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Una lite per il controllo della piazza di spaccio, così è stata ferita la donna nigeriana nei boschi di Tradate

Le indagini avviate dai Carabinieri di Tradate, si sono concluse oggi, sabato 20 luglio. Sono state eseguite tre ordinanze di custodia cautelare: due in carcere e una con obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, per tentato omicidio in concorso

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Un agguato per il controllo della piazza di spaccio: è questo, come inizialmente ipotizzato, il movente che ha portato al ferimento, con lo scopo di uccidere, di una donna nigeriana.

Nel pomeriggio del 7 aprile scorso, a ridosso dell’area boschiva del comprensorio del Parco Pineta di Tradate, la vittima, che saltuariamente si prostituiva in quella zona,  aveva avuto una discussione animata con due uomini italiani, fiancheggiatori di un gruppo di pusher magrebini dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti in quella zona.

I due italiani, infastiditi dalla presenza della donna nella vicina piazza di spaccio, si sono rivolti ai due pusher di origine magrebina che, usciti dall’area boschiva, hanno minacciato di morte la vittima intimandole di lasciare la zona. La donna che stava salendo sull’auto di un suo cliente, è stata raggiunta da un colpo di arma da fuoco che l’ha colpita all’addome.

La vittima è riuscita a chiedere aiuto ad un’altra donna, una connazionale, che poco più avanti attendeva dei clienti.

In quel momento le due donne hanno visto i due italiani ripulire il terreno, probabilmente per occultare le tracce di sangue.
La vittima è stata trasportata da un’automobilista in transito, all’Ospedale di Tradate dove è stata sottoposta ad un delicato intervento chirurgico.

Le indagini immediatamente avviate dai Carabinieri della Tenenza di Tradate, coordinate dalla Procura della Repubblica di Varese, si sono concluse oggi, sabato 20 luglio: sono state eseguite tre ordinanze di custodia cautelare di cui due in carcere e una con l’applicazione dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria per tentato omicidio in concorso.

È stato colpito dalla misura della custodia in carcere un 22enne marocchino e irregolare, considerato l’esecutore materiale del ferimento, mentre i fiancheggiatori italiani, un 30enne ed un 28enne senza fissa dimora e legati al mondo degli stupefacenti, sono statti raggiunti rispettivamente dalla custodia in carcere per il primo e dall’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria per il secondo.

Durante le indagini, è emerso che il ragazzo marocchino di 22 anni, come fornitore, insieme ai due italiani e a una donna italiana di 26 anni, tutti con il ruolo di sentinelle, detenevano marijuana, hashish, cocaina ed eroina che vendevano ai loro clienti. Per questo motivo, sono stati accusati anche di detenzione ai fini di spaccio di droga.

Il caso di Tradate mostra ancora una volta come questi gruppi di spacciatori siano disposti a tutto per controllare il territorio. Le indagini sono ancora in corso e si sta cercando di identificare un secondo uomo di origine magrebina coinvolto nella vicenda. La posizione degli indagati è chiaramente al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, che dovrà definire in sede processuale le responsabilità penali.

 

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Roberta Bertolini
roberta.bertolini@varesenews.it
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Pubblicato il 20 Luglio 2024
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