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Telecamere su tutti i treni e tornelli alle stazioni, le richieste di sicurezza per chi viaggia e lavora sulle rotaie

L’arresto del sospettato per la violenza sessuale del 5 aprile a bordo del Varese-Treviglio riaccende il dibattito sulla questione della sicurezza dei trasporti

Vandalismi Trenord

Non venir aggrediti a bordo di un treno, o rapinati, oppure evitare di essere fatti oggetto di violenze anche di natura sessuale; oppure pretendere di non avere comportamenti maleducati, che disturbano i viaggiatori, non distruggere gli scompartimenti: banalmente chiedere di esibire il biglietto.

Le cronache sono zeppe di casi che riguardano utenti al posto sbagliato nel momento sbagliato, e personale dei treni colpevole solo di fare il proprio lavoro.

Due categorie che, a fronte del riaccendersi dell’interesse di cronaca per l’arresto del 36enne accusato di violenza sessuale a bordo del Varese Treviglio del 5 aprile scorso, rappresentano, raccontano di problemi che debbono affrontare quanti, quotidianamente, salgono sul treno. Il punto su cui i pendolari, per esempio, insistono, riguarda le telecamere a bordo: «Solo i treni più moderni hanno a bordo dispositivi di video sorveglianza», spiega Andrea Mazzucotelli del “Comitato viaggiatori Tpl Nodo di Saronno” (che ha anche una pagina Facebook dove gli aggiornamenti vengono seguiti da migliaia di iscritti e pendolari anche delle linee S1 ed S3) .

«La linea S9 pur avendo grossi e noti problemi di sicurezza ha lo 0% di treni con telecamere: servirebbe a nostro avviso calendarizzare a nostro avviso l’impiego di treni Caravaggio sulla linea S9 come indicato dall’assessore regionale Claudia Maria Terzi nel 2019 rispondendo a un’interrogazione. Altra questione è l’utilizzo delle immagini: è necessario semplificare la normativa a livello nazionale, mantenendo ovviamente un criterio di privacy. Allo stato attuale, per sbloccare le registrazioni serve un atto giudiziario, e in attesa dell’atto giudiziario il treno deve essere tenuto fermo per impedire che la registrazione sia sovrascritta».

La tratta a cui Mazzucotelli fa riferimento riguarda un punto caldo del trasporto ferroviario, (la Saronno-Seregno) dal momento che attraversa la zona in corrispondenza del parco delle Groane, spesso al centro di fenomeni di spaccio al dettaglio di sostanze stupefacenti e di forte movimento di acquirenti: un sottobosco di micro criminalità che in passato aveva spinto a chiedere interventi come la soppressione di alcune fermate sulla tratta interessata proprio per scoraggiare l’uso del treno come ultimo vettore per raggiungere le piazze di smercio di coca ed eroina.

E poi c’è anche chi sui treni ci lavora. È il caso dei ferrovieri Trenord. La FilT Cgil ha un presidio di lavoratori rappresentato dal referente Francesco Casile, funzionario sindacale che segue Trenord. «Parliamo di aggressioni frequenti, problemi legati alla microcriminalità affrontati negli anni anche in sede du prefettura che ci hanno spinto a chiedere interventi sulla base di proposte specifiche». Quali? «Beh abbiamo verificato che delle aggressioni denunciate, almeno il 90% riguardano discussioni nate per l’assenza di biglietto da parte dei viaggiatori». Il personale richiede il titolo di viaggio, parte una risposta magari maleducata, sopra le righe, o addirittura senza una parola avviene l’aggressione. «Noi proponiamo di “tornellare“ tutte le stazioni, così da avere un primo “filtro“», spiega Casile. «Siamo consapevoli che si tratti di un investimento importante ma è una delle azioni da mettere in campo. C’è da dire che Trenord ha fatto una campagna di assunzioni di personale adibito a fare assistenza alla clientela, segnale importante ma che non basta».

E le telecamere? «Sono parte della soluzione», conclude il sindacalista. «I treni nuovi sono forniti di telecamere a bordo, altri convogli invece no».

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it
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Pubblicato il 23 Aprile 2023
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