Omicidio di Carol Maltesi, Davide Fontana condannato a 30anni
Per Fontana, reo confesso dell'omicidio di Carol Maltesi, la difesa aveva escluso la premeditazione e chiesto il minimo della pena
Trenta anni di carcere a Davide Fontana per l’omicidio aggravato, la distruzione e l’occultamento del cadavere della ex compagna e vicina di casa Carol Maltesi, la 26enne uccisa e fatta a pezzi a gennaio 2022 in una casa di corte in via Melzi a Rescaldina. Lo ha deciso la Corte d’Assise di Busto Arsizio dopo una camera di consiglio fiume, durata sette ore.
Quando è stata uccisa Carol Maltesi si era trasferita da poco meno di un anno a Rescaldina, andando a vivere in quella casa di corte dove poco dopo sarebbe andato ad abitare anche il 44enne, l’uomo che sarebbe diventato il suo carnefice. Lui stesso lunedì 28 marzo 2022, ad oltre due mesi dalla morte della donna, si era presentato dai Carabinieri offrendo informazioni che da subito erano risultate contraddittorie agli occhi degli inquirenti rispetto a quanto emerso fino a quel momento dalle indagini. Sottoposto ad una serie di contestazioni, Fontana aveva finito per confessare l’omicidio e l’occultamento del cadavere, prima conservato in un congelatore appositamente acquistato e poi, una volta fatto a pezzi, gettato in un dirupo di montagna in Valcamonica dopo un primo tentativo di bruciarlo in un barbecue.
A fine ottobre, poi, era iniziato il processo a suo carico e la Corte d’Assise, dopo aver ascoltato i testimoni, i consulenti e lo stesso imputato, aveva deciso di accogliere la richiesta di perizia psichiatrica che i legali dell’uomo avevano avanzato fin dall’apertura del dibattimento nonostante l’opposizione della Procura e delle parti civili: perizia che aveva messo nero su bianco la capacità di intendere di volere di Davide Fontana, per il quale la Procura aveva poi chiesto l’ergastolo con due anni di isolamento diurno e totale.
Alla richiesta di pena formulata dal sostituto procuratore Carlo alberto Lafiandra si erano poi associate quelle delle parti civili, i cui legali, sottolineando le sofferenze inferte dal delitto ai genitori della 26enne, a suo figlio e al padre del bambino, hanno chiesto anche un risarcimento di 2 milioni di euro a favore del piccolo, di 800mila euro per l’ex compagno della donna e di 500mila euro per ciascuno dei genitori. La difesa, invece, aveva chiesto di escludere le circostanze aggravanti, concedere le attenuanti generiche e applicare all’imputato la pena della reclusione nei minimi previsti dalla legge.
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