Albergatori di Saronno: il turista va incentivato, non tassato
Federalberghi reagisce alla delibera della giunta che introdurrebbe dal 2023 la tassa di soggiorno nel Comune del basso Varesotto: "Scelta inopportuna nel merito, nel metodo e anche nei tempi"
Inopportuna nel merito, nel metodo e persino nei tempi: questo il parere di Federalberghi Varese rispetto alla decisione di introdurre la tassa di soggiorno a Saronno, contenuta in una delibera della Giunta adottata lo scorso 29 novembre.
«Il turista va incentivato – dice il presidente di Federalberghi Varese, Frederick Venturi – e non tassato: i flussi turistici generano ricadute positive su tutto il territorio spingono il commercio, i trasporti e rendono vivi i territori. Per valorizzare il turismo servono prima di tutto buone idee e poi anche investimenti: pensare di introdurre una tassa basandosi su programmi confusi se non addirittura avulsi dal contesto turistico non porta da nessuna parte».
«Spesso – continua Venturi – molti amministratori locali non hanno piena consapevolezza su cosa significa fare turismo». Eppure, basterebbe rifarsi alla definizione dell’OMT (Organizzazione Mondiale del Turismo) secondo la quale il turismo è: “l’insieme delle attività delle persone che effettuano uno spostamento o soggiornano al di fuori dell’abituale ambiente per almeno 24 ore o comunque per un periodo non superiore ad un anno. Chi si allontana dalla propria residenza per un lasso di tempo inferiore a 24 ore quindi senza effettuare pernottamento è denominato escursionista”. In altre parole, questa definizione di turismo si basa su un fattore economico e considera turisti coloro che durante i propri viaggi usufruiscono di servizi a pagamento e apportano denaro nel luogo. «E’ proprio questo il punto – afferma Venturi - la creazione di valore economico per una destinazione attraverso una pianificazione turistica. Processo tutt’altro che semplice che passa da uno studio approfondito e da un’analisi delle dinamiche turistiche di un territorio come flussi, provenienza dei turisti, attrattori, eventi». Un esempio? Ristrutturare un bene culturale come spesso accade con i proventi dell’imposta di soggiorno, è cosa sicuramente lodevole, ma da sola questa azione non porta valore al turismo se quella destinazione non è connessa con i circuiti culturali di vendita.
Luisa Pagani, direttore dello Starhotels Grand Milan di Saronno e consigliere Federalberghi per l’area si concentra sulla completa assenza di comunicazione dell’amministrazione comunale con gli operatori «Non siamo stati interpellati rispetto a una decisione che ha pesanti ricadute sulle nostre attività. Molti turisti stranieri si fermano da noi a luglio ed agosto mentre raggiungono località del centro e sud Italia e approfittano per visitare la zona dei laghi: con la tassa di soggiorno si rischia di spostare questi flussi verso altri Comuni limitrofi che ne sono privi. Senza dimenticare – continua la Pagani – l’aumento degli adempimenti amministrativi che la gestione della tassa di soggiorno comporta per un hotel. Questi rappresentano ulteriori costi sia in termini di tempo, che di adeguamento dei sistemi software».
Metodo, merito e tempi
Una prima osservazione è proprio quella sul metodo: Federalberghi Varese rileva che – a differenza di quanto dichiarato nella premessa della delibera stessa – non vi è stato alcun dialogo preventivo con “le associazioni maggiormente rappresentative dei titolari delle strutture ricettive”. Federalberghi – punto di riferimento degli hotel del territorio – non ha ricevuto alcun invito a sedersi attorno ad un tavolo.
La mancanza di confronto è anche causa di un difetto nel merito. A quasi dieci anni dalla reintroduzione a livello nazionale del tributo, infatti, dobbiamo purtroppo constatare che nella maggioranza dei casi la tassa viene introdotta quasi sempre senza concertare la destinazione del gettito e senza rendere conto del suo effettivo utilizzo. Qualcuno racconta la storiella dell’imposta di scopo, destinata a finanziare azioni in favore del turismo. In realtà è una tassa sul turismo, il cui unico fine sembra essere quello di tappare i buchi dei bilanci comunali.
Inopportuni appaiono infine anche i tempi. Se è vero che il 2022 è stato un anno di ripresa dell’attività, siamo ancora ben lontani dai numeri e dai risultati di prima della pandemia. L’anno che si sta chiudendo si è aperto con lo scoppio del conflitto in Ucraina che, oltre ad alimentare un clima di incertezza, ha messo tutti di fronte alla questione dell’aumento dei prezzi di luce e gas: costi che, per le strutture alberghiere, rappresentano voci importanti nella gestione quotidiana. In media, già a luglio 2022 i costi energetici risultavano più che triplicati rispetto a luglio 2021 con la conseguenza che il 18% del volume d’affari del settore era assorbito dal pagamento delle forniture di energia elettrica e di gas. Come se non bastasse a ciò si aggiungono i rincari per altre voci quali l’IMU e il peso della TARI, la tassa per lo smaltimento dei rifiuti che per gli albergatori pesa indipendentemente dalla occupazione o meno delle camere. E, purtroppo, non si può negare che il 2023 si presenta già come un anno pieno di incognite proprio per la dinamica dei costi energetici, l’aumento dell’inflazione ed il pericolo di una recessione.
Federalberghi Varese nell’esprimere la sua contrarietà alla introduzione della tassa di soggiorno, vuole mantenere come sempre un atteggiamento aperto e di disponibilità rispetto all’amministrazione, dicendosi disponibile a sedersi attorno a un tavolo e ad aprire un dialogo costruttivo.
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