L’autostrada al posto dei campi, Agricoltori Italiani protestano contro Pedemontana
Il via libera alle nuove tratte B2 e C preoccupa l'associazione dei produttori agricoli, in un territorio come la Brianza dove gli spazi si riducono costantemente. "Danno agli agricoltori ma anche danno sociale"
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Pedemontana provocherà «la sparizione delle imprese agricole», colpendo lavoratori e fgamiglie. Per questo Ciao Agricoltori Italiani si dichiara «esterrefatta per l’annuncio ufficiale dell’inizio dei lavori nei primi mesi del 2024 dei cantieri» per le nuove tratte B2 e C, in Brianza.
Territorio che i più associano all’industria e ai servizi – quasi come una propaggine di Milano – ma che in realtà ha un tessuto di agricoltori attivi.
Già in passato le associazioni dei lavoratori e imprenditori agricoli (la CIA Agricoltori Italiani e la Coldiretti) avevano segnalato con preoccupazione il tema del consumo di suolo, a fronte dell’inesorabile avanzata dell’urbanizzazione, tra nuove case, aree logistiche sempre più ampie, nuove grandi infrastrutture.
All’indomani della cerimonia a Meda in villa Antona Traversi alla presenza del ministro Matteo Salvini, CIA Agricoltori Italiani dice che« è vergognosamente uscita allo scoperto la volontà di privilegiare gli interessi politici di pochi sulle logiche di benessere dei cittadini, dell’economia locale e dell’ambiente».
«Tante parole, tante promesse, tanti proclami, ma in fine dei conti nessuno che ad oggi abbia saputo fornire un’analisi dei costi e dei benefici di questa nuova tratta di Pedemontana, alla quale si aggiunge la famosa e famigerata tratta D Breve, che nemmeno è stata approvata dalla Bei (la Banca Europea per gli Investimenti) dopo le modifiche apportate in corso di progettazione».
Al via l’apertura dei cantieri delle nuove tratte B2 e C di Pedemontana
Agricoltori Italiani parla di danni «drammaticamente chiari, reali e tangibili» ai cittadini, alle aziende, al territorio e all’ambiente.
«In primis la sparizione delle imprese agricole, che vedranno i propri terreni espropriati per costruire il tratto D, con l’inevitabile perdita di lavoro degli agricoltori e di tutti coloro che operano nell’indotto della filiera agroalimentare. Un danno economico che si tramuterà inevitabilmente anche in danno sociale», che colpirà i produttori ma che secondo CIA Agricoltori Italiani minaccerà «la qualità e i prezzi degli alimenti» e «porterà all’aumento di prezzi intaccando le tasche dei consumatori».
Stiamo bruciando la “pelle” della Terra. Ed è un grosso problema, soprattutto in Lombardia
La stessa associazione dei produttori agricoli sottolinea comunque anche l’impatto ambientale, con la cementificazione di «un territorio, la Brianza, già devastata e privata di terreni boschivi e agricoli, con paesi che hanno più del 90% della propria superficie coperta da cemento (come ad esempio Meda stessa)». E con il rischio che l’impermeabilizzazione del suolo, incapace di assorbire le piogge sempre più violente, peggiori i fenomeni di straripamenti e inondazioni, come ricordano i casi recenti a Milano, nelle Marche, in Emilia Romagna.
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