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Il 74% dei comuni della provincia di Varese ha un’aliquota Irpef unica. E a pagare sono i cittadini più deboli

Il 28 febbraio Cgil, Cisl e UIl presenteranno all'Unahotels la nuova piattaforma unitaria per la contrattazione territoriale. "Così si dà voce agli invisibili"

sindacato

Si chiama contrattazione territoriale e sociale ed è fatta dalle organizzazioni sindacali confederali e i comuni. Un confronto utile ma non obbligatorio per gli enti, che possono pertanto rifiutarlo, semplicemente non rispondendo alla richiesta del sindacato.
A ben vedere, però, obbligatoria dovrebbe esserlo, considerata l’importanza che ricopre nell’integrazione e nella difesa dei redditi dei cittadini, soprattutto di quelli delle fasce più deboli. Gli effetti della contrattazione, dove viene fatta, si avvertono nel livello e quantità dei servizi erogati e nella perequazione fiscale.
Più in generale, questo tipo di contrattazione potrebbe essere lo strumento per aiutare il territorio a mettere in pratica una sostenibilità integrale, vale dire: economica, sociale e ambientale.
(nella foto da desta: Pierluigi Pratola, Francesco Vazzana e Paola Gilardoni)
«Se pensiamo alla fiscalità – sottolinea Paola Gilardoni della Cisl dei Laghi – va ribadito il fatto che il 97% del gettito dell’Irpef comunale arriva dai lavoratori e dai pensionati. Il 74% dei Comuni per l’addizionale comunale Irpef applica un’unica aliquota, perlopiù la massima dello 0,8%, dimenticando la progressività. Inoltre, entro il mese di maggio  dovranno anche scegliere se passare da quattro a tre aliquote, come ha fatto il Governo. Occorre alzare le soglie di esenzione per i meno abbienti e prendere in considerazione una politica delle tariffe adeguata, ricordando che l’Iva sul gas passerà dal 5 % al 22%».

C’è poi il capitolo Pnrr che il sindacato chiede di monitorare, attraverso l’istituzione di tavoli di confronto con gli enti interessati, sia sotto il profilo della legalità che della sicurezza sul lavoro.
Dopo “la strage” sul lavoro avvenuta a  Firenze, i morti sul lavoro nel 2024 in Italia sono saliti a quota 145. Secondo Francesco Vazzana della Cgil, bisogna vigilare sugli appalti assegnati con il massimo ribasso. «I controlli – ha spiegato il sindacalista – devono essere declinati in maniera rigorosa su due fronti: la sicurezza dei lavoratori nei cantieri e il controllo dei loro contratti». Non solo lavoro nero, una vera piaga per questo Paese, ma anche il cosiddetto lavoro povero, che non consente il raggiungimento di livelli di reddito dignitosi.

La contrattazione territoriale evidenzia la forte compenetrazione che c’è tra il livello socio assistenziale e il sistema sanitario. Ma non solo, perché diventa le leva per far emergere ciò che in tema di disuguaglianza, ingiustizia e sperequazione rimane sottotraccia. Insomma, fa sì che «I bisogni diventino domanda» per usare un’espressione dei Paola Gilardoni.
«In un momento in cui diminuiscono le risorse trasferite dallo Stato ai comuni – conclude Pierluigi Pratola di Uil Varese – occorre far dialogare questi livelli per dare voce agli invisibili e rimettendo al centro la persona rendendo concreti ed esigibili quei diritti. Considerato che a giugno ci saranno le elezioni in 77 comuni della provincia, sarebbe un bel segno se i candidati condividessero i punti presi in considerazione nella nostra piattaforma».
Il 28 febbraio a partire dalle 9 e 30 all’Unahotels di Varese Cgil, Cisl e Uil presenteranno al pubblico la nuova piattaforma della contrattazione territoriale.

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it
Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.
Pubblicato il 26 Febbraio 2024
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