“Tra tre anni il cantiere dell’ospedale unico. Nessun accorpamento o chiusura negli attuali presidi di Busto e Gallarate”
Daniela Bianchi dal primo gennaio guida l'azienda ospedaliera Valle Olona. Tra le prime criticità il reclutamento di personale per chiudere i contratti con le cooperative
Da un mese e mezzo dirige l’Asst Valle Olona. Si è insediata nell’ufficio di via Arnaldo da Brescia e ha iniziato subito a studiare: « Io e lo staff siamo già calati nella realtà degli ospedali – assicura Daniela Bianchi dg dell’Asst Valle Olona – Abbiamo definito le linee di intervento, come prevede il mandato di Regione Lombardia».
APRIRE IL CANTIERE DELL’OSPEDALE UNICO
Tra gli obiettivi che la DGV Welfare ha dato alla direzione della Valle Olona, oltre ai compiti tradizionali come la riduzione delle liste d’attesa, la realizzazione dei piani di sviluppo del PNRR in particolare della medicina territoriale, l’implementazione della telemedicina e della cartella clinica digitale, c’è l’ulteriore e specifico obiettivo di arrivare all’avvio del cantiere dell’ospedale unico: « La mia ferma intenzione – assicura la dottoressa Bianchi – è quella di giungere alla scadenza triennale dell’incarico con l’inizio dei lavori del nuovo ospedale, mantenendo la piena operatività di tutti gli attuali presidi, con personale e strumentazioni adeguati a soddisfare la richiesta dei cittadini. Spero di poter definire un’organizzazione efficiente, attenta alla qualità della vita degli operatori che, in questi anni di emergenza sanitaria, sono stati messi troppo e troppo spesso sotto pressione».
CLIMA DI FIDUCIA E DI GRANDI ASPETTATIVE
Il clima che ha riscontrato e il cronoprogramma verso l’ospedale unico sembrano darle fiducia : « Ho incontrato grandi professionisti, capaci di mettere in campo una molta energia. Il progetto di entrare in una nuova realtà, tecnologicamente moderna e di livello qualitativo elevato, è un vero stimolo per tutti».
Il progetto della nuova struttura, che accorperà i due presidi di Busto e Gallarate, ha sempre dimostrato ambizioni e velleità, ma è il percorso per arrivare che è ricco di insidie e di inciampi: nel tempo che è passato tra il primo annuncio del compianto presidente lombardo Maroni e la sola firma del programma quadro, alle porte di Milano è stato pensato, progettato, realizzato e aperto il nuovo ospedale Galeazzi.
NESSUN ACCORPAMENTO O CHIUSURA DI REPARTI
A differenza del predecessore, l’attuale DG assicura che non ci saranno accorpamenti o chiusure di reparti in un’ottica di organizzazione verso l’ospedale unico. Il mandato del direttore Porfido era partito con una serie di accorpamenti e spostamenti che aveva creato grande malumore. Lo stesso che persiste nei presidi di Gallarate o di Saronno: « L’ospedale di Saronno è in pieno rilancio e potenziamento – fa notare Daniela Bianchi – a Gallarate ci sono investimenti soprattutto nel distretto chirurgico, Busto ha un’elevata qualità diffusa e per Somma lavoriamo per ampliare i letti dell’ospedale di comunità che potranno essere prenotati anche dai medici curanti. Attualmente ci stiamo occupando di studiare tutta l’offerta per costruire modelli di presa in carico integrata. Ogni presidio avrà peculiarità specifiche oltre alle attività di base. Vogliamo costruire percorsi che rispondano al meglio ai bisogni dei cittadini».
RECLUTARE PEDIATRI, ANESTESISTI E CARDIOLOGI
Rimane, però, da superare la criticità del personale e la “reinternalizzazione” di medici e infermieri delle cooperative che dal primo gennaio non possono più lavorare nel pubblico, una volta scaduto il contratto. Proprio per evitare l’interruzione del servizio alla Valle Olona, l’assessore Bertolaso ha affidato al San Matteo di Pavia il reclutamento dei pediatri da coinvolgere con contratti libero professionali. Come visto per la medicina d’emergenza per i pronto soccorso, che ha reclutato quasi mille medici di cui poco meno di 200, però, con specializzazione necessaria, c’è il rischio che il bando regionale non soddisfi la domanda di tutti i presidi lombardi: « Il nostro contratto con la cooperativa scade il 29 febbraio – spiega san dottoressa Daniela Bianchi – ci stiamo già muovendo, anche in via autonoma e con risultati molto positivi. Abbiamo aperto un bando aziendale e facciamo colloqui con i medici attualmente impiegati in pediatria. Qualcuno ha espresso desiderio di essere stabilizzato altri vogliono continuare con rapporti libero professionali. Direi che sono tranquilla per il futuro anche grazie alla collaborazione con altre aziende ospedaliere che ci danno supporto».
Oltre alla pediatria, la Valle Olona utilizza le cooperative per i servizi di anestesia e per quelli di cardiologia. E poi c’è il capitolo comparto con una quota di infermieri da recuperare : è aperto un bando per assumere 40 figure. « La nostra azienda è in un contesto abbastanza favorevole – sottolinea la DG – ben servita e con un costo della vita adeguato. Ritengo quindi che sia una sede attrattiva anche per i servizi che ci sono come l’asilo nido».
11 CASE DI COMUNITÀ DOVE COINVOLGERE ANCHE I MEDICI DI MEDICINA GENERALE
Il personale, medico e del comparto, è fondamentale anche per il potenziamento del territorio: « Avremo n11 case di comunità, un numero superiore a quanto previsto dalla normativa. C’è un numero sufficiente di infermieri di famiglia, ruolo determinante in questi presidi. Abbiamo avviato rapporti di collaborazione con i medici di medicina territoriale che vorremmo coinvolgere di più nelle attività delle case di comunità. A Saronno c’è già la presenza dei curanti. Medici e una dotazione tecnologica di base renderanno questi punti veri presidi capaci di intercettare il bisogno. L’obiettivo è di essere vicino alle persone, evitare che situazioni gestibili si acutizzino o scompensino così da dover ricorrere al pronto soccorso».
GUARDIE GIURATE IN PRONTO SOCCORSO INN ATTESA DELLE FORZE DELL’ORDINE
Il pronto soccorso anche quest’anno è stato sempre sotto pressione: a Busto e a Gallarate l’attività media giornaliera è stata intensa. Si percepisce, però, di meno il problema della sicurezza degli operatori: « L’azienda si avvale di guardie giurate che presidiano i PS. Sia a Gallarate sia a Busto abbiamo predisposto i locali per l’eventuale presenza delle forze dell’ordine. Era stata una richiesta al Prefetto e al Questore che ci avevano domandato dei lavori , ormai eseguiti. Attendiamo notizie dai vertici delle forze dell’ordine».
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