Villa Saccal verso lo sgombero a Rescaldina
Villa Saccal è tornata nei giorni scorsi tra i banchi del consiglio comunale cittadino tramite un'interrogazione di CambiaRescaldina
Villa Saccal verso lo sgombero. Si profila una svolta per la vicenda che in primavera ha infiammato la campagna elettorale e ha acceso i riflettori su Rescaldina i riflettori della tv nazionale, portando in paese le telecamere di “Fuori dal Coro”: vicenda tornata nei giorni scorsi ancora una volta tra i banchi del consiglio comunale cittadino per il tramite di un’interrogazione presentata dalla civica di centrodestra CambiaRescaldina.
La storia di Villa Saccal
Quella di Villa Saccal, villa padronale da oltre 3mila metri quadri dove decenni fa vivevano i titolari dell’omonima tessitura, è una storia che parte da lontano. Senza tornare agli antichi fasti di quando era abitata dai proprietari, con la pista di go kart privata oggetto delle “brame” degli allora ragazzini del paese, molti dei quali oggi sono nonni, per capire come si è arrivati alla situazione attuale è sufficiente tornare ai primi anni 2000.
Allora l’area, ormai di proprietà della Metallurgica Legnanese, finì al centro di un piano attuativo – e della relativa convenzione con il Comune – che prevedeva la realizzazione del capannone industriale poi effettivamente costruito, dei palazzi oggi visibili dietro l’Eurospin, dei parco commerciale, della scuola materna di via Gramsci e della nuova piazza Mercato. Villa Saccal avrebbe originariamente dovuto rimanere di proprietà privata a diventare una struttura sanitaria o alberghiera.
Poi nel 2010 una prima sterzata nel progetto, con la piazza Mercato sostituita nella convenzione da una piscina, grande cavallo di battaglia all’epoca un po’ di tutte le forze politiche. Anche questa versione del progetto, però, non è mai andata in porto: nella versione finale, niente più piscina ma un Centro Diurno Disabili e dagli arredi per la scuola materna e la villa padronale ceduta al comune in cambio di una volumetria complessiva data dalla superficie dell’immobile, da quella già esistente e da un 10% extra che avrebbero potenzialmente potuto portare alla costruzione di un palazzo da 26 metri che anni fa aveva agitato non poco gli animi della politica. Come da allora in poi li ha sempre agitati il futuro di Villa Saccal, che si scontra invariabilmente con i costi non indifferenti di ristrutturazione.
L’assessore: “Nel più breve tempo possibile lo sgombero”
Comunque lo sia diventata, oggi Villa Saccal è proprietà del Comune e darle un futuro sarà sicuramente uno dei nodi che l’amministrazione Ielo dovrà affrontare nei prossimi anni, a partire dall’occupazione abusiva che tanto ha fatto discutere in primavera. «La Polizia Locale ha nuovamente identificato lo scorso 31 agosto nella Villa Saccal la persona che già in passato, alternando periodi di permanenza a periodi di prolungata assenza, aveva impropriamente utilizzato uno spazio dell’immobile come giaciglio per non dormire all’addiaccio – ha spiegato rispondendo all’interrogazione l’assessore alla partita Rosario Vitolo -. La persona in questione, che nel periodo estivo sembrava essersi di nuovo allontanata dal territorio di Rescaldina, dopo qualche giorno dal suo rintraccio è stata ricevuta dal sindaco. In quella sede gli è stato fatto presente che la sua situazione di marginalità deve essere assolutamente rimossa con l’abbandono immediato e perentorio dei locali prima che il Comune intraprenda le conseguenti azioni di sgombero coatto».
«A fronte dell’impossibilità dell’ente di prendere in carico questa persona – ha aggiunto Vitolo -, ho avviato interlocuzioni informali con un importante istituto caritatevole di Milano al fine di verificare la possibilità di fornirgli un supporto da parte del loro servizio legale volto a verificare le migliori soluzioni giuridiche che possano consentirgli di avviarsi verso la fuoriuscita dal limbo della marginalità in cui attualmente sembra sia incastrata e ospitarlo nel loro dormitorio. Ho anche contattato personalmente sempre un ulteriore dormitorio di Legnano. È stato disposto che gli uffici approntino e preparino, anche con effetto sorpresa, nel più breve tempo possibile le azioni necessarie per lo sgombero, accompagnate contemporaneamente dall’individuazione e dalla indicazione alla persona di dormitori in cui possa essere ospitato, poiché allo stato ci è preclusa ogni possibilità di sostegno e accompagnamento non essendo egli residente nel nostro Comune».
«Lo sgombero prossimamente da effettuarsi non nasce da una esigenza di stretta tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, ma da un’avvertita sensibilità nei confronti della situazione di marginalità emergente che possa mettere la persona in relativa sicurezza, orientati come siamo al riconoscimento della dignità della persona umana al di là di ogni circostanze e condizione – ha concluso l’assessore ai Servizi sociali e alla Polizia Locale -. Non vogliamo lasciare nulla di intentato poiché riteniamo in coscienza che sia un peccato grave di omissione che questa persona venga lasciata all’addiaccio, nella nostra comoda indifferenza, anche ad affrontare il prossimo inverno. Per noi sicurezza e umanità sono sorelle inseparabili».
CambiaRescaldina: “Speriamo in una soluzione il prima possibile”
Parole, quelle di Vitolo, che hanno trovato complessivamente d’accordo anche la minoranza. «Sembra che in tre mesi l’assessore Vitolo abbia fatto più di quanto vivere Rescaldina nella vecchia composizione abbia fatto in sei anni – ha commentato il consigliere di opposizione Matteo Longo -. In sei anni si è tollerata l’occupazione facendo qualche piccolo atto per provare a limitare questo problema; quantomeno adesso c’è stato un incontro, un interessamento che è gradito anche da parte nostra e può essere un buon passo per la risoluzione del problema. Mi chiedo nei sei anni precedenti chi era al suo posto cosa abbia fatto».
«Quello che ci ha fatto riflettere, ed è anche uno dei motivi per cui abbiamo presentato l’interrogazione, è che abbiamo chiesto di poter accedere ai vari plessi comunali per una visita e ci è stato risposto che bisognava approfondire le condizioni di sicurezza, anche in considerazione delle diverse condizioni di agibilità – ha aggiunto Longo -. Sicuramente Villa Saccal rientrerà tra gli edifici che non sono agibili, quindi ci fa pensare che lì dentro ci abiti una persona cui potrebbe crollare un solaio in testa. Anche il nostro obiettivo è quello di tutelare anche la persona, però secondo noi tutelarla tollerando per sei anni l’occupazione di un edificio che non è agibile, non era il modo giusto. Ci sembra che qualche passo si stia facendo, ci auguriamo che l’assessore prosegua in questa strada e si arrivi il prima possibile ad una soluzione».
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