Munch: memorie di realtà a Palazzo Reale
Una mostra che racconta una vita d'artista attraverso le opere. Dopo 40 anni torna a Milano la grande opera pittorica di Edward Munch
Dopo quasi quarant’anni Milano ci riporta la grande opera pittorica di Edward Munch con tutta la sua carica esistenziale e emotiva, con tutta l’allarmante tensione alla malinconia, alle irrisolte problematiche dell’amore e del sesso, all’aspro senso della gelosia, alla indefinita paura della solitudine e della morte, alla dimensione dell’eterno. Tematiche universalmente presenti nel nostro quotidiano esistere oggi troppo spesso esorcizzate dalle dissonanti voci del Web e dalle nuove tecnologie ma che grazie alla esposizione milanese ritornano in campo con piena cittadinanza e interpellano il nostro percorso esistenziale.
La mostra milanese non declina però solo la drammaticità della vita suggerito in modo universalmente esplicito dall’URLO (opera emblematica nel percorso pittorico di Munch), ma mostra una pittura che partendo da una riflessione attorno all’Impressionismo e a un certo Simbolismo, porta a quel modo nuovo del dipingere proprio dell’Espressionismo. Dall’Espressionismo tedesco di Die Bruke ma con più ansia esistenziale, e alla violenza cromatica dei francesi Fauves. La modernità e l’attualità di Munch è in questa capacità di sintesi e nel saper affrontare, tutte le proprie angosce esistenziali, tutti i tormenti della sua vita e trasmetterli, attraverso le tele, alle nostre esistenze, al nostro farsi parte dell’esposizione.
Ecco allora lavori come Melanconia del 1927, il Rosso e il Bianco del 1900, Notte Stellata (seconda versione) del 1924 o Ragazze sul Ponte del 1927 (sempre seconda versione, nella prima la ragazza in primo piano è rivolta verso lo spettatore), che pittoricamente vanno al di là del puro dato di realtà e che attraverso le proprie modalità espressive: linee scure di contorno, colori slavati e acidi, sintesi compositiva attestano tutta la carica espressiva di un certo Espressionismo.
Ragazze sul Ponte del 1927 è una composizione d’ ampia sintesi pittorica, che riduce gli elementi della composizione a poche zone, la massa del verde, il sentiero che si allunga sulla superficie della tela, la balaustra del ponte dove si appoggiano le fanciulle, il taglio netto della composizione che isola il verde e la casa e che si specchiano nell’acqua, tutto attraverso una colorazione slavata, trasparente allusiva, lontana da ogni dettaglio realistico. Oppure Notte Stellata del 27, dove l’intensità espressiva è legata alla spazialità che la tela offre, in una dimensione evocativa, simbolica, legata al tema esistenziale dell’infinito, del mistero notturno e delle mozioni che evocano poiché la realtà non è un semplice dato visivo ma memoria di ciò che si è visto.
Più che la storia di uno stile (post-impressionismo, simbolismo, post-espressionismo) la mostra racconta una vita, con tutte le sue contraddizioni, mostrata senza paura e senza nascondimenti e lo fa attraverso la modalità operativa della pittura, regalando così, ai tanti visitatori, la possibilità di potersi risintonizzare sull’esistenza stessa, sulla sua propositività, nonostante l’infelicità e la cupezza del momento poiché la leggerezza dell’arte non dimentica mai la ricchezza che ogni destino umano porta con sé.
MUNCH il grido interiore
Palazzo Reale, Milano
14 settembre 2024 26 gennaio 2025
Inf: 02-8929921
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