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In tre anni l’ospedale di Saronno ha dimezzato l’attività e perso 90 posti letto

Il piano di rilancio presentato dall'assessore Bertolaso evidenzia la difficile situazione del presidio e individua un programma di riaperture condizionato dal reclutamento degli specialisti

Ospedale di Saronno

In tre anni, dal 2019 al 2022, l’attività dell’ospedale di Saronno  si è dimezzata. Si è passati dai 9557 ricoveri del 2019 ai 5011 dello scorso anno, dai 6288 interventi a 3114, da 42.693 accessi in pronto soccorso ai 26.735 dello scorso anno. Solo l’attività ambulatoriale ha contenuto il calo scendendo dalle 749.765 prestazioni dell’anno precovid alle 668.308 di fine 2022.

La fotografia è servita a inquadrare la situazione del presidio sul quale l’assessore regionale al Welfare Bertolaso vuole intervenire. Nella visita di ieri, martedì 9 maggio, ha assicurato che il presidio rimarrà aperto e resterà un punto di riferimento come pronto soccorso di primo livello senza, però, come raggiungere l’obiettivo.

Nel piano di rilancio, si evidenzia uno schema che analizza criticità e potenzialità, dando alcuni suggerimenti per superare gli ostacoli.

DAL 2019 AL 2022 PERSI 91 POSTI LETTO

Nei tre anni di riferimento, l’ospedale ha perso quasi 100 posti letto ( da 248 a 157)  tra chiusure di reparto o riduzioni di attività.  La terapia intensiva è passata da 6 a 2 letti, la cardiologia con l’UTIC da 22 a 8. Anche la chirurgia è in sofferenza con la chiusura di 17 letti ( da 39 a 22) mentre l’area polispecialistica ha perso 22 letti perchè divenuta zona di cantiere. Sospesi i ricoveri di pediatria così come di ostetricia e punto nascita ( dal 2020)  Ridotta anche la capacità del reparto di oncologia ( da 17 letti a tre) . Solo la neurologia ha mantenuto la sua piena attività con 10 letti. 

I PIANI DI RIATTIVAZIONE DELLE SPECIALITA’

La volontà di restituire dignità al presidio emerge dal piano di rilancio che indica azioni e durata suddivisi per patologie. C’è il piano per recuperare la piena operatività degli ambulatori di psicologia in tempi brevissimi ( luglio 2023), mentre sono definiti più lunghi ( giugno 2024) quelli per riattivare il 20% dell’attività chirurgia epatobiliare; per cardio e oncologia gli sforzi riporteranno il 90% della produzione entro il settembre 2023. Le degenze di area critica saranno potenziate ( al 70%) dal novembre prossimo, così come alcune prestazioni destinate ai pazienti cronici sono calendarizzate da dopo l’estate: neurologia, diabetologia, elettrofisiologia, Parkinson. Non prima del 2025, invece, saranno ripristinate alcune attività dell’area riabilitativa come quella post chirurgica del pavimento pelvico o l’ambulatorio per l’infedema o il dolore cronico non ecologico. 

GRAVE CARENZA DI CARDIOLOGI E ANESTESISTI

Per mantenere fede a questa road map, però, sarà essenziale reperire gli specialisti necessari, a partire dai medici per arrivare agli infermieri e ai tecnici.  Il progetto di rilancio dell’assessore Bertolaso si mantiene realista: la carenza di cardiologi sul territorio nazionale potrebbe rimanere un ostacolo insormontabile che comporterebbe il ridimensionamento delle aree di degenza e Utic. Stesso discorso per le attività che vedono coinvolti gli anestesisti: attualmente è possibile garantire solo l’attività di pronto soccorso grazie al reclutamento delle cooperative ma non si può gestire la degenza in terapia intensiva con ripercussioni sulle attività chirurgiche. 

Così, il servizio 118 sa che tutte le urgenze in campo materno infantile, traumatologico, cardiologico e rianomatorio vanno indirizzate ad altri ospedali . La situazione potrebbe cambiare a fine giugno con la copertura di 60 turni di 12 ore al mese da parte di una cooperativa. Anche l’attività traumatologica è momentaneamente dirottata su Gallarate e Busto Arsizio nell’attesa di conferire un nuovo incarico di primario del reparto e ripristinare un organico minimo di 6 specialisti. 

Nel piano presentato dall’assessore Bertolaso si evidenziano trattative in corso con l’Asst Rhodense per la copertura di turni in cardiologia, ma il fabbisogno è grave: 13,4 medici nell’area di anestesia e rianimazione, circa 7 specialisti di cardiologia, 5,5 di area medicina d’urgenza e pronto soccorso per un totale di 25,7 medici mancanti, turni che verranno coperti dalle cooperative con cui si stanno stringendi accordi.

GLI INVESTIMENTI IN EDILIZIA

L’assessore Bertolaso ha infine dedicato una panoramica agli investimenti di tipo edilizio e tecnologico, oltre 21 milioni di euro arrivati negli ultimi anni all’ospedale di piazza Borella tra interventi già conclusi ( come area PS e primo piano e pian terreno padiglione grigio) e altri che termineranno nel 2025 come le ristrutturazioni dei padiglioni verde, rosso e marrone per un totale di oltre 18 milioni di euro. 

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Pubblicato il 10 Maggio 2023
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