Quattro anni fa il primo caso di Covid in Lombardia diede inizio alla pandemia, oggi c’è un solo degente all’ospedale di Varese
In occasione dell'anniversario del primo contagio rilevato all'ospedale di Codogno, al Circolo la situazione è decisamente diversa con un netto calo di pazienti Covid nell'ultima settimana
Sono passati 4 anni dal quel primo caso all’ospedale di Codogno che ha sconvolto la Lombardia, l’Italia e il mondo intero.
Dopo 4 anni, all’ospedale di Varese in questi giorni è ricoverato un solo paziente positivo, degente con covid e non per covid.
Risalendo indietro nel tempo , in occasione della Giornata nazionale dedicata al personale sanitario e socio sanitario ricordiamo il lavoro che anche a Varese i tanti lavoratori nella sanità dovettero sostenere.
Il primo caso in provincia si presentò all’ospedale di Busto: un uomo di 74 anni che lamentava difficoltà respiratorie. Nel giro di poco anche il Circolo di Varese ricoverava due pazienti positivi al tampone.
Nel giro di due mesi, l’ospedale varesino ricoverò 1155 pazienti positivi, pochi residenti ma molti provenienti dalla province più colpite Bergamo, Brescia, Cremona. Un bilancio che contava 798 dimessi, 173 deceduti e 184 ricoverati. 99 le persone in terapia intensiva e 30 con il casco Cpap. L’età media era di poco superiore ai 67 anni e la degenza di circa 17 giorni con punte superiori al mese per chi iniziava dalla terapia intensiva.
IL PODCAST DI VARESENEWS SULLA PANDEMIA IN PROVINCIA DI VARESE
La provincia di Varese venne colpita duramente nella seconda ondata: in un mese la Sette Laghi curò 1650 persone. Nel novembre 2020 raggiunse il picco di ricoveri per covid con 635 pazienti contemporaneamente.
Oggi il Covid non fa più paura, i numeri sono in netto calo: la Sette Laghi, trail 13 e il 20 febbraio, ha visto dimettere 6 pazienti positivi, tutti ricoverati nei reparti ordinari e nessuno terapia intensiva. Rimane un solo “covid+”.
Quattro anni fa iniziava un periodo anomalo e inquietante
Era notte quando arrivò il risultato del primo tampone positivo al virus SARS-CoV-2 effettuato ad un cittadino di Codogno, nella nostra Regione. Quel giorno la paura che il virus proveniente da Wuhan potesse diffondersi anche da noi divenne ben presto una tragica realtà.
La notizia fu diffusa attraverso una nota stampa di Regione Lombardia proprio nella notte tra il 20 e il 21 febbraio, il nostro giornale la pubblico diciannove minuti dopo la mezzanotte. Nei giorni seguenti il clima si fece surreale: cominciarono dapprima a saltare gli eventi pubblici, proprio in quella settimana si dovevano svolgere le sfilate di carnevale in tanti comuni del Varesotto. Il 28 febbraio arrivò la notizia dei primi tre casi registrati in provincia.
Sono passati quattro anni: in Lombardia i casi certificati sono poi diventati 4.338.130, i morti 47.798. In provincia di Varese i casi certificati sono stati in tutto 383.025 e i decessi 4.281. Per la provincia di Varese fu devastante la seconda ondata dell’autunno-inverno del 2020. Il 18 novembre fu toccato l’apice del numero di ricoverati in contemporanea nei reparti covid degli ospedali provinciali: 1040 pazienti si trovavano in quel momento in ospedale, un numero esorbitante che sconvolse ogni angolo dei presidi ospedalieri oltre che la vita di medici e infermieri.
Nel piccolo paese di Duno, nel Tempio votivo dei medici d’Italia, sono ora scolpiti i nomi dei 350 medici scomparsi a causa della malattia, in provincia ricordiamo il dottor Roberto Stella medico di medicina generale e presidente dell’Ordine dei Medici, caduto l’11 di marzo del 2020. Nei primi tre mesi di pandemia il 50% dei decessi per Covid registrati in Italia è lombardo.
IL PODCAST DI VARESENEWS SULLA PANDEMIA IN PROVINCIA DI VARESE
Nel 2020 per far fronte all’emergenza Covid la sanità lombarda ha speso 2 miliardi e 182 milioni di euro, nel 2021 1 miliardo e 770 milioni. Il 9 marzo 2020 il premier Giuseppe Conte annunciava il lockdown, le città d’Italia e anche quelle della provincia di Varese si svuotavano.
Il video che vi riproponiamo, solo immagini e una musica di sottofondo, fa tornare a galla una serie di emozioni mai sopite. Quei giorni di vuoto, di silenzio assoluto con la primavera alle porte, resteranno per sempre nella nostra mente. E nel nostro cuore.
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