Tenta di ingoiare un anello per sfuggire al rimpatrio, nei guai pusher delle Groane finito in manette a Monza
Per fermare l'uomo è stato utilizzato anche spray al peperoncino, poi sono scattate le manette: ora si trova in un Cpr e verrà rimandato in patria
Subito sbarcato, subito al lavoro nei parchi dello spaccio; nel dettaglio, il 28 enne di origini marocchine arrivato in Italia nel 2015 era entrato immediatamente in forze per la vendita al dettaglio di eroina nel parco delle Groane, la grande area verde a cavallo fra le provincie di Varese e Monza e Brianza e ora è in attesa di espulsione in un centro apposito, lì spedito dopo gli episodi avvenuti nelle ultime ore, dove per evitare il rimpatrio, negli uffici della questura a Monza ha tentato di ingoiare un anello, oltre a dare sfogo alle peggiori reazioni nei riguardi degli agenti, che l’hanno a forza arrestato. Ma andiamo per gradi.
Nel 2017 il 28 enne è stato condannato alla pena di anni 4 di reclusione, sentenza confermata anche in appello, per spaccio di sostanze stupefacenti, scontando la pena fino al mese di maggio 2020.
Successivamente alla sua scarcerazione veniva emesso nei suoi confronti un provvedimento di espulsione da parte del Prefetto di Nuoro eseguito con l’ordine del Questore di Nuoro a lasciare il territorio nazionale entro sette giorni. Il giovane marocchino, invece di eseguire l’ordine del Questore ed abbandonare il territorio nazionale tornava nuovamente a spacciare all’interno della zona boschiva del parco delle Groane a ridosso della SP 527 nel comune di Solaro; lo straniero aveva adibito all’interno della boscaglia una vera e propria piazzola di spaccio ; venivano rinvenuti rotoli di sacchetti di plastica trasparente, bilancini di precisione, più di mille euro in contante in diversi tagli unitamente a diversa sostanza stupefacente precisamente 148 grammi di eroina, 3,93 grammi di cocaina , 52, 89 grammi di hashish avvolti già in bustine di cellophane, 4 telefoni cellulari. A seguito dell’arresto da parte dei Carabinieri di Solaro veniva condannato alla pena di anni 3 e mesi 4 di reclusione con l’interdizione dai pubblici uffici.
Scarcerato nella giornata di lunedì 7 agosto, dopo aver scontato la condanna per quest’ultimo reato, in considerazione della sua irregolarità sul territorio e dei gravi reati commessi in materia di spaccio di stupefacenti, il Questore della provincia di Monza e della Brianza Marco Odorisio ha disposto l’accompagnamento e il collocamento dello straniero presso il CPR di Potenza Palazzo San Gervasio ove lo stesso sarebbe stato trattenuto per il tempo strettamente necessario al definitivo allontanamento dal territorio nazionale, grazie al posto messo a disposizione dalla Direzione Centrale per l’Immigrazione.
Verso le ore 19:30 il 28enne marocchino, durante le fasi finali di notifica del provvedimento di accompagnamento presso il Centro di permanenza per il rimpatrio di Potenza, una volta compreso che sarebbe stato tradotto il giorno successivo presso un centro specializzato ai fini del rimpatrio, iniziava a mostrare palesi segni di insofferenza e agitazione, iniziando a urlare e a riferire ripetutamente che non avrebbe in nessun modo consentito il rimpatrio in Marocco, anche a costo di commette atti e violenze tali da farlo ritornare immediatamente in carcere. Al fine dunque di evitare in ogni modo il ripatrio, il soggetto tentava di ingerire un anello che portava al dito della mano destra, venendo fermato dai poliziotti che prontamente rimuovevano l’oggetto dalle sue mani.
Per la sicurezza dei poliziotti presenti negli uffici e per garantire la stessa incolumità del soggetto, il giovane veniva fatto accomodare all’interno della saletta dei fermati, così da precludere atti inconsulti o autolesionisti.
In un primo momento l’uomo sembrava calmarsi ma all’improvviso dava in escandescenza impedendo l’accesso agli agenti nella stanza, tenendo chiusa la porta e tirando pugni in direzione dei poliziotti, tentando di dar fuoco al materassino in gomma piuma ivi presente, ma senza esito.
Una volta entrati per porre in sicurezza il soggetto e per evitare nuovi atti pericolosi, l’uomo si scagliava violentemente verso gli operatori di polizia sferrando diversi pugni e calci, nonché colpendo chiunque gli capitasse a tiro.
Attesa, dunque, l’incontenibilità e la pericolosità del giovane, gli agenti utilizzavano lo spray capsicum in dotazione alle Forze dell’Ordine per cercare di rendere inerme l’uomo, ormai diventato violento, furente, aggressivo e sempre più disposto a commettere atti violenti per raggiungere il suo obiettivo. Lo spray, tuttavia, non sortiva alcun effetto sull’uomo che, anzi, preso da maggior foga e rabbia, dopo aver nuovamente spinto gli operanti intervenuti, si liberava dalla presa e, aperta una finestra presente nella sala, usciva all’esterno dei locali dopo aver colpito con un calcio i poliziotti, i quali avevano cercato di trattenerlo.
Dopo aver percorso alcuni metri all’interno del perimetro della Questura, l’uomo veniva raggiunto e fermato. Per contenere la sua rabbia, il 28enne veniva immobilizzato da sei operatori della Questura, sebbene lo stesso, pur fermato, continuasse imperterrito ad agitarsi, a gridare, a muoversi e a scalciare furiosamente, cercando nuovamente darsi alla fuga.
Una volta posto in sicurezza, è stato fatto accomodare all’interno di una Volante e lì nuovamente ha tentato di colpire gli agenti con calci e spunti, gridando minacce di morte contro i poliziotti, apostrofandoli in maniera scurrile, aggiungendo che non si sarebbe mai fatto collocare in un CPR, diversamente avrebbe preferito il carcere oppure morire.
Attesa la flagranza del reato e la gravità della condotta, il giovane veniva tratto in arresto per i reati di danneggiamento e di minaccia e resistenza a pubblico ufficiale, ed associato presso il carcere di Monza San Quirico, a disposizione della Procura della Repubblica di Monza per il giudizio direttissimo davanti al Tribunale di Monza fissato per la mattinata di martedì 8 agosto.
All’esito dell’udienza il giudice lo condannava ad anni 1 mesi 6 di reclusione concedendo il nulla osta all’espulsione.
Pertanto, grazie ad un altro posto messo a messo a disposizione dalla Direzione Centrale per l’Immigrazione presso il CPR di Milano, il questore della provincia di Monza e della Brianza, Marco Odorisio, ha disposato l’accompagnamento e il collocamento dello straniero presso il CPR, dove lo stesso nel pomeriggio di martedì 8 agosto è stato accompagnato e collocato dai poliziotti, e sarà trattenuto per il tempo strettamente necessario al definitivo allontanamento dal territorio nazionale.
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