Per lo stupro di Venegono ascoltato il “teste chiave“ della difesa
Il giovane marocchino che venne identificato la sera dell’arresto non ha dubbi: la persona col colbacco ripresa dalle telecamere della stazione non è uno dei due imputati
Quel venerdì sera di oltre un anno fa, all’inizio di dicembre 2021 Hamza Elayar arrivò sì in stazione a Vengono, ma quando già la polizia era sul posto, chiamata per la prima violenza sessuale subita dalla ragazza al piano superiore dello scompartimento, e successivamente anche nello spazio antistante le porte ad apertura automatica. «Quel giorno sono stato con lui (Hamza Elayar ndr) dalle 18 fino all’ultimo treno, alle 22.19».
Lo ha spiegato il teste chiamato dalla difesa, che di fatto ha assicurato un alibi ad uno dei due imputati per la doppia violenza sessuale ai danni di due ragazze consumatesi sul treno e nella sala d’aspetto della stazione di Venegono Inferiore la serata di quel 3 dicembre. Non solo. Lo steso teste ascoltato martedì pomeriggio in aula ha pure affermato di essere sicuro che l’altro imputato, Anthony Fusi Mantegazza, aveva detto che avrebbe passato qualche ora in un locale di Tradate, come le risultanze legate alle geolocalizzazioni analizzate dalla difesa riuscirebbero a dimostrare.
Elementi importanti secondo gli avvocati difensori dei due imputati che segnerebbero un punto a favore della tesi dello scambio di persona, cioè del fatto che gli attuali imputati non avrebbero responsabilità rispetto a quanto accaduto ai danni delle due ragazze (una delle quali non ha riconosciuto i suoi assalitori negli imputati, l’altra ne ha riconosciuto uno soltanto, ed entrambe invece anno indicato un “terzo uomo” presente nelle foto prodotte dai difensori Monica Andreetti e Fabio Bascialla).
E il teste ascoltato oggi, questo “terzo uomo“ lo conosce per due motivi: risulta coimputato con lui in alcuni procedimenti penali (e ne conosce nome, cognome e numero di telefono) e perché la sera del blitz delle forze dell’ordine nell’appartamento nelle disponibilità del Fusi Mantegazza venne sottoposto a identificazione e poi rilasciato, mentre i provvedimenti di fermo riguardarono i due imputati attuali (uno dei quali ammise le sue responsabilità per ritrattare successivamente).
Inoltre, lo stesso teste escusso durante l’udienza di martedì ha riconosciuto sempre il medesimo personaggio (tale “Hayub”) nelle foto tratte dalle immagini delle videocamere della stazione che hanno ripreso i violentatori, fra i quali figura un ragazzo che indossa un particolare copricapo, cioè un colbacco. Ora spetterà alle parti riassumere gli elementi fin qui raccolti con le conclusioni che avverranno il prossimo 27 febbraio: il dibattimento è stato chiuso e il momento della sentenza si avvicina.
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