Via libera al progetto per la messa in sicurezza del bosco delle “Terre nere” a Rescaldina
Il semaforo verde al progetto è arrivato nei giorni scorsi dagli uffici di Piazza Chiesa, contestualmente alla chiusura della relativa Conferenza dei Servizi
Via libera al progetto di messa in sicurezza dell’area boschiva che tutti a Rescaldina conoscono come “Terre nere”, porzione di un appezzamento da quasi 7mila metri quadri donato nel 2006 al comune che già da tempo è finita al centro di indagini ambientali. Il semaforo verde al progetto è arrivato nei giorni scosrsi dagli uffici di Piazza Chiesa, contestualmente alla chiusura della relativa Conferenza dei Servizi.
L’area, che un paio di anni fa è stata sottoposta ad un procedimento di caratterizzazione ambientale, a prima vista sembra non far registrare nulla da segnalare ma presenta in realtà un «collinetta» di 3mila metri quadri circa con un’altezza massima di tre metri, che in base a quanto emerso dalle indagini «sembrerebbe essere omogeneamente costituito – si legge nella relazione del progetto di messa in sicurezza – da materiale terroso di natura antropica frammisto a scorie di fonderia e rari elementi costituiti da mattoni, laterizi e calcestruzzo».
I rischi di inquinamento, come era emerso fin da subito, non riguardano tanto le falde, dal momento che non sono stati rilevati inquinanti che possano percolare nel terreno, quanto le polveri e il contatto con la pelle, e per questo, in attesa di una soluzione definitiva, l’area era stata circoscritta, in modo da non poter essere più essere utilizzata, come ad esempio tempo fa succedeva spesso, da parte dei più giovani per il ciclocross.
Per le messa in sicurezza, scartata l’opzione di rimuovere la “collinetta” che «risulterebbe oltre che onerosa per il Comune penalizzante per le aree circostanti e troppo invasiva per la salvaguardia del bosco stesso», si è scelto di realizzare una barriera che «prevede la posa di terreno coltivo a copertura dei terreni esistenti su tutta la superficie della collinetta, per uno spessore modesto»: si parla di circa 25 centimetri, in modo da «evitare il soffocamento delle specie presenti riducendo gradualmente tale spessore in prossimità delle alberature».
Si dovrà quindi innanzitutto sfoltire la vegetazione nell’area e rimuovere gli alberi già morti o comunque in cattive condizioni – 38 in tutto -, per poi procedere alla posa del terreno e alla messa a dimora di una quindicina di nuove piante caratteristiche del bosco sui sentieri presenti sulla collinetta. Per garantire la salvaguardia del sistema bosco e mantenere in salute arbusti e cespugli, il terreno verrà «posato con piccoli mezzi meccanici e sistemato prevalentemente a mano ove necessario».
L’intervento, al netto degli imprevisti meteo, richiederà un centinaio di giorni lavorativi. Ai lavori seguirà il monitoraggio per «garantire che il pacchetto di separazione non venga alterato e/o rimosso se pur parzialmente».
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