Solitudini
di Angela Borghi
Qui si può restare soli, certe notti qui
Certe notti il cielo è lontano e pieno di puntini luminosi che brillano per gli abitanti di altri pianeti. È buio sul lungofiume, diventato da tempo la mia casa. Fa freddo, anche se è maggio, e gli ippocastani nei parchi sono già fioriti. Ho cenato alla mensa dei poveri con un pasto che non mi ha riscaldato. I ricordi mi hanno sorpreso, stasera, e sento la nostalgia della mia vita di prima, quando avevo qualcosa, e lo sguardo di una donna che si posava su di me. Ho buttato via tutto: i soldi, l’amore, la casa, ingoiati da un mostro di luci colorate che avevo scambiato per stelle. Preso dalla mia follia non mi sono neppure accorto che lei, stanca, mi cacciava dai pensieri e se ne andava.
Gli occhi delle passanti mi sfiorano per pochi secondi e scivolano subito verso il fiume e le luci della città. Ora sono un’ombra invisibile che passa senza lasciare impronte e non si riflette sulla superficie dell’acqua.
Certe notti il cielo è vicino e nel buio le lucciole sono puntini luminosi che brillano intorno a me. Da tempo non passeggiavo lungo il fiume, a sentire i profumi di maggio che escono dai parchi, dove gli alberi hanno i colori delle fioriture. Il ghiaccio che ho avuto sul cuore si scioglie. Nell’aria leggera ricordo il mio amore sbagliato, e non ho nessuna nostalgia. Sono una donna diversa, ho cambiato pettinatura, modo di vestire. Ho lasciato indietro chi non aveva più occhi per me, ma inseguiva il suo gioco, diventato un mostro che divorava il nostro tempo insieme e le nostre cose. Non so più nulla di lui, cammino da sola ora e mi sento bene.
Incontro qualche passante, coppie che si godono la serata di primavera. Sorrido a tutti, nel buio. Mando un sorriso silenzioso anche a un senzatetto, una figura solitaria seduta sotto un ponte. Non si accorge di me, mi lancia uno sguardo di sfuggita ma torna subito a guardare verso l’acqua nera del fiume e a inseguire i mulinelli intorno ai pilastri tra le campate.
Racconto (e foto) di Angela Borghi (www.ilcavedio.org) – Ispirato a Certe notti di Luciano Ligabue, 1995. Tratto da “Non sono canzonette” Edizioni IL CAVEDIO
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