Guerra Gaza-Israele, gli studenti dello Zappa incontrano il giornalista Andrea Avveduto
L'incontro lo scorso 30 novembre con le classi quinte dell’Istituto Tecnico “G. Zappa” di Saronno
Le ragioni storiche all’origine del conflitto nella striscia di Gaza. È stato questo l’oggetto dell’incontro dello scorso 30 novembre fra il giornalista Andrea Avveduto e le classi quinte dell’Istituto Tecnico “G. Zappa” di Saronno.
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Spiegano dalla scuola: “L’ospite ha voluto intitolare la sua presentazione “La guerra che non si può vincere”, alludendo al fatto che la violenza e i soprusi generano sempre odio e violenza. La strada per la pace, a livello diplomatico, è praticamente impossibile da conseguire, vista l’impossibilità di fare giustizia attraverso la politica, dopo decenni di scontri armati e terrorismo”.
“Per dimostrare questo, ha ripercorso la storia della Palestina: dagli accordi segreti di Sykes-Picot (1916) alla nuova escalation di violenza a Gaza, passando per il boicottaggio dell’UNSCOP da parte dell’alto comitato arabo (dal giornalista considerato il più grave errore mai commesso dai palestinesi) e l’Olocausto, che ha “giustificato”, a livello diplomatico, la Nakba della popolazione araba palestinese al termine del Mandato Britannico. Una serie di eventi storici che hanno causato un’estrema tensione fra i due popoli, unita al fatto che, dal 1948 al ’73, lo stato di Israele si è di fatto impossessato di quasi tutto il territorio palestinese, in seguito alla guerra dei sei giorni e di Yom Kippur”.
“Si è infine parlato di Hamas, di come da centro culturale sia diventato, anche grazie all’appoggio iraniano, un’organizzazione terroristica e dell’illusione di una pace possibile, subito naufragata, in seguito agli accordi di Oslo (1993). Di fronte a questa serie continua di ingiustizie e violenza, lui sostiene, vi è un unico modo per poter far cessare la guerra ed è che i due popoli, israeliano e palestinese, imparino a convivere nel rispetto reciproco senza far prevalere il desiderio di vendetta. Che ci sia, insomma, una “pace fra i popoli”, dal basso, che tenga conto del fatto che la convivenza non si può evitare, essendo un dato di realtà. Quest’ultima speranza, ha detto Avveduto, si costruisce dal basso, a partire dalla scuola”.
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