Dopo 34 anni inizia la demolizione del reattore della centrale nucleare di Caorso
Il più moderno impianto esistente in Italia è stato dismesso nel 1990, dopo il referendum del 1987 poi confermato nel 2011. Lo smantellamento, curato da Sogin, produrrà 3400 tonnellate di materiali
Mentre in Italia si torna a parlare di nucleare civile, inizia lo smantellamento del “cuore” della più grande centrale nucleare italiana dismessa, quella di Caorso vicino a Piacenza: la Sogin – la società di Stato incaricata del decommissioning degli impianti nucleari e della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi – ha iniziato nella centrale di Caorso le attività di smantellamento dei sistemi e componenti all’interno dell’edificio reattore. Questo progetto rappresenta un passaggio cruciale nel programma di dismissione dell’impianto emiliano, poiché segna l’attacco al cuore della centrale.
Saranno smantellate complessivamente 3.400 tonnellate di materiale, di cui circa l’88% sarà rilasciabile dopo le operazioni di trattamento e decontaminazione necessarie, mentre il restante 12% sarà gestito come rifiuto radioattivo e stoccato nei depositi temporanei del sito in attesa di essere trasferito al Deposito Nazionale, una volta disponibile.
Per ora siamo alle operazioni di “spooling”: i tecnici stanno tracciando i punti di taglio per smontare i sistemi e componenti in pezzi (spool). Tale lavoro è necessario per garantire che ogni elemento possa essere facilmente identificato e raggruppato in base al sistema di impianto di provenienza e alla sua eventuale contaminazione.
Le attività condotte finora hanno incluso la realizzazione dell’impianto elettrico di cantiere e proseguiranno con l’installazione dei mezzi per la movimentazione dei materiali smantellati e con l’allestimento dell’impianto per eseguire tagli a caldo, specificatamente progettato per affrontare i componenti più complessi per dimensione e spessore.
I primi sistemi e componenti ad essere smantellati saranno quelli posti a piano campagna, a livello del suolo. Una scelta dettata dalla necessità di liberare gli spazi per il passaggio dei materiali provenienti dagli altri piani dell’edificio reattore. A piano campagna si trova infatti un corridoio confinato, denominato waste route, realizzato da Sogin, dove i componenti tagliati verranno trasferiti in sicurezza nell’edificio turbina per essere eventualmente decontaminati, tagliati e ulteriormente ridotti di volume per facilitare la loro successiva gestione.
La centrale di Caorso, attiva tra 1981 e 1990, è stata la più importante e moderna centrale italiana, a fianco di quelle di Trino Vercellese (in Piemonte), Latina, Sessa Aurunca (Garigliano, Campania). In provincia di Varese invece c’era il reattore sperimentale del Ccr di Ispra, che è rimasto attivo dal 1968 al 1983, in sostanza contemporaneo dell’intera parabola del nucleare italiano.
Il reattore di Ispra verrà smantellato: operazioni al via a gennaio 2020
Lo stop al nucleare venne deciso con referendum abrogativo(due quesiti) nel 1987, confermato ulteriormente da voto popolare nel 2011.
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