Bestie di Satana, 25 anni fa i delitti che sconvolsero l’Italia
Nel 1998 le morti di Fabio Tollis e Chiara Marino, poi l’omicidio di Mariangela Pezzotta nel gennaio 2004 a Golasecca fu la scintilla che fece partire le indagini
«Eventualmente, la racconto io la storia del Midnight di via Altaguardia a Milano».
Un post su Facebook del 25 luglio 2020 nel gruppo “Chi passava le nottate al Midnight pub di via Altaguardia a Milano”. Firmato: Michele Tollis, padre di Fabio, 16 anni, capelli lunghi e passione per la musica metal finito morto ammazzato nella buca scavata nei boschi di Mezzana, a Somma Lombardo nel 1998 dalle Bestie di Satana, il gruppo di giovani che si ispiravano al maligno per compiere omicidi nel caso di cronaca nera tra i più gravi avvenuto nel nostro Paese.
Esistono tanti bandoli della matassa per raccontare questa storia, e uno di questi parte certamente da questo locale chiuso da oramai diversi anni che rappresentava un punto di ritrovo per generazioni di amanti della musica metal. Ma non solo. In quel pub in Porta Romana a Milano si trovavano anche ragazzi persi a caccia di emozioni forti, esoterismo estremo, droga e satanismo e che lì si diedero appuntamento anche la sera in cui avvennero i primi omicidi, proprio di quei due ragazzi giovanissimi portati in provincia di Varese e uccisi senza un aggettivo disponibile e capace di descrivere quanto ricostruito dagli investigatori. Le modalità; le motivazioni. E poi, al netto dell’eterna compassione per le vittime, il pensiero di genitori che per anni sono rimasti in quel limbo rappresentato dalla necessità di sapere, indagare, chiedere e sedersi in quei tavoli, e guardare quelle facce.
«Eventualmente, la racconto io la storia del Midnight di via Altaguardia a Milano».
Inutili, per anni, le richieste di informazioni, gli annunci, gli appelli a “Chi l’ha visto?“ Solo in seguito, anni dopo, la morte di un’altra vittima di quelle stragi, Mariangela Pezzotta, fu l’innesco per il racconto che portò a scoprire gli altri due omicidi così da alzare il coperchio sulle Bestie di Satana.
IL 24 GENNAIO 2004
Il 24 gennaio 2004, un sabato, Andrea Volpe ricevette l’ordine da Nicola Sapone di uccidere l’ex fidanzata dello stesso Volpe poiché conosceva troppi dettagli proprio sulla scomparsa di Fabio Tollis e Chiara Marino. Mariangela Pezzotta venne colpita due volte con un’arma da fuoco e poi finita a badilate nel giardino di uno chalet di Golasecca con intento di occultarne il cadavere per poi disfarsi dell’auto della ragazza gettandola in un canale ma venendo fermati sotto l’effetto delle droghe dai carabinieri in seguito ad un incidente stradale. Da qui partirono le indagini: Andrea Volpe confessò anche gli altri due omicidi nati dalla necessità di sottoporre i due adepti della setta ad una sorta di prova di coraggio nei boschi dietro al cimitero di Mezzana, a Somma Lombardo, lì uccisi e sepolti in una buca già pronta. Una quarta vittima ricondotta alle Bestie di Satana fu il suicidio di Andrea Bontade, altro giovane che frequentava il gruppo, vittima di istigazione al suicidio avvenuta sempre nel ’98.
LE VITTIME
Fabio Tollis, 17 gennaio 1998 – presso Somma Lombardo; Chiara Marino, 17 gennaio 1998 – a Somma Lombardo; Andrea Bontade, 21 settembre 1998 – suicidio indotto, a Somma Lombardo; Mariangela Pezzotta, 24 gennaio 2004 – a Golasecca.
I COMPONENTI DELLA SETTA
Sono: Nicola Sapone, Paolo Leoni (considerato il leader carismatico del gruppo), Marco Zampollo, Eros Monterosso, Andrea Volpe, Pietro Guerrieri, Mario Maccione.
Elisabetta Ballarin, fidanzata di Andrea Volpe non faceva parte della setta ma venne riconosciuta colpevole come testimone dell’omicidio di Mariangela Pezzotta avvenuto nello chalet di Golasecca.
“L’omicidio di Mariangela portò alla luce la scia di delitti delle Bestie di Satana”
LE CONDANNE
Per gli omicidi di Chiara Marino, Fabio Tollis e Mariangela Pezzotta, il 31 gennaio 2006 la Corte d’assise di Busto Arsizio condannò Nicola Sapone a due ergastoli e all’isolamento diurno per tre anni; Paolo Leoni e Marco Zampollo a 26 anni, Elisabetta Ballarin a 24 anni e tre mesi ed Eros Monterosso a 24 anni. Nel giugno 2006, la Corte d’Assise d’Appello di Milano ridusse la pena per Andrea Volpe (già condannato in primo grado a 30 anni per gli omicidi) a 20 anni di carcere, e a 12 anni e 8 mesi la pena di Pietro Guerrieri, in precedenza condannato a 16 anni.
Il 15 maggio 2007 la Corte d’Assise d’Appello di Milano condannò Nicola Sapone a un doppio ergastolo e isolamento diurno per 18 mesi; Paolo Leoni all’ergastolo e isolamento diurno per 9 mesi; Elisabetta Ballarin a 23 anni di carcere; Eros Monterosso a 27 anni e 3 mesi e Marco Zampollo a 29 anni e 3 mesi. Andrea Volpe a 20 anni per aver collaborato con la giustizia alla risoluzione del caso. Il 25 ottobre 2007 la Corte di Cassazione confermò le condanne. Il 9 novembre 2007 la Corte d’Assise d’Appello di Brescia condannò a 19 anni e mezzo Mario Maccione, all’epoca dei fatti contestati minorenne, inasprendo la precedente condanna a 16 anni di reclusione.
SVILUPPI SUCCESSIVI
Pietro Guerrieri dopo aver scontato 7 dei 12 anni e 8 mesi a cui era stato condannato nel 2007 dalla Corte d’appello di Milano, viene dato in prova in affidamento a una comunità di recupero nel maggio 2012. Nel 2013 viene definitivamente scarcerato. Mario Maccione dopo aver scontato 13 dei 19 anni e mezzo a cui era stato condannato nel 2007 dalla Corte d’Appello di Brescia, viene scarcerato nell’ottobre del 2017. Andrea Volpe dopo aver scontato 16 dei 20 anni a cui era stato condannato nel 2007 dalla Corte d’Appello di Milano, viene scarcerato il 14 marzo 2020. Dopo sette anni dall’arresto, a Elisabetta Ballarin è stata concessa la semilibertà per motivi di studio e dopo una laurea triennale in Didattica dell’arte presso l’Accademia di Santa Giulia di Brescia, ha intrapreso il biennio specialistico in grafica e comunicazione e le è stata consegnata una borsa di studio nel febbraio 2013. Lo stesso anno ha lavorato come guida turistica nel Comune di Monte Isola. Successivamente ha chiesto la grazia al Presidente della Repubblica, sottoscritta anche dal sindaco di Brescia Adriano Paroli. Il 12 maggio 2017, usufruendo dell’affidamento in prova, ha ottenuto l’autorizzazione a non soggiornare più in carcere.
Alcune fonti di questo articolo sono tratte dalla pagina wikipedia realizzata per descrivere la vicenda che a sua volta si riferisce principalmente a diversi articoli di Varesenews, Repubblica, Corriere della Sera e altri quotidiani che hanno trattato la cronaca di quei fatti.
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