In provincia di Varese mancano 122 medici del territorio. Soluzioni tampone per 160.000 cittadini
In un anno quasi raddoppiata la carenza di curanti. Nessuno, come sottolinea Ats Insubria, è senza medico grazie a soluzioni temporanee in attesa che arrivino forze nuove. Criticità a Busto Arsizio e Gallarate. L'elenco degli ambiti carenti
Si aggrava la situazione della medicina del territorio in provincia di Varese. Nell’ultima rilevazione sono emersi 122 ambiti carenti contro i 70 dello scorso anno. Una carenza di circa 5472 ore da colmare.
In linea teorica quasi 160.000 persone ( un medico ogni 1300 assistiti) sono senza medico di medicina generale anche se, in concreto, nessuno è senza curante grazie a quei medici che hanno accettato di aumentare il numero di assistiti arrivando fino a 2000 persone oppure grazie a situazioni tampone come i sostituti o gli ambulatori temporanei affidati a gruppi di medici che hanno messo a disposizione delle ore per fornire il servizio.
AMBULATORI TEMPORANEI DI MEDICI
« Sappiamo che gli ambulatori di medici temporanei offrono un servizio che non risponde completamente alle esigenze dei cittadini – commenta la dottoressa Maria Cristina Della Rosa Direttore del Dipartimento Cure Primarie di Ats Insubria – Ma, al momento, è l’unica soluzione che si poteva proporre».
In provincia di Varese sono tre: uno a Castellanza, uno a Cislago e uno nell’ambito di Castronno, Caronno, Sumirago e Carnago. Il primo ha 4000 assistiti e il secondo circa 3000 e il terzo, che ha sede a Gazzada per mancanza di soluzioni alternative, ne ha 400. La presenza a rotazione dei medici volontari nell’ambulatorio se da una parte risponde al bisogno dell’assistito, dall’altro prevede il venir meno del rapporto di fiducia che è alla base della medicina del territorio: « Questi sono medici che non accedono al fascicolo sanitario dell’assistito -racconta la dottoressa Della Rosa – per cui la presa in carico prevede un dialogo e la compilazione di una relazione che viene consegnata all’assistito perchè la porti alla seduta successiva. Le difficoltà stanno proprio nel recupero di una storia sanitaria chiesta al paziente, non sempre attento a portare tutta la documentazione. Abbiamo dovuto prevedere dei protocolli operativi nuovi e modalità di cura temporanee. È comprensibile la delusione degli assistiti che non hanno punti di riferimento».
Come alternativa c’è anche quella di medici che si mettono a disposizione per sostituzioni temporanee: « Ogni Ats promuove una ricerca allargata anche a medici che hanno anche solo la laurea in medicina e chirurgia. Si tratta di incarichi annuali, che possono essere riconfermati ma, appena viene individuato il titolare, il contratto si scioglie e gli assistiti devono fare la scelta del nuovo curante, attraverso i diversi sistemi come lo sportello, on line o in farmacia». Attualmente i medici temporanei sono circa una ventina.
PROSSIMO BANDO PER LA FORMAZIONE DI CURANTI
La situazione è critica: il prossimo bando di regione Lombardia per la formazione dei medici curanti ha visto l’adesione di 470 candidati che verranno tutti ammessi per coprire i posti a disposizione. Quanti, però, saranno destinati al territorio di Ats Insubria non è ancora stato stabilito. Nè è certo che tutti completeranno la formazione.
La mancanza di curanti comincia a colpire i centri più grandi: dopo Castellanza è Gallarate a essere in sofferenza con 5 ambiti carenti e anche Busto Arsizio che ne conta 13. Al momento, invece, la situazione di Varese è buona : « Grazie al Decreto Mille proroghe convertito in legge,- aggiunge la dottoressa Della Rosa – è possibile posticipare il pensionamento a 72 anni. È una possibilità data ai medici e alcuni hanno già mostrato la volontà di proseguire. Ad aprile, poi, chiuderà il nuovo bando per l’assegnazione degli ambiti carenti: speriamo di avere risposte positive soprattutto per Castellanza».
Sempre in aprile prenderanno servizio i corsisti in formazione che nel novembre scorso hanno scelto la propria sede: potranno avere al massimo 1000 assistiti, ma è un passo avanti.
IL RUOLO DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE E’ FONDAMENTALE
«Purtroppo abbiamo scoperto in modo così problematico l’importanza della figura del medico di medicina generale – afferma il direttore sanitario di Ats Insubria Giuseppe Catanoso – che sarà sempre più centrale per una sanità incentrata sulla prevenzione per evitare che si arrivi a situazioni di cronicità, molto costose. Oggi già il 70% della spesa sanitaria è impiegata per coprire i costi dei cronici. Un domani non sarà più sostenibile».
la riforma della sanità lombarda così come i fondi del PNRR mirano alla costruzione di una sanità territoriale potente. Ma non è mai stata tanto fragile come oggi.
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