Rufini: “Le nostre strade per i ciclisti: da Van Aert una fotografia impietosa”
È Francesca Rufini, capogruppo in Consiglio comunale a Saronno di Tu@ Saronno, a commentare l'allenamento in bicicletta che ha visto protagonista lo scorso 17 marzo tra le strade del Saronnese e del Comasco il ciclista Wout Van Aert
È Francesca Rufini, capogruppo in Consiglio comunale a Saronno di Tu@ Saronno, a commentare l’allenamento in bicicletta che ha visto protagonista lo scorso venerdì 17 marzo tra le strade del Saronnese e del Comasco il ciclista Wout Van Aert, che il campione belga ha definito come “il peggior giro dell’anno”.
Ha fatto il giro del mondo il tweet del ciclista belga Vout Van Aert, uno dei più forti al mondo, impegnato nella Sanremo di sabato scorso, in cui è arrivato terzo. Il campione della JumboVisma, migliore squadra di ciclismo al mondo ,che da qualche anno fa sede a Saronno prima della corsa, ha scritto: «Felice di aver completato di nuovo il giro peggiore dell’anno ancora tutto intero». Il giro peggiore, purtroppo, sono le nostre strade, quelle che da Saronno portano verso il varesotto e il comasco, verso l’Insubria, percorse ogni giorno, ogni fine settimana, da migliaia (ma purtroppo sempre meno) ciclisti. Chissà se Van Aert si è reso conto, come dice la mappa del suo giro, di essere passato proprio davanti alla sede del Comune di Saronno…
Ruffini continua: “Quello che sicuramente il campione belga non sa è che, se avesse suonato, avrebbe trovato un’amministrazione che oggi è dichiaratamente schierata a favore dell’uso della bici, il cui inventivo passa innanzitutto da quello che lui ha giustamente sottolineato: il miglioramento della sicurezza stradale. Un risultato che si può ottenere solo intervenendo su tre fattori: infrastrutturale, strategico, culturale.
Per quanto riguarda le infrastrutture, la riflessione è banale, ma serve che i comuni le costruiscano; che costruiscano piste ciclabili separate o, quando non è possibile (come purtroppo capita nelle sempre caotiche e storiche città italiane), percorsi riservati ai ciclisti e alle categorie più fragili. E servono collegamenti intercomunali che garantiscano spostamenti semplici, in sicurezza, entro almeno 4/5 km. Via Roma 2 – in fase di completamento – non è certo un percorso per i professionisti come Van Aert, ma va sicuramente nella direzione di rendere più sicura la strada per chi usa la bici (e non solo). Serve però un investimento unitario e coeso da parte di tutti i comuni e proprio per questo il comune di Saronno ha aperto un tavolo di discussione con il circondario per coordinare al meglio gli interventi.
C’è poi il punto di vista strategico che è ancora più importante, e che va coordinato in maniera efficace a livello regionale e nazionale. Al riguardo ci sono progetti molto interessanti, come FILI di Ferrovie Nord, che toccheranno Saronno molto da vicino, ma ciò che serve è una “Visione”, e qui la palla passa a Regione Lombardia e al governo della nazione, che in questo momento sono governati entrambi dalla destra…
Primo provvedimento del nuovo governo? Tagliare gli oltre 90 milioni di euro stanziati da quello precedente per la mobilità ciclabile. Prima grande pensata – per il momento rimasta tale – del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini? Targa e frecce alle bici. Insomma, distanze siderali da quello che serve fare, e che altrove fanno.
Il fattore culturale, da ultimo, emerge anche da questo approccio politico, che ha incredibilmente relegato – e questo accade solo in Italia! – la questione “mobilità ciclabile” ad una contrapposizione ideologica destra/sinistra, dimostrando così l’ignoranza con la quale ci si approccia alla questione (con, per fortuna, virtuose eccezioni come Ferrara).
Eppure non è difficile capire che le biciclette sono un modo per liberare le nostre strade dal traffico e migliorare la vita di tutti, che i ciclisti sono una categoria debole che va protetta e non punita, eliminata o peggio investita (sui social si legge anche questo), e Ancor meno difficile è capire che chi guida un mezzo che pesa 1600 kg rischia di fare molto male a chi percorre la stessa strada, ma senza carrozzeria!
Quello che ci dice Van Aert non è che le nostre strade sono pericolose perché asfaltate male e piene di buche, ma perché manca completamente la percezione concreta di quanto un’auto possa far male a un ciclista.
È un tema complesso, che l’Italia non può più permettersi di rimandare. Van Aert l’ha sottolineato bene, facendo fare al nostro Paese e al nostro territorio una pessima figura a livello mondiale.
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