“Molestie sul luogo di lavoro, qual è il confine?”. Gli studenti riempiono il Giuditta Pasta di Saronno
Sala piena per assistere alla tavola rotonda sul tema delle molestie sui luoghi di lavoro, organizzata da Terziario Donna di Confcommercio
Sala piena di studenti al teatro Giuditta Pasta di Saronno per assistere alla tavola rotonda fra esperti sul tema delle molestie sui luoghi di lavoro. L’evento si è tenuto nella mattinata di lunedì 23 ottobre e ha visto coinvolti gli studenti di quarta e di quinta di quasi tutte le scuole superiori della città.
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Ad organizzare la tavola rotonda il Terziario Donna di Confcommercio in collaborazione con l’Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni di Busto Arsizio, il provveditorato agli studi di Varese e con il patrocinio del Comune di Saronno.
Il dibattito ha visto coinvolti Laura Campiglio, scrittrice Mondadori, in qualità di moderatrice, Cristina Riganti, presidente provinciale e vicepresidente nazionale Terziario Donna Confcommercio, Nicoletta Guerrero, presidente sezione Gip Tribunale di Genova, Alessandro Munari, avvocato, presidente dell’Istituto Cinematografico Antonioni, Elena Maffi avvocato penalista, Luciana Ceriani, psicologa, associazione Rete Rosa, Chiara Tenconi, direttrice della fotografia, studente Istituto Cinematografico Antonioni. Infine Carla Mammone, Centro di formazione Aifos, che ha portato sul palco due lettere aperte, scritte da due donne vittime di molestie e violenze sul logo di lavoro.
Le relatrici presenti hanno cercato di definire il confine tra lo scherzo, la battuta, il gioco e la molestia e di accendere i riflettori su un fenomeno presente nella vita di tutti i giorni, ma allo stesso tempo nascosto, le molestie sui luoghi di lavoro, fisiche e soprattutto psicologiche.
«Proprio tramite il gioco quando siamo bambini ci formiamo e diventiamo adulti – ha sottolineato durante il suo intervento la psicologa Luciana Ceriani -. Il gioco però ha una caratteristica, entrambi i soggetti ne sono protagonisti, entrambi decidono di divertirsi. Se a divertirsi è però solo una delle due parti, nascondiamo dietro la parola gioco, qualcosa che in realtà non lo è».
Il punto di partenza per la discussione è stato il cortometraggio firmato dagli studenti della scuola del cinema di Busto Arsizio, realizzato grazie alla borsa di studio finanziata dal Terziario Donna. Dal soggetto sulle molestie sui luoghi di lavoro premiato da una giuria di esperti, è nato un cortometraggio dal titolo “Le dita”.
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