Al Pirellone respinta la proposta di legge sul suicidio medicalmente assistito
La proposta di legge era stata presentata dall'Associazione Luca Coscioni. Il centrodestra ha sollevato una questione di costituzionalità e rivendica "la difesa e la cultura della vita". Critiche dalle opposizione: "Atteggiamento pilatesco"
Il consiglio regionale respinge – per ora in commissione – la proposta di legge “Liberi subito” sul suicidio medicalmente assistito, presentata dall’Associazione Coscioni: si è tenuta oggi la seduta congiunta della Commissione II Affari istituzionali ed Enti locali, presieduta dal consigliere regionale Matteo Forte e della Commissione III Sanità, presieduta dal consigliere regionale Patrizia Baffi.
«La votazione ha espresso chiaramente una posizione convergente di diverse sensibilità sulle posizioni già espresse a suo tempo da Fratelli d’Italia rispetto al fine vita» ha commentato Christian Garavaglia, capogruppo FDI in Consiglio regionale. «Permangono, infatti, criticità su aspetti tecnici e giuridici nonché di competenza, oltre a valutazioni che poniamo dal punto di vista etico e culturale: Fratelli d’Italia ha sempre scelto la difesa e la cultura della vita e le risposte non si possono trovare esclusivamente all’interno di un iter terapeutico o di procedure medicali. Siamo per il supporto ai pazienti gravemente ammalati attraverso procedure già in essere presso le stesse Asst. La terapia del dolore e le cure palliative sono e rimangono gli strumenti affinchè sia il malato che i propri famigliari possano pienamente accedervi al fine di lenire le sofferenze. Queste sono le nostre priorità».
«Da un punto di vista tecnico e normativo, dopo l’iter che ha visto numerose audizioni, con differenti realtà e soggetti, che hanno rappresentato le proprie posizioni al riguardo, abbiamo con massima trasparenza e chiarezza affrontato, sotto diversi profili e contenuti, i vari punti del progetto di legge, dando ascolto e presenza ai tanti punti di vista» ha commentato il Presidente della III Commissione Sanità, Patrizia Baffi. «Come peraltro evidenziato in più audizioni, abbiamo sempre sostenuto sia la difesa del bene vita così come il pieno e totale supporto ai malati, attraverso servizi e percorsi che già le Aziende Socio Sanitarie Territoriali prevedono, rivolti alla terapia del dolore e alle cure palliative».
«La posizione che sempre abbiamo sostenuto è che tale provvedimento non sia di competenza regionale e, quindi, vi è una pregiudiziale di costituzionalità. Tra i docenti di Diritto costituzionale, infatti, vi è la sottolineatura del fatto che la sentenza n. 242 del 2019 è intervenuta a dichiarare parzialmente illegittimo l’art. 580 del codice penale relativo all’agevolazione dell’esecuzione del proposito suicidario» ha evidenziato il presidenti di Commissione II e relatore di maggioranza (FDI) Matteo Forte.
Non nascondono il disappunto i consiglieri regionali di Italia Viva, il varesino Giuseppe Licata e la capogruppo Lisa Noja: «Oggi in commissione consiliare era in discussione la proposta di legge popolare su suicidio medicalmente assistito ma nonostante le dichiarate aperture del Presidente Attilio Fontana, la destra ha deciso di affossare la proposta di legge popolare su suicidio medicalmente assistito, nascondendosi dietro un comportamento pilatesco».
Molto dura la consigliera Noja: «Quanto accaduto oggi in commissione è gravissimo. Prima la maggioranza ha scelto l’astensione sugli emendamenti che avrebbero apportato miglioramenti alla legge, ben sapendo che, così facendo, sarebbero stati bocciati. Poi ha annunciato che intende presentare una pregiudiziale di costituzionalità in aula, impedendo di fatto ogni possibilità di discussione».
«Stiamo parlando di una legge di civiltà – conclude Licata – che si limita a prevedere le procedure per dar seguito a quanto previsto dalla Corte Costituzionale, risparmiando a persone gravemente malate di dover ricorrere al giudice per ottenere un diritto ormai riconosciuto di accedere al suicidio medicalmente assistito. La maggioranza ha così scelto di abbandonare cittadini gravemente malati nel momento di massimo bisogno e di scaricare sui medici il peso di scelte di cui invece dovrebbe farsi carico una politica degna di questo nome».
«Dal centrodestra ci saremo aspettati coraggio, in un senso o nell’altro, abbiamo invece assistito al triste spettacolo offerto dai partiti di maggioranza che invece di esprimersi hanno preferito nascondersi dietro la ricerca di possibili cavilli, che consentirebbero loro di non prendere posizione» aggiungeNicola Di Marco, capogruppo del Movimento Cinque Stelle, che ha sostenuto il testo della proposta di legge “Liberi subito” presentato dall’Associazione Coscioni.
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