Il gruppo per l’ospedale: “Il sindaco ammetta di aver ecceduto nei toni o presenti regolare denuncia”
Il gruppo “Il Saronnese per l’Ospedale e la Sanità Pubblica” commenta le dichiarazioni del sindaco Augusto Airoldi rilasciate a Radiorizzonti, la radio parrocchiale della città, in merito all'improvvisa visita nel suo ufficio, lo scorso 26 maggio, di due esponenti del gruppo per la consegna di una lettera pubblica sull'ospedale di Saronno
Il gruppo “Il Saronnese per l’Ospedale e la Sanità Pubblica” commenta le dichiarazioni del sindaco Augusto Airoldi rilasciate a Radiorizzonti, la radio parrocchiale della città, in merito all’improvvisa visita nel suo ufficio, lo scorso 26 maggio, di due esponenti del gruppo per la consegna di una lettera pubblica sull’ospedale di Saronno (qui l’articolo). (Nella foto di copertina, i due esponenti del gruppo per l’ospedale in Municipio).
Apprendiamo dalla stampa che entrare nell’ufficio del sindaco dopo avere bussato e atteso di udire un “avanti” per consegnare pubblicamente al sindaco la copia di una lettera che si sta andando a protocollare è, secondo il sindaco di Saronno, una “irruzione” che “sottende una modalità violenta di intendere la politica”. Bastavano già queste due enormità, ma il Primo Cittadino ha preferito chiudere in bellezza, concludendo così: “sa chi la utilizza? Il fascismo, le brigate rosse, la mafia”.
I due presunti facinorosi altri non erano, però, che i rappresentanti – con regolare mandato dell’intero gruppo – del comitato di cittadine e cittadini “Il Saronnese per l’Ospedale e la Sanità Pubblica”. I quali stavano recapitando al sindaco non un “inutile comunicato”, come da lui erroneamente dichiarato, ma un testo contenente le loro preoccupazioni in merito alla possibile chiusura dell’ospedale cittadino, possibile già dal prossimo giugno per la mancanza di anestesisti e rianimatori dopo le ultime dimissioni. Un testo che è anche il frutto di due assemblee popolari in cui il comitato aveva incontrato negli ultimi sabati la cittadinanza, dopo la manifestazione del 15 aprile con oltre mille persone e sei sindaci in piazza e a cavallo del consiglio comunale aperto in cui il Direttore Generale dell’Asst Valle Olona, Eugenio Porfido, non aveva risposto alle medesime domande: cosa che si chiedeva al sindaco di sollecitare.
Quello che maggiormente colpisce, oltre alla sproporzione dei toni, sono due cose:
1. la totale assenza di preoccupazione di un sindaco, che pure la legge indica come responsabile della salute pubblica sul territorio che governa, per la concreta possibilità che tra un mese l’ospedale del suo Comune chiuda. Va infatti ricordato che Airoldi ha chiuso il Consiglio Comunale aperto rimandando tutti alla verifica di settembre del cosiddetto “Piano di rinnovo” dell’ospedale;
2. ma soprattutto lo sprezzo nei confronti delle istanze di partecipazione dal basso, senza le quali l’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso, si sarebbe preso la briga di far scrivere un “piano di rinnovo” dell’ospedale, poi sonoramente bocciato il 15 maggio scorso da cittadini e comitati di diverso posizionamento politico nel Consiglio comunale aperto richiesto da esponenti di entrambi gli schieramenti.Ancora più stridente è il fatto che il sindaco pronunciasse in radio le sue gravi dichiarazioni, poco degne della carica ricoperta, proprio mentre il comitato, in piazza a pochi metri da lui stava spiegando alla cittadinanza la propria difficile, ma sempre perseguita, ricerca di dialogo con l’amministrazione comunale.
Un ulteriore banco di prova del grado di ascolto verso la cittadinanza di questo sindaco e dell’amministrazione comunale da lui guidata sarà comunque fornita dalla votazione che attende i consiglieri comunali lunedì sera, quando al Consiglio comunale sarà messa ai voti una mozione su ospedale e sanità pubblica a Saronno originata dalle mille firme raccolte dall’associazione Attac nello scorso autunno e inizialmente non ammessa come delibera dall’amministrazione nella persona di Pierluigi Gilli, referente della commissione per l’ammissibilità. Restano comunque agli atti una dichiarazione parzialmente falsa resa dal Primo Cittadino nel descivere la situazione occorsa venerdì, come puntualmente documentato dal “fact checking” della stampa locale; la scarsa volontà di ascolto verso le istanze dei cittadini dimostrata in più occasioni; infine, la sproporzione dei toni utilizzati.
Tutto ciò porta a prefigurare solo due possibili scenari: il primo è che il signor sindaco ammetta di aver ecceduto nei toni e faccia pubblica ammenda. Il secondo è che egli, nella sua personale convinzione di essere stato vittima di una “irruzione”, presenti regolare denuncia alle autorità competenti. E, soprattutto, ci faccia finalmente sapere se intende agire, per quanto gli è consentito, per scongiurare che l’ospedale di Saronno chiuda a giugno.
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