Progetto da riscrivere per l’ex Isotta Fraschini di Saronno
Dopo il ritiro del progetto Brera lo scorso dicembre, c'è grande attesa in città di conoscere quale sarà il futuro di questa enorme area dismessa alle spalle della stazione di Saronno. Abbiamo intervistato Alessandro Galli per cercare di capire quale piega prenderà il progetto
Cosa ne sarà dell’ex Isotta Fraschini? Sono in molti a chiederselo a Saronno, dopo che lo scorso dicembre la società “Saronno – Città dei Beni Comuni”, proprietaria dell’area da 120 mila metri quadrati alle spalle della stazione centrale della città, ha protocollato in Comune il ritiro della bozza di progetto di rigenerazione urbana che prevedeva, tra le varie cose, di portare a Saronno un polo universitario, con aule e laboratori dell’Accademia delle Belle Arti di Brera.
Il progetto era stato presentato alla cittadinanza tra gennaio e aprile 2022 con l’iniziativa Officina Vivaio. Con una serie di incontri pubblici tenutisi all’auditorium Aldo Moro, la proprietà aveva spiegato le linee guida dell’ambizioso progetto che mirava a dare nuova vita a questa parte della città chiusa da oltre 30 anni, rendendola un contenitore di beni comuni attraverso il concetto di “funzione sociale della proprietà privata” di cui parla l’articolo 42 della Costituzione italiana.
Una tematica ancora inesplorata, di frontiera, come era stata definita proprio in una delle serate di Officina Vivaio da Alessandro Galli, responsabile della comunicazione per “Saronno – Città dei Beni Comuni”. Ed è proprio lui che intervistiamo per capire in quale direzione sta andando la rigenerazione urbana dell’ex Isotta Fraschini.
«Io mi occupo di associazionismo e politica da molto tempo ed erano almeno 20 anni che non si vedeva un percorso come quello di Officina Vivaio, con la città che si mobilita per discutere attorno ad un tema. Abbiamo suscitato un dibattito perché volevamo raccontare quelle che erano le nostre idee su questa area dismessa. Poi il resto deve anche arrivare dalla città e secondo me per questo c’è sempre tempo».
Con Alessandro visitiamo nuovamente l’ex Isotta. Ci eravamo già stati nel dicembre 2021 , ma da lì le cose sono molto cambiate: gran parte degli edifici sono stati abbattuti, non ci sono più i diversi lavori di street art che sembravano animare le pareti di quella che fu una fabbrica storica.
In foto, uno dei murales all’ex Isotta. Dicembre 2021
Oggi camminando per l’ex Isotta sono ben visibili i primi lavori della bonifica che avrà luogo da qui ai prossimi mesi. «Quello che sicuramente faremo è arrivare alla bonifica completa dell’area – spiega Galli -. È un obiettivo che oggi ci sentiamo di poter garantire. Sarà un valore per la città, perché oggi qui c’è un’area inquinata, domani avremo un’area pulita».
«A febbraio 2022 abbiamo avuto l’approvazione sul piano generale di bonifica, con l’approvazione di tutti gli enti coinvolti. La scorsa estate è stato eseguito il campo prova e oggi siamo pronti per partire con la fase 1. Stiamo concludendo in questi giorni tutte le formalità per avviare la cantierizzazione e partire con la bonifica». Le metodologie utilizzate per la bonifica e i risultati del campo prova della scorsa estate sono consultabili sul sito di Vivaio Saronno.org.
In foto l’ex Isotta Fraschini come si presenta oggi
Una volta conclusa la bonifica, cosa succederà? Il ritiro lo scorso dicembre del “Progetto Brera – Fase 1”, ha fatto seguito alla tanto discussa intervista che l’amministratore delegato di “Saronno – Città dei Beni Comuni” Giuseppe Gorla ha rilasciato a Radiorizzonti lo scorso novembre, dove raccontava della fase di stallo in cui si trovava il progetto Brera e delle difficoltà di dialogo con l’amministrazione comunale di Saronno.
«L’uso temporaneo, previsto dalla legge, serviva per evitare la necessità della variante al PGT, perché richiede circa due / due anni e mezzo di tempo, quindi ci avrebbe dato la possibilità di accorciare i tempi di realizzazione – spiega Galli -. Allo stesso tempo, l’uso temporaneo è una formula complessa; con il duplicarsi delle spese di costruzione, si duplicano i costi di ripristino ed è quindi difficile da sostenere. In più il tutto, facendo il tutto parte di qualcosa di inesplorato, è andato a scontrarsi con delle procedure che non potevano essere soddisfacenti per “Saronno Città dei Beni Comuni”».
«Il progetto non è annullato, lo stiamo riposizionando nel tempo e nei suoi sviluppi, ciò significa che non guardiamo più ad autunno 2023, ma a quei due / due anni e mezzo di tempo richiesti dal percorso ordinario – dichiara Galli -. Non cambieranno i principi: un progetto immobiliare con forti ricadute pubbliche sulla città, quindi con la scuola di alta formazione, il parco e la parte residenziale, che servirà per far quadrare i conti del progetto. Ci stiamo lavorando».
In foto l’ex Isotta Fraschini come si presenta oggi
In attesa di capire quali pieghe prenderà il progetto di rigenerazione urbana, l’idea della proprietà è quella di realizzare eventi aperti al pubblico su tutta l’area della Fase 1, non appena saranno terminate le operazioni di bonifica. «Stiamo pensando ad una serie di eventi di tipo culturale che possano coinvolgere la città. Prima che iniziassero i lavori l’area è stata visitata da 1400 persone, sarebbe quindi sicuramente interessante organizzare un percorso di testimonianza con tutta la mole di fotografie che sono state scattate nel corso di queste visite».
“Isotta, Isotta, dai che ce la fai. Strombetta, metti la marcia e vai” recitava la canzone di Pippo Franco nel 1979. «Nella trasformazione di quest’area vive e muore il futuro di Saronno – conclude Galli -. Se qui viene costruito qualcosa che dà una prospettiva, che valorizza il senso della nostra città, che da sempre è quello di essere un crocevia, allora Saronno cambia e avrà un futuro per i prossimi 50 anni. Non succede invece se si punta a costruire qualcosa che magari risolve un’esigenza di oggi, ma che non guarda al lungo periodo».
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