Lo sciopero per la sicurezza dei treni era un po’ “imprevisto”
Nel senso che è stato convocato in tempi brevi, dopo un nuovo incidente che ha suscitato una forte reazione, e per la prima volta su due giorni. Una protesta che ha messo in crisi il sistema ma pone temi importanti
Ma cosa sta succedendo nelle stazioni e sui treni di Lombardia in questi giorni?
Nella giornata di giovedì e poi venerdì mattina si sono moltiplicate le segnalazioni di disagi, più marcati rispetto a quelli che si potrebbero definire i “normali” giorni di sciopero, che si ripetono spesso (anche perché i diversi sindacati protestano a volte in giorni diversi).
I tanti disagi sono legati ad una particolarità dell’ultimo sciopero: articolato su due giorni, in mezzo alla settimana tra giovedì e venerdì (e non al venerdì o alla domenica, giorni normalmente scelti per protestare), è stato convocato in tempi brevi anche sull’onda emotiva dell’ultimo incidente ferroviario, costato la vita ad una capotreno e avvenuto in corrispondenza di un passaggio a livello.
La protesta in due giorni ha causato diversi problemi organizzativi e sono “saltate” anche alcune delle corse garantite in caso di sciopero, perché Trenitalia (in giro per l’Italia) e Trenord non sono riuscite a far corrispondere i turni del personale e i movimenti dei treni in una situazione piuttosto inedita, anche se doveva essere prevista.
Va ricordato che non ci sono “fasce di garanzia”, ma solo singoli treni garantiti, in una apposita lista (qui). Certo, se l’unico treno “garantito” su una determinata linea viene cancellato in orari pendolari, il disagio colpisce moltissime persone.
Un esempio di cancellazioni, mattina di venerdì: dei quattro treni cancellati, solo il 24516 doveva essere garantito. Ma di fatto era l’unico treno che dalle stazioni secondarie consentiva di raggiungere VareseLe ragioni: attrezzare i passaggi a livello per migliorare la sicurezza
Lo sciopero su due giorni è stato convocato da due “filoni” diversi di sindacati (giovedì i confederali, venerdì le sigle di base) che però condividono una forte presa di posizione sul tema della sicurezza. Uno dei temi posti in maniera forte è quella dei passaggi a livello, ancora diffusi sulla rete e spesso teatro di incidenti, per effetto di automobilisti e autisti che – tentando di attraversare all’ultimo o perché messisi in coda in modo poco accorto – rimangono chiusi tra le sbarre.
Se le sbarre dei passaggi a livello non si abbassano (per un guasto o per la presenza di un veicolo che le blocca), c’è un apposito segnale che avverte il macchinista, ma se il veicolo si blocca in mezzo ai binari chi è alla guida del treno non ha modo di sapere che ci si trova un ostacolo.
I sindacati chiedono che vengano introdotti sistemi di sicurezza basati su sensori di occupazione del binario (Protezione automatica integrativa per passaggi a livello), attrezzando tutti i 4mila passaggi a livello esistenti.
L’intervento costerebbe tra 50 e 180mila euro per ogni passaggio a livello, una cifra che secondo i sindacati il gruppo FS potrebbe affrontare, anche con risorse proprie, in considerazione dei buoni risultati d’esercizio. Con il sistema dell’Alta Velocità il gruppo FS è divenuta una società sana e in attivo, lo scorso anno il Gruppo ha chiuso con un attivo di 202 milioni di euro.
Cosa fare se si rimane chiusi tra le sbarre del passaggio a livello
La situazione in provincia di Varese
Tra provincia di Varese e Alto Milanese i passaggi a livello sono concentrati soprattutto sulla linea Fs Gallarate-Luino e sulla tratta Saronno-Varese-Laveno delle FerrovieNord, la rete regionale lombarda (sono stati eliminati tutti quelli esistenti sulla linea Milano-Saronno e Saronno-Busto).
Su altre linee le intersezioni a raso tra ferrovia e strada sono più isolati.
Tra questi da segnalare il passaggio a livello di Gazzada-Schianno, dove sono particolarmente frequenti i casi di veicoli che per colpa dei guidatori rimangono bloccati sulla linea.
La sicurezza nelle fasi di cantiere
Il tema della sicurezza è comunque più ampio e legato all’organizzazione del lavoro, come hanno segnalato gli incidenti di Treviglio, del Frecciarossa di Lodi e – ancora di più – il recente caso degli operai travolti a Brandizzo.
Uno dei temi centrali, anche sulla base dei dati dell’apposita autorità di sicurezza, è la gestione delle fasi di cantiere, che è particolarmente complessa soprattutto sulle linee principali dove le ore di stop ai treni per manutenzione sono ridotte, come nel caso della Milano-Torino, dove c’è stato l’incidente di Brandizzo. In sostanza: i tempi brevi d’intervento impone di forzare le regole per velocizzare gli interventi, come è emerso anche dalle indagini sulla strage di Brandizzo.
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