Trattori parcheggiati a Varese: gli agricoltori portano le ragioni della protesta a Villa Recalcati
Incontro tra una delegazione e il Presidente della Provincia Marco Magrini che ha promesso di sostenere le ragioni del settore. Sulla minaccia della peste suina si dice preoccupato: "Se arriverà, non chiuderemo i boschi ma ci saranno regole stringenti"
Trattori in piazza questa mattina a Varese. I mezzi agricoli sono stati parcheggiati in piazza Monte Grappa, dal lato di corso Matteotti. Anche gli allevatori e agricoltori del Varesotto sono mobilitati contro il PAC, la Politica agraria comunitaria che, nata a sostegno della categoria, “ si è evoluta in soli limiti, imposizioni e divieti che oggi non ci permttono di svolgere il nostro lavoro in modo efficace”.
La richiesta di difendere il prodotto italiano e il “Made in Italy” è stata portata a Villa Recalcati, nella sede della Provincia di Varese, direttamente al Presidente Marco Magrini. Benché l’ente provinciale non abbia più deleghe sull’argomento, sottratte in seguito alla legge Delrio, Magrini ha discusso insieme alla delegazione con competenza e cognizione dato il suo ruolo professionale a capo del Dipartimento veterinario di Ats Insubria.
DIFESA DELLA SALUTE PUBBLICA E DELLA QUALITÀ DEL PRODOTTO
«Ho scelto di fare il veterinario perchè sento il dovere di proteggere la salute pubblica e la qualità del prodotto – ha ricordato il Presidente – conosco bene quante regole dovete rispettare, per poter garantire la qualità che tutela la salute del consumatore. Tutti i giorni, con i veterinari di Ats, siamo nelle vostre aziende e verifichiamo l’impegno che ci mettete per fare il vostro lavoro».
SOSTENIBILITÀ DELLA FILIERA
Agricoltori e allevatori, ancora una volta, hanno sollevato il problema della sostenibilità di una filiera che è vittima di imposizioni e regole: « Non ci sentiamo più rappresentanti dalle nostre associazioni di categoria che riteniamo compartecipi di politiche agricole scellerate e tale da condurci nello stato attuale a una situazione di drammatica gravità» affermano gli agricoltori.
CONTENIMENTO DELLA FAUNA SELVATICA E PESTE SUINA
Tra le richieste urgenti c’è il contenimento della fauna selvatica, un tema che il presidente Magrini sta seguendo nel suo doppio ruolo istituzionale: « È un settore su cui occorre arrivare a una sinergia tra enti e cacciatori. Fino a oggi sono stati abbattuti molti cinghiali, circa 2000, ma non è ancora sufficiente, dati i danni che provocano costantemente al territorio e agli agricoltori in particolare. C’è poi il grande rischio che arrivi anche nella nostra provincia la peste suina su cui Regione Lombardia sta lavorando con grande impegno. Il problema è che questi sono animali forti, che superano ostacoli anche impegnativi. Sono esemplari ibridati con i suini e hanno raddoppiato la loro capacità di riprodursi. La peste suina è una minaccia seria, che qui abbiamo già vissuto nel 1995. Immagini che non si dimenticano facilmente: il lavoro per evitare che arrivi nei territori è tanto ma il rischio è comunque elevato. Nel caso dovessimo arrivare ad arginare i contagi, verranno imposte regole stringenti a chi andrà nei boschi, per evitare la diffusione di un virus ostico. I boschi non saranno chiusi ma saranno imposte regole severe».
La caccia ai cinghiali rimare uno dei principali deterrenti così come l’abbattimento di specie che stanno diventando sempre più invasive : « Io sto spingendo perchè si adottino misure per attirare questi esemplari fuori dalle oasi dove si rifugiano. Ma ci vuole l’accordo con i cacciatori».
CULTURA DEL PRODOTTO DI QUALITÀ PER ARGINARE LA CONCORRENZA SLEALE DEL PRODOTTO ESTERO
Sul tema della sosteniblità della filiera agroalimentare, Marco Magrini si mette a disposizione per sostenere nei tavoli aperti le ragioni del mondo agricolo. Al di là delle misure adottabili nel breve periodo, Magrini sottolinea la necessità di investire sulla formazione degli operatori perchè lavorino nel segno del prodotto di qualità, che deve diventare un segno distintivo di una provincia votata al benessere e al turismo: « Abbiamo fatto errori in passato, come la Centrale del Latte di Varese, da cui ripartire con un impegno nuovo e motivato. Chi lavora nel settore agricolo è lui stesso garante della qualità del territorio, della sua piena fruibilità. Sostenere chi produce italiano, con le regole stringenti per garantire la massima qualità del prodotto deve diventare un impegno di tutti, fino ai consumatori che sanno di poter avere prodotti a km 0, freschi e salubri, senza antibiotici o agenti chimici come quelli che arrivano dall’estero, facendo concorrenza sleale, perchè più economici ma anche meno sani».
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