Per gli stupri sul treno a Venegono è mancato il riconoscimento certo, “ma i responsabili sono nelle foto”
Le motivazioni della sentenza che hanno scagionato i due sospettati rimasti in carcere per un anno e mezzo con l’accusa di essere i violentatori
Le stampelle e la bicicletta, il confronto con gli indumenti e gli orari, il dna isolato sul colbacco e le immagini delle telecamere. Fotogrammi isolati, ingranditi, schiariti e poi riprodotti in aula: «Può ragionevolmente ritenersi he i due soggetti ritratti nelle 11 foto siano gli autori dei reati». È una delle conclusioni a cui arriva il Collegio di Varese che ha oramai mesi fa pronunciato l’innocenza dei due sospettati per la doppia violenza sessuale ai danni di altrettante giovani donne consumatasi nella stessa sera (3 dicembre 2021, un venerdì), in un caso a bordo di un treno in direzione Varese dopo la partenza da Saronno, e nell’altro alla sala d’aspetto di Venegono Superiore.
La sentenza di assoluzione venne pronunciata poiché i due sospettati finiti in carcere per un anno e mezzo, Elayar Hamza e Fusy Mantegazza Gregory Anthony, entrambi molto giovani, non hanno commesso il fatto. Nella sentenza tuttavia risulta acclarato che i fatti avvennero ai danni delle povere ragazze raggiunte una sul treno e lì, in due occasioni, abusata pesantemente da due persone, una con una bicicletta e l’altra con una stampella; poi la seconda vittima avvicinata, e sottoposta ad atti sessuali contro la sua volontà nella sala d’aspetto della stazione di Venegono Inferiore sempre quella sera nel dicembre 2021.
Un fatto che destò grande allarme sociale come si ricorderà, e che portò al fermo dei due sospettati poi sottoposti a ordinanza di custodia cautelare in carcere. Ma già dalle prime battute del processo la difesa dei due giovani rappresentata dagli avvocati Fabio Bascialla e Monica Andreetti riuscì a mettere a segno un risultato che ha portato alla sentenza, vale a dire l’identificazione di altri due soggetti che gravitavano nel giro dei sospettati che potrebbero essere i responsabili del gravissimo atto.
Le foto a cui si fa riferimento, e a cui si rifanno anche gli estensori delle motivazioni della sentenza di assoluzione depositate pochi giorni fa, sono di fatti proprio quelle che ritraggono un sottopasso ferroviario di Tradate e prodotte dalle difese da dove spuntano i nomi di soggetti che potrebbero avuto un ruolo importante in merito alla responsabilità penale di quanto accaduto. Nomi già esplicitati del resto durante le ultime fasi dibattimentali nelle conclusioni del pubblico ministero che aveva chiesto la condanna dei due imputati (8 anni e un mese per Fusi, 9 e 2 mesi per Elayar), ma anche la richiesta di un’integrazione probatoria con l’escussione (poi rigettata dalla corte) di uno dei due soggetti identificati dalle difese come possibili responsabili. I due giovani finiti a processo vennero arrestati il 5 dicembre 2021 e rimessi in libertà il 7 marzo 2023.
LE VIOLENZE SESSUALI DEL DICEMBRE 2021
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