Figli di una lega minore
Joey Sides è un tipico eroe delle "minors" nordamericane. Pochi soldi, tanta passione tra odore di letame, pullman rotti, tifosi esagitati e la "roulette delle carte di credito"
(d. f.) Episodio numero 7 della seconda stagione della rubrica di Marco Giannatiempo, curata dalla redazione sportiva di V2 Media/ VareseNews e dedicata alla cultura dell’hockey su ghiaccio. Tutto l’hockey, anche quello delle leghe minori del Nordamerica dove personaggi come Joey Sides sono diventati vere leggende. Tra l’incontro con un mito vero, tifosi esagitati, pullman rotti e roulette “delle carte di credito”.
“Alla balaustra” ha cadenza quindicinale e viene pubblicata il primo e terzo (ed eventualmente quinto) lunedì pomeriggio di ogni mese. Oggi – martedì 7 – è un’eccezione per la festività dell’Epifania. Gli otto racconti della prima stagione e i primi tre della seconda sono disponibili in calce all’articolo.
Spesso, non sempre ma sovente, raccontiamo storie di atleti che ce l’hanno fatta, di campioni sul ghiaccio e a volte anche fuori dalla pista, per i quali nella maggior parte dei casi si sono accesi i riflettori della National Hockey League, la lega professionistica più famosa del mondo. Ci sono poi anche giocatori che nell’Olimpo dell’hockey non ci hanno mai giocato, ma questo non significa che non abbiano vicende intense da raccontare, talvolta ancor più vicine alla realtà di tutti i giorni che noi stessi viviamo. La storia di Joey Sides è in effetti una di queste.
Joey nasce a Tucson, in Arizona, ma si trasferisce presto con la famiglia nell’Idaho, e più precisamente nella Sun Valley, a poca distanza da un importante comprensorio sciistico. La sua passione sin da piccolissimo è l’hockey su ghiaccio, merito del padre che gli mette in mano un bastone da gioco quando ancora non cammina e gli insegna a spingere in avanti un disco fatto di carta d’alluminio compressa. Naturalmente da ragazzino inizia a pattinare, ma le ore a disposizione non sono tante, quindi il padre decide di ricavare una pista in giardino: per farlo chiede a un amico pompiere di riversare dell’acqua in una struttura a catino che ha creato, che congela viste le temperature rigide.
La pista è un vero spettacolo, e di tanto in tanto qualcuno chiede il permesso di poterci pattinare; lo fa anche un giocatore di NHL in vacanza in quelle zone durante il lockout della lega del 1994-95. Permesso accordato, ovviamente, e quest’uomo entra sul ghiaccio prendendo in prestito un bastone. Joey ha solo nove anni ma se lo ricorda bene quel signore che pattinava quasi danzando sul ghiaccio: gli fa pure un assist grazie al quale segna. Quel giocatore era il leggendario Wayne Gretzky, e quella sera si fermò anche a cena dagli Sides.
La prima squadra per cui gioca ufficialmente Joey sono gli “Avon Old Farms School”, al college, per poi passare, al cambio della scuola, ai “Wentworth Institute of Technology”. Nelle leghe minori ci approda nel 2009: sono gli Arizona Sundogs a ingaggiarlo e con loro fa la prima trasferta che lo porta in Kansas, e più precisamente a Wichita dove ad attenderli ci sono i Thunder, la squadra locale. Appena entra sul ghiaccio sente un fortissimo odore di letame e poco dopo scopre che nella stessa arena abitualmente si svolge il rodeo: gli ingressi dei giocatori sono gli stessi utilizzati dai cavalli. Cose da leghe minori, gli spiegheranno.
Dopo 5′ si prende la prima penalità, i suoi Sundogs gestiscono bene l’inferiorità numerica, ma allo scadere dei due minuti non riesce a lasciare la panca puniti perché l’area consente ai tifosi di infilare le braccia al suo interno ed in effetti un tizio lo trattiene per la maglia. Lui si lamenta, inveisce, e dagli spalti qualcuno gli versa un bicchiere di birra in testa. L’arbitro vede, ma ci può fare poco e chiede a Sides di portare pazienza, perché quelle si, sono cose da leghe minori.
Trasferte dicevamo, un denominatore comune soprattutto nell’hockey nord americano con ore e ore di pullman, da una parte all’altra del Paese. Il veicolo della sua prima squadra non era messo molto bene; nella trasferta successiva in meno di 400 miglia si rompe per ben sei volte, e l’ultima di queste costringe i giocatori a spingerlo fino alla prima gas station, cosa che manda su tutte le furie i giocatori. Questi si ammutinano prima della trasferta successiva a Kansas City, ma la dirigenza minaccia il licenziamento di tutta la squadra, senza stipendio, allora su quel pullman ci salgono tutti, anche se a malincuore. Il problema è che tra i danni subiti nel precedente viaggio, c’era la rottura degli ammortizzatori, quindi a ogni dosso i giocatori vengono sbalzati talmente in alto da toccare con la testa il tetto del mezzo. Non è finita, qualche miglia più avanti scoppia una gomma, che i giocatori stessi devono sostituire; si continua e circa a metà del viaggio una densa cortina di fumo riempie l’abitacolo, decretando la morte celebrale del pullman. Tutti giù, si aspetta un nuovo mezzo che naturalmente non arriva; la partita con Kansas City salta e visto che è San Patrizio la squadra, a piedi, si fa una dozzina di chilometri e raggiunge un paese vicino festeggiando in una cittadina con birra e karaoke. Anche queste sono cose da leghe minori.
Altra trasferta, questa volta contro Laredo Bucks dove Joey viene preso di mira da Hans Benson, una sorta di goon (intimidatore ndr) di quasi 2 metri per 115 chilogrammi, che lo attacca con pugni pesantissimi. In qualche modo i compagni di squadra dello stesso Benson lo fermano (finirà la stagione con oltre 200′ di penalità) ma lui non contento distrugge il casco di Sides con i pattini… peccato che non vi fossero elmetti di scorta, e per minuti restanti Joey è costretto a chiedere in prestito il casco ad ogni cambio di linea. Cose da leghe minori.
L’hockey a questo livello significa pochi soldi, soprattutto se non si hanno sponsor, e in molte squadre c’è l’usanza della “roulette delle carte di credito”. Consiste in una cosa molto semplice: dopo la partita si va a cena e tutti i giocatori mettono in un cappello le proprie carte di credito; a fine pasto si chiede alla cameriera di estrarre tutte le carte di credito, meno una, quella che pagherà il conto. Per un totale che grossomodo equivaleva all’intero stipendio di un mese. Joey in questo è stato molto fortunato, visto che non ha mai perso. Questa usanza è tipica delle leghe minori.
Sfumate le chiamate in NHL, Joey ha provato la carriera europea, in Germania, Scozia e Olanda, in un campionato dove la metà degli stadi erano scoperti. Quindi si, leghe minori anche nel Vecchio continente per lui.
Lo scorso anno Joey Sides ha ufficialmente appeso i pattini al chiodo: il suo fisico è ancora prestante, se si escludono i cinque interventi chirurgici alla spalla a cui si è sottoposto a causa di infortuni durante il gioco, uno zigomo incrinato e qualche costola rotta. Della sua esperienza ricorda tante cose positive, la possibiltà di vivere di hockey anche se alle volte a fatica, la bellezza di far parte di una squadra e il grande calore che ha sempre ricevuto dai suoi tifosi, sensazione forse meno diretta ed intensa in NHL.
Il primo viaggio, subito dopo aver chiuso la sua carriera, lo ha fatto dall’Idaho a Brooklyn a bordo della Chevrolet Camaro che sognava sin da bambino, per iniziare una nuova vita con la sua ragazza. E nel tragitto che taglia in due il Paese si rende conto che ci sono miriadi di persone che conosce lungo l’interminabile strada: compagni di squadra, avversari, allenatori e luoghi che hanno fatto parte della sua incredibile avventura che di minore ha solo il livello di professionismo. E a volte neppure quello.
ALLA BALAUSTRA: PUNTATE PRECEDENTI
13. La squadra senza avversari
12. Non è mai troppo tardi
11. Zamboni, il genio del ghiaccio
10. Senza maschera e senza paura
9. La Kraut Line va alla guerra
Prima stagione – Tutti gli articoli
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