dei deportati della Ercole Comerio è vivo e forte
Partecipate e ricche di suggestioni le celebrazioni per l’81esimo anniversario della deportazione dei lavoratori della Ercole Comerio: la città di Busto Arsizio ha risposto con una ricca giornata che ha coinvolto Istituzioni, associazioni, studenti e un relatore che ha emozionato: don Luigi Ciotti
Si chiamavano Vittorio Arconti, Arturo Cucchetti, Ambrogio Gallazzi, Alvise Mazzon, Giacomo Biancini, Guglielmo Toia: e no, a distanza di 81 anni dalla loro deportazione, non sono stati dimenticati.
Lo ha mostrato con chiarezza la città di Busto Arsizio che, sabato18 gennaio, ha ricordato i martiri della Ercole Comerio, quei lavoratori che il 10 gennaio del 1944 furono arrestati dai nazisti con la complicità dei fascisti e deportati.
Una città che non dimentica
Il parco Comerio di via Magenta ha sei pietre d’inciampo, poste all’ingresso e collocate lì affinchè chi passa da questo spazio verde possa ricordare cosa avvenne in questi luoghi, in questa città che ha cnosciuto la dittatura e, come altrove, ne ha pagato il prezzo. La storia, dunque, è passata da qui e, dopo tutti questi anni, i suoi cittadini l’hanno celebrata.
«Questa vicenda è profondamente incisa nella memoria di questa città: fare memoria è un impegno che cerchiamo di portare avanti ogni anno – ha evidenziato il presidente di Anpi Busto Arsizio Liberto Losa – Quest’oggi c’è una coralità di voci, qua presenti per ricordare il sacrificio dei martiri della Ercole Comerio. Ciò che essi fecero non fu soltanto organizzare scioperi per rivendicare le condizioni di lavoro in fabbrica e salari più dignitosi, ma rappresentava una risposta al regime dittatoriale nazi-fascista. Quindi anche queste azioni dei lavoratori rappresentò un atto che contribuì alla Liberazione, un atto di Resistenza, da ricordare».
«Un gesto che resta un esempio anche per l’Oggi – come sottolineato con emozione da Natale Pargoletti della “Noi della Ercole Comerio 1885”: Chi ha lottato contro il nazi-fascismo lo hanno fatto per consegnarci un mondo migliore, più libero, tocca a noi difendere la storia della Resistenza, difendere la nostra Costituzione»
Parole importanti, mentre intorno le bandiere di Anpi, associazione Alfredo di Dio e tanti altri gruppi sventolavano rivolte a quel monumento dedicato a questi uomini così coraggiosi. Tanti i sindaci e le associazioni locali accorsi a Busto Arsizio per presenziare a questo importante evento.
La bravura dei ragazzi, fra musica e parole
A impreziosire una giornata di parole e ricordi, volti giovani e ricchi di luce: gli studenti delle scuole bustesi che – prima al parco Comerio, poi al teatro Manzoni – hanno saputo regalare interpretazioni ricche di pathos e intensità, unendo letture, danze, musica e recitazione, ove ciascun elemento ha narrato al pubblico con efficacia il dramma della guerra e dell’oppressione e quell’urgenza di libertà che portò questi uomini a scegliere la strada della ribellione. Sotto i riflettori gli studenti del liceo Daniele Crespi, del liceo scienze umane Olga Fiorini e del liceo coreutico musicale Bausch. Presenti anche i giovanissimi membri del Consiglio comunale dei ragazzi di Cassano Magnago.
Spettacoli che il sindaco Emanuele Antonelli ha osservato con orgoglio, evidenziandone la rilevanza: «Non possiamo permettere che il loro ricordo sia cancellato dall’indifferenza, dal tempo che passa: ricordare è un dovere morale, per offrire soprattutto ai giovani l’opportunità di conoscere la storia e le storie e di imparare da esse. Fondamentali per fare scelte esperienze d vita comprendendo quali sono le strade da percorrere e da abbandonare».
Don Ciotti: “Ricordiamo la Resistenza di ieri, ma sentiamo dentro le Resistenze di oggi”
Infine, relatore d’eccezione, don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e dell’associazione Libera contro le mafie, che ha portato la sua testimonianza alla città di Busto Arsizio con parole che hanno scosso le coscienze di ciascuno dei presenti: «Sono venuto volentieri qui, rispondendo al vostro invito, per riflettere insieme. Oggi ricordiamo una ferita profonda che dopo 81 anni ancora ci sconvolge, pensando a queste vite ingiustamente spezzate. Le guerre sono sempre orrore e errore. La memoria deve essere una memoria viva, che sappia tradursi ogni giorno in responsabilità e impegno, non solo un giorno, anche se alcune date graffiano dentro. Eppure tutti i giorni occorre impegnarsi perché il vero progresso sia crescere in umanità».
Lo sguardo di don Ciotti si è rivolto anche alla società moderna e quegli ideali su cui è nata la Costituzione in parte traditi da tutto ciò che ferisce l’umanità.
Con parole forti e senza giri di parole il sacerdote ha richiamato tutti a ciò che avviene intorno a noi: «Come trattiamo i migranti, la situazione nelle carceri, le morti sul lavoro, il precariato: questioni che feriscono l’umanità, sempre in divenire. Il processo di Liberazione non è ancora finito: quel sacrificio che questa sera ricordiamo non è terminato, è incompiuto nel nostro Paese e allora ricordiamo la Resistenza di ieri, ma sentiamo dentro le Resistenze di oggi. La libertà è un bene comune, è il motore più potente della storia, perché ci spinge a impegnarci contro le dittature, ed è un ideale di libertà che ha animato questi lavoratori. Un ideale che ha ispirato la nostra Costituzione e che in parte è stato tradito».
Don Ciotti e quell’abbraccio ai giovanissimi di Busto e Cassano
«Corruzione, ingiustizia, mafia sono nemici verso i quali occorre impegnarsi quotidianamente, con coraggio e prendendo coscienza di come ciascuno di noi possa fare la differenza».
I lavoratori della Ercole Comerio fecero una scelta: a noi il compito di non tradire il loro coraggio e di ricordare. La città di Busto Arsizio ha promesso di farlo.
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