“Vi spiego perché faccio la volontaria”
Perché investire energie e tempo libero nel volontariato? La presidente di Pro loco Gorla Minore, Federica Brotto, racconta l'impegno, ma anche le soddisfazioni dei tanti volontari che si spendono per la propria comunità
Perché dedicarsi al volontariato? Perché investire tempo ed energie in attività e iniziative per la propria comunità?
Cosa si guadagna a sacrificare il proprio tempo libero, così prezioso, in eventi e manifestazioni di cui si potrebbe godere come fruitori e non dalla parte di chi è in cucina, stanco e a volte anche criticato?
Domande che tanti si pongono e che sono diventate il fulcro di un confronto fra Federica Brotto, presidente di Pro loco Gorla Minore, con un gruppo di giovani del paese.
Lo ha raccontato la volontaria sull’ultimo mese dell’Informatore comunale, il periodico dell’Amministrazione comunale che informa i cittadini su cosa avviene a Villa Durini, ma anche che offre ampio spazio alle realtà associative del paese.
La presidente di Pro loco Gorla Minore Federica BrottoQuesta volta Pro loco ha deciso così di dedicare la sua pagina alla chiacchierata avuta dalla presidente con alcuni adolescenti, curiosi e capaci di offrire spunti di riflessione utili anche per gli adulti.
«Le domande che mi hanno fatto sono state molteplici – racconta Brotto – “Quando hai iniziato a fare volontariato?” “Che squadra tifi?” (in questo caso siamo un po’ usciti dal seminario), ma soprattutto interrogativi sull’organizzazione dei nostri eventi e sulla nostra motivazione: “Se compro la salamella dove finiscono i soldi?”, “Quanto vi pagano?” e soprattutto “Perché lo fai?”».
«All’inizio ho quasi riso, poi però ho riflettuto che sono le stesse domande che spesso e volentieri fanno gli adulti! Alle prime è stato quasi semplice rispondere. Una piccola infarinatura su come si svolgono le feste ha risposto ai loro quesiti sui guadagni. Quindi abbiamo chiarito che quando si compra la salamella, i soldi guadagnati finiscono sul conto dell’associazione e servono per pagare tante cose: dal cibo utilizzato per fare la salamella stessa, fino ai materiali noleggiati per l’evento, per pagare il complesso musicale o il mago che abbiamo arruolato per l’occasione. Ma non finisce qui!».
Abbiamo spiegato ai ragazzi che il guadagno degli eventi serve anche per acquistare i materiali che utilizzeremo per le feste a venire, l’abbigliamento per i volontari, i corsi di formazione per poter cucinare o semplicemente servono per coprire le spese di gestione della nostra associazione.
La presidente di Pro loco Gorla Minore ha poi focalizzato il discorso sui motivi che hanno spinto lei e gli altri volontari del gruppo a impegnarsi in questo ambito, sacrificando tempo libero e hobby personali e investendo energie ed entusiasmo.
«Questo ha portato poi inevitabilmente a chiarire la seconda domanda: noi volontari non prendiamo una lira… pardon, un euro. Eh già! Perché anche i grandi più e più volte ci dicono “lo fate perché vi pagano!” Certo, infatti sto già costruendo la mia fantomatica magione ai Caraibi con quello che mi pagano e dato che sono la Presidente, mi pagano di più! Scherzi a parte, tante volte prendiamo tanto nervoso se proprio devo essere sincera perché non tutti capiscono le fatiche e gli sforzi che mettiamo come volontari. Ma di compensi, proprio zero!».
Una delle scritte che campeggia sulle mura della sede di Pro loco Gorla«Anzi, ci sono delle occasioni dove li mettiamo noi i soldi a titolo gratuito perché vogliamo prendere cose per l’associazione e ci giustifichiamo con un semplice “è un regalo per la Pro Loco”».
«Siamo arrivati quindi all’ultima domanda, quella più importante a cui bisogna dare la risposta della vita: perché fai volontariato?
Purtroppo, in tutta sincerità, una risposta giusta e definitiva non c’è! – riassume la presidente – Essere volontario penso sia più un modo di essere. Pensare che, volendo, si può essere meno egoisti e si può fare qualcosa di più per gli altri! Perché alla fine fare volontariato è questo: è sacrificare il proprio tempo, i propri interessi, gli amici e la famiglia per gli altri……e non è mica una cosa così semplice. Perché quando passi settimane a correre perché c’è una riunione ogni sera, oppure a trovarti con il gruppo del Palio perché ci sono i festoni da preparare o ancora rinunci al cinema perché c’è la festa di paese da organizzare, dopo un po’ veramente ti chiedi “ma chi me lo fa fare!” Quando ho detto questa cosa ai ragazzi sono rimasti un po’ basiti perché ovviamente hanno risposto “allora non è così bello fare volontariato”».
«Eh no… è proprio lì tutto il bello! – ha continuato con passione Brotto – Perché nonostante la fatica, nonostante i sacrifici, nonostante pensi solo a finire il turno perché sei stanco e non vuoi più sentire la gente in coda che si lamenta perché aspetta, tutto questo svanisce quando ti ritrovi insieme a tutti i volontari a fine festa. La fatica scompare quando trovi messaggi di chi ti ringrazia per l’ottimo cibo che hai cucinato per loro, chi ti dice grazie per avergli fatto passare un bel pomeriggio in famiglia, chi ti dice “che bello vedere l’inclusione che altri dicono a parole e non mostrano coi fatti”. Fare volontariato ti cambia».
L’affiatato gruppo di volontari di Pro loco Gorla durante lo scorso Girinvalle«Come ho detto ai ragazzi, è vero che darete 1000 quando e se diventerete volontari, perché alla fine è così; ma al contempo riceverete 10 volte tanto quello che avete dato! Fare volontariato significa condividere esperienze, emozioni, vissuti, opinioni sia con gli altri volontari che con le persone incontrate nel vostro percorso. Essere volontario, in ogni sua possibile declinazione, è un continuo dare per avere e tutto quello che si riceve ti migliora come persona. Il bello è che neanche ti accorgi che il tuo piccolo uomo o la tua piccola donna stanno evolvendo e stanno diventano persone che sono in grado di dare qualcosa di più al mondo che li circonda».
«Non so se qualche giovane di trasformerà in un piccolo volontario in futuro – conclude Brotto – la mia speranza è che si buttino a provare qualsiasi cosa gli possa interessare per poter pensare al prossimo. Perché alla fine dei conti l’importante è fare quel qualcosa di più, perché fare del bene fa sempre bene… e fa bene, anzi benissimo, a chi lo fa!».
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