Varesefocus: l’edizione dei 25 anni della rivista di Confindustria Varese riflette sul giornalismo locale
La rivista, che da un quarto di secolo rappresenta la voce delle imprese di Varese, propone nell'edizione celebrativa di questo mese una riflessione approfondita sul ruolo del giornalismo locale
Varesefocus celebra i suoi 25 anni con un numero speciale dedicato a questo importante anniversario. La rivista, che da un quarto di secolo rappresenta la voce delle imprese di Varese, propone in questa edizione celebrativa una riflessione approfondita sul ruolo del giornalismo locale.
«E’ un anniversario che vogliamo ricordare secondo il nostro stile – conferma il direttore di Confindustria Varese Silvia Pagani nel suo editoriale di presentazione – Senza autocelebrazioni, ma cogliendo l’occasione per fare il punto sul panorama del giornalismo locale sul nostro territorio. Uno spaccato nel quale il nostro magazine ha ricoperto un ruolo ben preciso in questo primo quarto di secolo di vita: quello di raccontare il mondo delle imprese e, allo stesso tempo, di raccontare il mondo attraverso gli occhi delle imprese. È ciò che rappresentiamo all’interno dell’informazione varesina».
Questo punto di vista permette alla rivista di analizzare la realtà economica, sociale e territoriale del territorio attraverso articoli, interviste, inchieste, podcast, video e post sui social network: «Siamo una testata multimediale, legata inevitabilmente alla attività di comunicazione di un attore sociale, ma i nostri contenuti non sono la semplice riproposizione della rappresentanza del mondo produttivo» sottolinea Pagani.
Silvia PaganiL’obiettivo di Varesefocus è quello di «Offrire spunti di riflessione su temi che altri trascurano o sui quali altre testate giornalistiche prestano, per scelte editoriali differenti, meno attenzione – spiega la direttrice di Confindustria Varese – Non avrebbe senso cercare di andare in sovrapposizione o in concorrenza con tanti professionisti che fanno già bene il loro mestiere, con i quali, tra l’altro, Confindustria Varese già collabora in termini di contenuti attraverso il proprio ufficio stampa. Lo spazio che ci siamo ritagliati nel tempo è un altro: farci domande diverse da quelle che ogni mattina si pongono le redazioni delle testate quotidiane. O, quando i dubbi e le curiosità sono più o meno identiche, di dare risposte differenti, perché differente è, appunto, il punto di osservazione da cui partono le aziende».
Questo approccio si riflette anche nel modo in cui vengono trattati gli argomenti, un unicum nel panorama del giornalismo locale: testi lunghi, focus tematici scomposti in numerosi articoli che esaminano uno stesso argomento dal micro al macro, dal locale al nazionale, con numeri, interviste, storie e opinioni.«In un certo senso andiamo controcorrente rispetto all’iper-velocità a cui ci ha abituato (o per certi versi assuefatto) oggi la comunicazione – continua Pagani – Quello che proponiamo al nostro lettore sono i tempi lunghi che richiede l’approfondimento ragionato, perché pensiamo ci sia bisogno anche di questo tipo di informazione. Sulla carta, così come sul web».
Il numero però, come sottolineato fin da subito, non è e non vuole essere autocelebrativo: «Abbiamo dedicato questa edizione ad una sorta di chiacchierata con tutti gli altri operatori dell’informazione varesina. Che ci hanno spiegato come sta cambiando il loro mestiere e come lo stanno interpretando sulle pagine dei loro giornali, sui loro siti Internet, sulle loro emittenti televisive e nelle tante iniziative che si affiancano alla pura attività giornalistica».
Un percorso che ha un filo conduttore: un giornale oggi non è più solo un giornale. «Deve andare oltre se stesso e al suo ruolo tradizionale di riportare o raccontare fatti per essere un punto di riferimento per la propria comunità – continua Pagani – Ognuno inevitabilmente ha la sua. Per affinità di intenti e visioni. Per senso di appartenenza a luoghi, argomenti e sensibilità. Dalla nostra inchiesta emerge un grande fermento giornalistico in provincia di Varese. Ne beneficia sicuramente il valore assoluto del pluralismo. Ma è un fenomeno che forse offre una nuova chiave di lettura: quella per la quale una società (anche locale) sempre più complessa ha bisogno di più voci per essere interpretata nella sua interezza. Soprattutto in territori, come quello varesino, dalle tante vocazioni e differenze. Non solo geografiche».
Con un “consiglio” finale ai media territoriali: «Ritagliarsi un proprio ruolo importante in una o più comunità precise di lettori, anziché rincorrere a vuoto numeri di utenza pronti a sfumare da una copia all’altra o da un click all’altro, potrebbe rappresentare anche una nuova strategia per sperimentare nuovi modelli di sostenibilità economica dell’informazione di cui Varese sta facendo da laboratorio e di cui un settore da anni in crisi ha estremamente bisogno. Ma servono anche nuove e giovani professionisti e scuole che li preparino. È anche qui con l’Its Incom Academy di Busto Arsizio, di cui parliamo in questo numero, il territorio è in prima fila».
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