L’allarme di Attac Saronno: “Scendono a due i posti letto in terapia intensiva”
L'associazione che si batte "Per una società della cura" critica la gestione della dirigenza dell'Asst Valle Olona e avvisa la popolazione: "Sempre più insistenti le voci di chiusura notturna del pronto soccorso"
L’associazione che si batte “Per una società della cura” critica la gestione della dirigenza dell’Asst Valle Olona e avvisa la popolazione: “Sempre più insistenti le voci di chiusura notturna del pronto soccorso”
Resta la criticità dell’organico medico di Anestesia-Rianimazione, quindi fino al 15 gennaio 2023 il numero dei letti disponibili in quell’area saranno 2 e, se necessario, i pazienti potranno essere trasferiti in altri ospedali.
E’ dei giorni scorsi la comunicazione del direttore medico dell’ospedale di Saronno, Roberta Tagliasacchi, che purtroppo dà ragione a quanto sempre sostenuto da Attac Saronno a proposito della carenza di personale in Rianimazione: con quel personale scendemmo in piazza nel presidio davanti all’ospedale del 20 febbraio 2021, quando la situazione era già grave, ma ora – all’indomani di un nuovo partecipato presidio – è compromessa.
Nulla di efficace è stato fatto in questi quasi due anni per risolvere la situazione della carenza del personale di rianimazione: prima si è provato a privatizzare attraverso personale di cooperative assoldato senza alcuna verifica sulla qualità (si parla di settantenni a fare turni notturni, per dare l’idea); ora, nonostante l’enorme dispendio di denaro pubblico, le decisioni prese suonano come una campana a morto per reparto e ospedale.
Sempre più insistenti si fanno, infatti, le voci – che conseguono a queste gravi carenze – della chiusura notturna del Pronto Soccorso già dalle prossime settimane, il che dequalificherebbe ulteriormente il nostro ospedale, oltre che aumentare i tempi di ricovero urgente per i 200mila utenti della struttura sparsi in 19 comuni.
Assumono così ben altro senso, da quello migliorativo che dovrebbero avere, le recentissime dichiarazioni del direttore dell’Asst Eugenio Porfido e del direttore socio sanitario Marino Dell’Acqua, secondo cui le Case diComunità serviranno in prospettiva a “evitare il ricorso al pronto soccorso”: scommettiamo che tra le ragioni che verranno spese a sostegno dell’eventuale chiusura notturna del PS di Saronno ci sarà anche questa? Peccato che, per loro stessa ammissione, “ci vorranno anni” per perseguire questi obiettivi: ovvio, se al posto di Case di Comunità si inaugurano “scatole vuote” ignote alla cittadinanza e si cambia solo l’insegna del Distretto Socio Sanitario, come recentemente avvenuto tra le contestazioni in via Fiume 12 a Saronno.
Eppure, per Regione Lombardia, i suoi dirigenti – è anche il caso di Porfido – meritano altissimi punteggi di valutazione e premi di produzione, pagati con i nostri soldi, come ci comunicano i media locali: con l’amara conclusione che le nostre tasse sono usate per premiare chi sta demolendo la sanità pubblica territoriale. Vergogna! La mobilitazione dei cittadini non si ferma: seguiteci su Facebook nel gruppo Attac Saronno.
ATTAC SARONNO
PER UNA SOCIETÀ DELLA CURA
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