Arresto in flagranza a Besana in Brianza per maltrattamenti nei confronti di un familiare
L’intervento è stato effettuato nell’ambito di verifiche conseguite a una segnalazione al Comandi dell’Arma effettuata dai Servizi sociali del Comune
Nel pomeriggio di mercoledì 12 giugno, a Besana in Brianza, i Carabinieri della locale Stazione hanno arrestato un 68enne italiano, incensurato, colto nella fragranza di maltrattamenti nei confronti del figlio 39enne.
L’intervento è stato effettuato nell’ambito di verifiche conseguite a una segnalazione al Comandi dell’Arma effettuata dai Servizi sociali del Comune.
I militari hanno raggiunto l’abitazione indicata, dove la madre del 39enne riferiva che, sebbene il figlio fosse affetto da problemi di salute, negli ultimi tempi non era seguito da alcun professionista o struttura sanitaria, per volontà del marito; l’uomo, al momento fuori casa per una passeggiata con il padre, nei giorni precedenti si era dimostrato particolarmente aggressivo, tanto da dover essere immobilizzato per evitare che potesse cagionare a sé o ad altri del male.
Gli operanti raggiungevano i due familiari in un’area verde poco distante e trovavano il giovane visibilmente trasandato, seduto sull’erba in stato confusionale e legato ad una corda che gli cingeva la vita e sostenuta dal padre, distante pochi metri. Il genitore si giustificava adducendo il timore che il figlio potesse scappare improvvisamente e si opponeva all’intenzione dei militari di chiamare il personale sanitario, asserendo che il figlio non avesse alcun problema di salute ma fosse bensì posseduto da un demone. Per tale motivo, a suo dire, aveva condotto il giovane da alcuni sedicenti mistici che lo avevano sottoposto a taluni rituali.
A seguito dell’intervento del 118, la vittima è stata trasportata in codice verde presso l’Ospedale di Vimercate, mentre il padre veniva dichiarato in arresto e, al termine delle formalità di rito, su disposizione del pubblico ministero di turno della Procura della
Repubblica di Monza, è stato associato presso la locale Casa circondariale. Si precisa che l’indagato è da ritenersi innocente fino ad eventuale sentenza definitiva di condanna.
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